martedì 30 dicembre 2014

Messaggio straordinario

Lunedì 29 Dicembre 2014,
Ivan ha avuto una apparizione straordinaria
sul Podbrdo, alle ore 22:00. Ecco le parole di Ivan:
«Anche stasera la Madonna è venuta a noi
particolarmente gioiosa e felice.
All’inizio ci ha salutato tutti col suo saluto materno:
Sia lodato Gesù, cari figli miei!
Poi la Madonna ha detto: Cari figli, anche oggi vi
voglio dire grazie.
Grazie cari figli, perché avete fatto una scelta:
avete deciso di vivere i miei messaggi.
Oggi di nuovo vi invito, durante questo tempo di grazia,
a pregare di più per la famiglia, per la evangelizzazione
della famiglia e particolarmente per i giovani affinché
Dio dimori nella famiglia e vi occupi il primo posto.
Io sono insieme a voi, prego con voi. Grazie cari figli,
perché anche oggi avete risposto alla mia chiamata.
Poi la Madonna ha pregato qui su tutti noi con le mani
distese, ci ha benedetto tutti con la sua benedizione
materna ed inoltre, ha benedetto tutti gli oggetti sacri
portati qui per la benedizione.
Ho raccomandato tutti voi, i vostri bisogni, le vostre
famiglie, tutto quello che voi portate nei vostri cuori.
La Madonna sa bene che cosa sentite e conosce i nostri cuori.
Dopo la Madonna ha continuato a pregare sopra tutti noi
ed in questa preghiera se n’è andata nel segno della
luce e della croce, col saluto:
Andate in pace, cari figli miei!.


domenica 28 dicembre 2014

La Famiglia di Nazareth

Una strana Famiglia!
I giorni di Natale scorrono in fretta.
Forse, me lo auguro, ve lo auguro, siamo riusciti
(almeno un poco!) a fidarci di Dio, a dirgli che ci teniamo
a Lui, che in questo Natale può contare su di noi.
E oggi, nella domenica che incontriamo tra il Natale
e Capodanno, siamo invitati a fermare il nostro sguardo
su questa strana famiglia che ci viene proposta a modello
per la nostra famiglia concreta.
Resto sempre un po' in imbarazzo a parlare di "modello"
quando parlo della Santa Famiglia; ben poco rassomiglia
alle nostre famiglie: un bambino che è la presenza di Dio,
un padre e una madre coinvolti in un Mistero inaudito,
senza confini.
Possono davvero dirci qualcosa? Credo proprio di sì.
Non solo: credo che in questi tempi dobbiamo avere
il coraggio di parlare di più e meglio della famiglia,
delle nostre famiglie.
La famiglia è in crisi, ci dicono i media.
Ma senza scomodarli, ci rendiamo conto che qualcosa
non funziona nella nostra società: sempre di più sono
le coppie che si sfasciano, che non credono più nella
possibilità di un rapporto duraturo.
Il fatto che la famiglia sia in crisi, o, meglio, che la coppia
lo sia, è anzitutto un problema umano.
Quanta sofferenza e disillusione vediamo negli occhi
di chi cerca una certezza affettiva!
Dobbiamo concludere anche noi che è impossibile amarsi?
Che è finito il tempo dell'illusione?
Non è un problema da poco: se veramente è impossibile
parlare di progetto, di fedeltà, di continuità, allora la
famiglia è morta.
Allora dobbiamo parlare di famiglia in maniera allargata, diversa.
Eppure questa festa, amici, ci ricorda il sogno che Dio ha
sulla coppia.
Amarsi è possibile; restare fedeli è possibile; crescere in un
progetto è possibile.
Dio ci ha piantato nel cuore, quando ci ha creati, questa
nostalgia per la comunione.
Non siamo stati creati a immagine e somiglianza del Dio
che è Comunione Trinitaria?
Giuseppe e Maria, allora, nel loro amore pieno di tenerezza e
di fatica, ci dicono che Dio ha scelto di nascere in una famiglia,
di far parte delle dinamiche famigliari, di vivere le fatiche del
rapporto di coppia.
Che bello questo!
Questi sposi che, clandestini, devono fuggire in un paese
straniero sono l'immagine delle tante difficoltà di lavoro, di
bilancio, di casa che le nostre famiglie spesso devono affrontare..!
Vorrei allora sottolineare due caratteristiche di questa famiglia
che assomiglia alle nostre famiglie.
Anzitutto: Nazareth ci ricorda come sia indispensabile mettere
al centro il Progetto di Dio.
Una famiglia che non si interroga sulla presenza di Dio, che
non attinge da lui l'amore di cui ha bisogno, che non sa alzarsi
al di sopra dell'emozione per vedersi ed accettarsi con un altro
sguardo, corre il rischio di scivolare nel sentimentalismo.
Altro è l'innamoramento, altro il desiderio che si costruisce
di crescere insieme nel Progetto di Dio.
La seconda annotazione riguarda proprio questo
Dio-Bambino che sgambetta per casa.
Ci accorgiamo che Dio chiede ospitalità nella nostra
quotidianità?
Che è presente nei nostri luoghi di lavoro?
Che siamo chiamati a riconoscerlo nello sguardo del
nostro fratello?
Un'ultima parola a chi, tra noi, vive un'esperienza dolorosa
di famiglia: a chi è separato, a chi è figlio di persone divise,
a chi ha accanto l'uomo o la donna sbagliati.
Nella sofferenza che purifica, possiamo crescere nella
tenerezza e nell'accoglienza dei fratelli, possiamo trovare
il Progetto a cui continuamente Dio ci chiama.
Egli è fedele!
Non c'è sofferenza o fragilità che possano ostacolare la grazia
di Dio e fare della morte interiore un'apertura alla vita vera.
Guardiamo a Nazareth, allora.
Dobbiamo oggi, con l'aiuto di Dio, riscoprire un nuovo
modo di essere famiglia, nell'autenticità, nella fede,
nel cammino reciproco.
Maria e Giuseppe ci aiutino veramente ad avere il
coraggio di riscoprirci famiglia!
Santa festa della Famiglia, Fausto.


giovedì 25 dicembre 2014

Messaggio a Marija

Messaggio della Madonna a Marija
del 25 Dicembre 2014.
Cari figli! Anche oggi vi porto tra le braccia
mio Figlio Gesù e cerco da Lui la pace per
voi e la pace tra di voi.
Pregate e adorate mio Figlio perché nei vostri
cuori entri la sua pace e la sua gioia.
Prego per voi perché siate sempre più
aperti alla preghiera.

Grazie per aver risposto alla mia chiamata

Messaggio straordinario a Jakov

Ecco il messaggio dato dalla Madonna
oggi a Jakov..a Medjugorje..
Lui ha le apparizioni una volta sola
all'anno il giorno di Natale.
Cari figli, oggi in questo giorno di grazia vorrei
che i vostri cuori diventino come una piccola Betlemme,
nella quale è nato il Salvatore del mondo.
Io sono la vostra Madre, che vi ama con amore immenso
e si preoccupa per voi, perció figli miei abbandonatevi alla
Madre così che posso presentare i vostri cuori e le vostre
vita davanti al piccolo Gesù, perchè solo così figli miei i
vostri cuori saranno la testimonianza di Dio in voi.
Permettete a Dio di illuminare le vostre vite con la luce
e i vostri cuori con la gioia per poter illuminare ogni giorno
la via, e di essere esempio di vera gioia per gli altri, per
coloro che vivono nel buio e non sono aperti a Dio e alle
sue grazie. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.


mercoledì 24 dicembre 2014

Siamo a Natale

Amici, voglio parlarvi del falso e del vero Natale.
Il ricco Epulone e Lazzaro.
Dal Vangelo secondo Luca (16, 19-31)
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C'era un uomo
ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni
banchettava lautamente.
Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta,
coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi di quello che
cadeva dalla mensa del ricco.
Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel
seno di Abramo.
Morì anche il ricco e fu sepolto.
Stando nell'inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide
di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui.
Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e
manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e
bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura.
Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi
beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora
invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti.
Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro
che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì
si può attraversare fino a noi.
E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa
di mio padre, perché ho cinque fratelli.
Li ammonisca, perché non vengano anch'essi in
questo luogo di tormento.
Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro.
E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da
loro, si ravvederanno.
Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche
se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi» .
Parola del Signore.
Tranquilli amici, non ho perso la testa, lo so che storcerete il naso,
perché questo Vangelo non riguarda il Natale, certo che lo so,
ma siccome che, tante persone mi chiedono se Dio è giusto, in
quanto ci sono un certo numero di persone che soffrono, ed invece
ci sono persone che stanno benissimo, anzi si divertono a far stare
male il prossimo, vediamo cosa sta succedendo in Italia, scandali
a non finire, famiglie strangolate dalle tasse, le aziende pure,
i pensionati; non quelli con le pensioni d’oro, sia inteso, ma quelli
che non ce la fanno ad arrivare a metà mese, dopo aver lavorato
per più di quarant’anni.
Invece i nostri governanti, si danno alla bella vita, abbiamo visto
in questi giorni le feste nei palazzi che contano a Roma per gli
auguri di Natale, non hanno badato a spese, mi fermo qui per
non essere patetico o frainteso.
Allora, cosa centra questa parabola; centra, centra.
Il ricco epulone, possiamo paragonarlo ai vari; Napolitano, Renzi,
Grasso, Boldrini, Alfano, Marino, Buzzi, Carminati e Guarnera,
solo per citare i più in vista.
Questi signori sono i parenti stretti del ricco epulone di allora.
Pensate che a loro interessi qualcosa dei vari Lazzaro di adesso,
che vedono il natale come un pugno nell’occhio, capiamoci; non il
vero Natale, per carità.
Ma il natale taroccato che festeggiano i personaggi delle
nostre istituzioni.
Il quadro è quello della parabola.
Loro le feste dorate in allegria, sotto forma di feste
benefiche, noi fuori a cercare qualche briciola che
cada dalle loro sontuose tavole.
Mi direte, cosa centra tutto questo con il Natale vero.
Centra perché in tanti mi hanno chiesto dov’è la misericordia
di Dio, visto che spesso ne parlo e mi reco al Santuario
dell’Amore Misericordioso.
È vero, Dio è misericordioso e pieno d’amore con tutti, ci
mancherebbe, Lui perdona anche dopo una vita dissennata,
siamo tutti figli suoi.
Ma c’è un però, che è quello più importante.
Vediamo cosa ha fatto il ricco epulone con Lazzaro, poi li vediamo
dopo la loro morte, uno in Paradiso e uno all’inferno tra i tormenti.
Abbiamo letto le risposte di Abramo, quello che riceviamo qui
sulla terra è abbastanza ed avanza, allora il ricco chiede ad
Abramo di mandare Lazzaro sulla terra ad avvisare i suoi fratelli,
Abramo gli risponde che non servirebbe a niente, hanno gli
insegnamenti, ma non li osservano, perciò si arrangino.
Perciò, Dio è pieno di misericordia, ma siamo noi che non la
riconosciamo, per questo quando sarà il momento, c’è l’inferno.
Morale; la misericordia di Dio c’è, ma per ottenerla bisogna
riconoscerla se vogliamo salvarci.
E non è una cosa facile.
Pensate che i personaggi delle nostre istituzioni la riconoscano,
dopo una vita di interessi per riempirsi le tasche, fregandosene
di noi che stiamo soffrendo?
No amici, non ci riusciranno.
Loro da tanto tempo hanno già chiuso le paratie uditive, per
non sentire i nostri lamenti, pensate se riescono a sentire Dio
che raccomanda loro di occuparsi dei poveri.
No amici, non lo sentiranno.
È inutile che vadano a Messa magari la notte di Natale,
non gli serve a niente, vanno a prendere in giro quel
Bambino Gesù che viene ad ammonirli.
Pensiamo a quella famosa notte, quanti ricchi e potenti
aspettavano la venuta del Messia, tanti, c’è stato qualcuno
che si è mosso per andare a vedere cosa è successo?
No amici, nessuno.
Gli unici che si sono mossi sono stati gli ultimi, i miseri,
i sofferenti, i dimenticati dal governo di allora e di adesso,
perciò Gesù Cristo è venuto per noi; noi dimenticati
dalle istituzioni!
Perché?
Perché l’abbiamo riconosciuto, i nostri politici difficilmente lo
riconoscono, e difficilmente andranno a vederlo dalla paura
di essere presi a calci in diretta TV.
Tranquilli amici, Dio premia gli umili e fa cadere i potenti
dai troni, è solo questione di tempo.
Gesù Cristo non nasce in Parlamento; ma in una stalla!
Perciò, a tutti quelli, amici e non, che festeggiano il vero Natale,
a quelli che come me si dirigono alla stalla per vedere il
Neonato Gesù; Buon Natale con tanto affetto da Fausto.    


sabato 20 dicembre 2014

Maria la Bella

Un’idea sbalorditiva di Dio (e di Maria)
Anche ieri abbiamo parlato di questa parabola.
E’ dunque così importante questa pagina scarna, che ha
scatenato la fantasia e l’estro di generazioni di pittori?
E’ così centrale la presenza di questa acerba adolescente di
Nazareth propostaci come modello dell’accoglienza?
Sì, certo, lo è.
Ci viene chiesto di vegliare, per non abituarci allo stupore
del Natale, per non asfaltare il nostro cuore col demone
dell’abitudine, per non cedere al Natale tarocco: non siamo
qui a far finta che poi Gesù nasce, no.
Gesù è già nato nella storia e tornerà nella gloria.
A noi, qui e ora, di aspettarlo, di lasciarlo nascere nel cuore
perché possiamo “fare” i cristiani per tutta la vita senza
incontrare mai il Dio di Gesù.
Natale è un dramma, una sfida: Dio viene ma non trova
accoglienza, pochi lo riconoscono.
Tra questi pochi Maria di Nazareth e Giovanni il battezzatore,
che abbiamo incontrato domenica scorsa.
Giovanni il sincero, che dice il vero di sé, che non si prende per Dio
e che ci invita a prepararci al Natale con disarmante sincerità.
Oggi rileggiamo l’incontro di questo misterioso e garbato angelo
(uno dei principi degli angeli), che parla alla pari con questa
ragazzina di Nazareth e scopriamo la grandezza del pensiero di Dio.
Perché è in quella minuscola casa di quel minuscolo paese addossato
ad un declivio roccioso, da cui la gente aveva ricavato nelle grotte
naturali delle abitazioni fresche ed asciutte, che avviene l’assurdo di Dio.
Protagonisti una quindicenne senza troppa cultura di un paese occupato
da una potenza straniera, ai confini del mondo, fuori dalle rotte
commerciali che da Damasco portavano a Cesarea.
Nessun satellite, nessuna diretta televisiva, nessun network a riportarci
l’accaduto, nella minuscola Nazareth che diventa ombelico del mondo,
centro assoluto della storia.
Dio, stanco di essere incompreso decide di venire a raccontarsi, poiché
la pur lunga storia di amicizia e di affetto col popolo di Israele non è
stata sufficiente per spiegarsi, Dio sceglie di farsi uomo, parole, lacrime,
sorriso, emozione, sentimento, tono di voce, sudore e necessita di un
corpo, ha bisogna di una madre.
Non la moglie dell’imperatore, o il premio Nobel per la medicina, non
una donna manager dinamica dei nostri giorni, macché, la piccola
adolescente Maria (la bella) Dio sceglie e a lei chiede di diventare
la porta d’ingresso per Dio nel mondo, tutto lì.
Cosa direste se domattina vi arrivasse una figlia o una nipote
adolescente dicendo: Dio mi ha chiesto di aiutarlo a salvare
il mondo? Appunto.
Invece Maria ci sta, ci crede e tutti noi non sappiamo se ridere o scuotere
la testa davanti a tanta splendida incoscienza, tutti restiamo senza parole,
davanti alla sconcertante semplicità di questo dialogo, di un ragazzina che
parla alla pari con l’Assoluto, che gli chiede spiegazioni e chiarimenti.
Dio sceglie Nazareth e, a Nazareth, sceglie Maria.
E a Nazareth, per trent’anni, Dio si nasconde nella quotidianità più
semplice: bambino, adolescente, giovane falegname, come suo padre.
Durante quei trent’anni, milioni di persone gridavano la loro pena
a Dio, giorno e notte, e Dio che faceva?
Sgabelli.
Quanto parla questo assordante silenzio! Quanto dice
di Dio questa sua scelta!
A noi che sempre cerchiamo il plauso e la visibilità, l’efficienza e la
produttività, Dio propone una logica diversa.
Scegliere Nazareth, un paese occupato dall’Impero romano, ai confini
della storia, ai margini della geografia del tempo, in un’epoca
sprovvista di mezzi di comunicazioni, ci rivela ancora una volta la
logica di Dio, logica basata sull’essenziale, sul mistero, sulla profezia,
sulla verità di sé, sui risultati imprevisti (e sconcertanti).
Animo, Amici!
Quando pensiamo di avere sbagliato tutto nella vita, di non avere avuto
sufficienti opportunità, quando non siamo soddisfatti dei nostri risultati
o siamo travolti dall’assordante incitamento di chi ci grida: “devi riuscire”,
pensiamo a Nazareth, a questo modo di operare che ci
sbalordisce e ci incanta.
Cinque giorni ci separano dal Natale e dal mare di banalità e di sofferenza
che porterà ad alcuni.
Andiamo a Betlemme, amici, così come siamo: con le nostre mani vuote,
anche noi ci sentiremo rispondere: “lasciati fare, non preoccuparti di come
hai preparato il tuo avvento, sono io che ti vengo incontro”.
Che volete, così è il nostro Dio, e mentre aspettiamo il Natale,
nel silenzio, lasciamoci incontrare! Buon incontro, Fausto.




giovedì 18 dicembre 2014

Zaccaria

Noi e l’amico Zaccaria.
Amici, avete mai avuto nella vostra vita crisi di fede,
ripensamenti, indecisioni riguardo a Dio?
Per dirla breve; dei tentennamenti riguardo alla fede?
Vi siete mai chiesti se quello che state vivendo, tra alti
e bassi, sia tutto vero, oppure se invece è tutta una fregatura?
Io si amici, tante volte, e sempre più spesso, e tante volte
non riesco a darmi una ragione.
Mi faccio tante domande, ma nessuna risposta, sembra che
Dio sia muto, o che non gli interessi darmi una spiegazione.
Oggi però, sono contento, perché leggendo il Vangelo ho scoperto
che anche Zaccaria si era trovato nelle mie stesse condizioni.
Anche lui avrà fatto tante domande a Dio senza
mai ricevere risposta.
Ma accade, anche se con tanto ritardo, ormai, lui e la moglie
erano avanti negli anni, sembra proprio che Dio non
misuri il tempo come noi.
Io credo che come me e Zaccaria, ci siano vite segnate dal dolore,
misteriosamente perse, incomprensibilmente compromesse.
Persone normali, che come me e Zaccaria sognano una vita
normale, che ci aspettiamo una vita normale e che, invece,
ci ritroviamo davanti ad un dolore difficile da gestire, come
quello di non poter diventare genitori.
Elisabetta e Zaccaria, sono alla fine della loro vita segnata
dalla sterilità, un evento che, all’epoca, comprometteva
profondamente le coppie.
In una cultura segnata dalla fecondità, l’esperienza della sterilità
era vissuta come una maledizione divina, come una colpa da espiare.
Eppure, tu Zaccaria, non perdi la fede in Dio, magari avrai
chiesto tante volte a Dio perché, avrai chiesto la grazia di un figlio,
senza ricevere risposta, ma che comunque, alzi le braccia
verso il cielo in attesa di redenzione.
Redenzione che arriva proprio durante il silenzio e la
preghiera, durante il servizio al tempio.
Il figlio tanto atteso arriverà e sarà un figlio straordinario.
Ma l’abitudine al dolore è difficile da superare, vero Zaccaria!
Tu, Zaccaria, tentenni e non osi credere, come sinceramente
avrei fatto anch’io; perciò siamo in due!
E per questo l’angelo si spazientisce, perché Zaccaria non
da la sua risposta immediatamente; sti angeli, neanche
un attimo di riflessione ci permettono.
E Zaccaria, rimane muto fino alla nascita di Giovanni!
Non fa niente Zaccaria, tanto nove mesi passano in fretta,
l’importante è che noi, attraverso questo tuo gesto, siamo
riusciti a comprendere che con Dio dobbiamo essere
pronti nelle risposte.
Ti ringrazio amico mio, e ti auguro che con la tua sposa
Elisabetta, di goderti la gioia di un figlio.
Così, anche per voi, è arrivato il Natale.
Facciamo silenzio amici, aspettando il Natale.