Vigilare; l`esempio di
Maria di Nazareth.
Oggi è una buona occasione per
riflettere sull'esempio di Maria,
prima tra i credenti.
Ci sono dei personaggi chiave
all'interno del nostro cammino di fede e-tra
questi-Maria è il modello di ogni
cristiano.
Ma mi rendo conto che Maria può
diventare quasi un ostacolo per chi si sta
avvicinando alla fede; la
devozione popolare ha talmente arricchito l'immagine
della Madre, da renderla
distante, eccessiva; cos'ha a che vedere con le mie
fragilità, i miei problemi questa
donna fuori dall'ordinario?
Bisogna, allora, trovare il
coraggio di tornare al Vangelo, di ripercorrere
l'esperienza di Maria così come
ci viene proposta dai Vangeli, andare all'origine
e alla causa dell'amore nei
confronti di questa acerba adolescente di Nazareth.
Maria emerge dai racconti di Luca
e degli altri evangelisti come una ragazza
di grande equilibrio, con
un'esperienza di vita che assomiglia alla nostra.
Dicevamo, domenica scorsa, della
necessità di svegliarci, del grosso rischio
che corriamo di vivere un pò “addormentati”,
fuori dalla vera vita; tutti
indaffarati a trovare degli spazi
per riposarci, dimenticando l'essenziale.
Anche Maria, giovane credente, si
ritrova nel tran-tran famigliare; lavoro
(che per l'epoca era casalingo),
amicizie, tempo libero.
Ed è in questo contesto che
avviene l'inaudito; a Maria viene chiesto di
diventare la porta d'ingresso di
Dio nel mondo.
Facile, no?
E se fosse successo a noi, se Dio
ci avesse detto: “Senti, ho bisogno di una
mano per salvare il mondo”, cosa
avremmo risposto?
Maria tentenna, fatica; come è
possibile tutto questo?
Ma l'angelo le ricorda che non
bisogna mettere ostacoli a Dio; lui sa
quello che fa!
E Maria crede.
Si resta increduli, stupiti dalla
semplicità di questa risposta: “Eccomi”.
Quante conseguenze avrà questa
disponibilità!
Che razza di radicale cambiamento
porterà questo “sì” a Maria!
Problemi con la sua situazione
famigliare, con un fidanzato che si vede Dio
come concorrente in amore.
Problemi con questo bambino che
dovrà essere continuamente guardato
come un Mistero.
Problemi con questo Rabbì tutto
preso nell'annuncio che si dimenticherà
della propria famiglia per
aprirsi ad una famiglia più ampia.
Sofferenza nel vedere un figlio
innocente condannato a morte.
Maria si fida, crede nel Dio
dell'impossibile.
Sua cugina Elisabetta, da lì a
qualche settimana, le dirà: “Ma come hai fatto,
Maria, a credere a una cosa del
genere?”.
Sì; se leggiamo il Vangelo senza
pregiudizi, con cuore puro, restiamo allibiti;
come hai fatto, Maria, a credere?
Sì, capiamo perché la Chiesa ha
sempre additato la madre come la prima tra
i credenti, la prima cristiana, la
discepola per definizione, capiamo perché
questa piccola adolescente, di
cui sappiamo poco, è diventata il gigante della
fede: per la sua audacia, la sua
savia incoscienza,
Maria ha dato al mondo il
Salvatore.
Ecco un modo concreto di
svegliarsi; fidarsi di Dio, metterci a sua disposizione,
accogliere il suo progetto (anche
se folle).
Siamo disposti a fidarci di Dio?
Oppure, ancora una volta,
detteremo a Dio le nostre condizioni, gli
spiegheremo cosa deve fare per
esistere?
Siamo seri! Siamo realisti!
Maria è la donna concreta, che sa
quanto Dio può abitare una vita.
Perciò, dobbiamo essere realisti.
Chiediamo l'impossibile.
La dimensione del profondo dentro
di noi è l'unica che può colmare il nostro
cuore; dare spazio a Dio, è
l'unica cosa che veramente ci può far acquistare
uno sguardo di realismo sulle
cose.
Due, quindi, sono gli
atteggiamenti che la festa di oggi ci suggerisce: il primo
è quello di acquistare
consapevolezza del fatto che il Signore si manifesta
nella quotidianità, non nelle
occasioni strepitose, particolari, eccezionali.
Dio si manifesta nel vivere
settimanale, nelle vicende piccole e grandi di
tutti i giorni.
E il secondo aspetto è quello
della fede, della risposta che possiamo dare
a questa chiamata.
Pensateci un pò; e se Maria
avesse detto: “Ho preso troppo sole, vedo gli angeli”.
O se si fosse confrontata con un
amico che gli avesse suggerito una buona
visita neurologica?
O se, più semplicemente avesse
detto: “Forse, Signore, ti sei sbagliato; non
ho tempo, non sono capace, non me
la sento?”.
Non sono queste le nostre
reazioni?
I muri che innalziamo davanti
alla proposta di grazia del Signore?
È Lui che prende l'iniziativa, Lui
che vuole salvarci, Lui che ci viene incontro,
Lui che fa grazia.
Non chiudiamo il nostro cuore!
Che Maria, prima tra i discepoli,
ci insegni ancora una volta a fidarci
del Dio dell'impossibile.
Santa festa dell’Immacolata
a tutti voi Fausto