Paolo Gulisano nell’articolo
seguente dal titolo “Seconda ondata, propaganda
di Stato per limitarci la libertà”
spiega che il termine “seconda ondata” non
è preso dal linguaggio
dell'epidemiologia, bensì da quello della propaganda
politica, come del Pci degli anni
'50.
E il Governo fa di tutto per
tenere sulla popolazione una pressione psicologica
altissima, per indurre anche in
tempi di allentamento del Lockdown ad
una “spontanea” rinuncia alle
proprie libertà.
Ecco l’articolo completo
pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 3 maggio 2020:
Nel Dizionario delle Neolingua
(ricordate Orwell?) inventata per la Pandemia,
negli ultimi giorni uno dei
termini più in voga è “Seconda ondata”.
Di cosa si tratta?
Della possibilità di un nuovo
aumento dei numeri dei contagiati, dei ricoverati, dei morti.
Si tratta di un termine che non è
preso dal linguaggio dell'epidemiologia, ma da
quello della propaganda politica.
Era un termine usato nel
Dopoguerra e fino agli anni 50 dal Partito Comunista Italiano.
La prima ondata era stata la
Resistenza, che aveva spazzato via il Fascismo;
la seconda-attesissima-era quella
che avrebbe dovuto fare il resto, e trasformare
l’Italia in una Repubblica
Sovietica.
Per chi conosce racconti del
grande scrittore Giovannino Guareschi,
l’espressione è familiare: era lo
spauracchio costantemente sventolato
da Peppone davanti agli occhi di
don Camillo.
Oggi di seconda ondata parlano le
istituzioni e la grande stampa.
È bastato che una esponente dell’ufficio
regionale europeo dell’OMS
esprimesse la propria
preoccupazione per la possibilità di nuove infezioni
nei vari Paesi che l’affermazione
è stata tradotta in Italia in questo sintetico
concetto: arriverà una seconda
ondata.
Ovvero: il nemico è sempre qui.
Poco importa che la curva
epidemica sia in discesa, poco importa che siano
ormai a disposizione importanti
ed efficaci strumenti di cura: il terrore per
il Covid deve continuare.
"Non saremo mai a contagio
zero" ha dichiarato l'assessore lombardo al welfare,
evidentemente in possesso di
certezze epidemiologiche non meglio identificate.
E ha aggiunto che “dobbiamo
convivere con questo virus, davanti al quale siamo indifesi”. Evidentemente l’assessore
non è informato che proprio nella sua Regione esistono
ospedali-come la NBQ ha
documentato-dove si cura e si guarisce.
Ma il maggior utilizzo
propagandistico del concetto di Seconda ondata viene dal
Governo centrale.
Conte lo ripete a ogni piè
sospinto.
L’allentamento del lockdown può
avvenire, ma solo sotto strettissimo controllo,
perché l’epidemia può
riesplodere, parola del famigerato Comitato tecnico scientifico
che nei giorni scorsi ha
comunicato che nel mese di giugno potremmo avere
oltre 150.000 persone ricoverate
in terapia intensiva.
Sì, proprio così.
Uno scenario apocalittico, specie
se si pensa che quando è stato raggiunto il picco ai
primi di aprile i ricoverati in
tutta Italia in terapia intensiva erano poco più di 4.000.
Secondo i consulenti di Conte
insomma ci attende qualcosa di paragonabile ad un
disastro nucleare, naturalmente
se si allentassero le misure restrittive.
Questa previsione-non suffragata
da alcuna documentazione epidemiologica-è stata
peraltro categoricamente smentita
da una autorevole società di analisi, Carisma,
che ha definito come totalmente
sbagliato il Calcolo del Comitato.
Un errore addirittura aritmetico,
perché avrebbe preso in considerazione una
popolazione di 260 milioni di
abitanti, anziché 60 milioni come quella italiana.
Il problema del documento, dice
Carisma, è di tipo statistico-matematico, con
errori anche nel calcolo del
tasso di letalità dei contagi.
Insomma: il cenacolo di tecnici e
scienziati al servizio di Conte ha preso un
abbaglio madornale.
Oppure è stata confezionata una
bella bufala per una opinione pubblica ormai
sommersa da dati contradditori e
soprattutto da messaggi terroristici.
La “fase due”, per utilizzare un
altro termine della neolingua, dovrà essere
caratterizzata da nuove paure.
Si deve seminare il panico
rispetto, ad esempio, a quella fascia di persone che
non è stata toccata dallìepidemia,
i bambini.
Così assistiamo ad un montare di
sospetti nei confronti della possibilità di
ammalarsi da parte dei bambini
che è assolutamente in contraddizione con
le evidenze scientifiche
rilevate.
In Svizzera, dove ad esempio il
Governo ha cominciato ad allentare le misure
di lockdown,è stato liberalizzato
il contatto tra bambini e tra questi e i nonni.
Il responsabile Dipartimento
malattie infettive del Ministero della Sanità,
Daniel Koch, ha detto che “gli
scienziati sono arrivati alla conclusione che
i bambini non trasmettono il
virus.
Sarebbe sbagliato proibire ai
nonni, che stanno già soffrendo per questa situazione,
di essere abbracciati dai loro
nipoti quando si sa che essi non sono
contagiosi”.
In Italia, al contrario, ci si
sta lanciando in ardite ipotesi rispetto a possibili
danni ai bambini provocati dal
Covid19.
Una di queste riguarda l’osservazione
che è stata fatta da parte del dipartimento
Pediatria dell’Ospedale di
Bergamo, che recentemente hanno registrato un
aumento numero di casi di
sindrome di Kawasaki, una vasculite nota da molti
anni che colpisce i bambini e la
cui origine è sempre stata sconosciuta.
Ma ora è stato trovato un
colpevole, viene detto: il Coronavirus.
L'insorgenza di questi nuovi casi
sarebbe (il condizionale è d’obbligo) avvenuta
in coincidenza con l'attuale
epidemia.
Come noto, per la scienza due
coincidenze non fanno una prova, eppure
questa ipotesi tutta da
dimostrare sta trovando un'eco enorme perché è
funzionale alla diffusione della
paura che il Covid possa colpire i bambini.
Trascurando magari altri
possibili "indiziati": la sindrome di Kawasaki infatti
è un documentato e provato
effetto collaterale del vaccino contro la Meningite B
(figura anche nella scheda
tecnica del prodotto) che è una vaccinazione facoltativa
ma proposta molto attivamente,
specie in Lombardia.
Forse questo aumento di casi di
sindromi di Kawasali potrebbe essere meglio
indagato prima di arrivare a
conclusioni sbrigative.
Ma come dicevamo in precedenza,
in questo momento si sta facendo di tutto
per tenere sulla popolazione una
pressione psicologica altissima, per indurre-anche
in tempi di allentamento del
Lockdown-ad una “spontanea” rinuncia alle proprie libertà.
Insomma: la “fase due” sarà di
lacrime e sangue, e di fakenews di Stato.
Il tutto mentre si cerca di
boicottare la cura con il Plasma, perché costa troppo poco.