giovedì 2 aprile 2015

La Passione di Gesù

Col cuore al Golgota.
Il nostro cammino con il proposito di seguire
Gesù, ci porta ad appuntamenti sempre più
intensi, sempre più sconvolgenti.
Siamo nel sinedrio, il luogo della condanna di Pilato.
In questo luogo il Salvatore, piegato dalla flagellazione,                                          
fu caricato del patibolo e prese a salire verso il Golgota,                                           
il monte dei condannati, all’infamia della crocifissione.
Da qui inizia la via dolorosa di Cristo, la via Madre di
tutte le vie dolorose del mondo; questa via è impregnata
del sangue che scorreva dal volto di Gesù, dai tagli
della corona di spine, dalle lacerazioni di tutto quel
corpo divino.
C’è un mistero profondo di amore, che il Signore ha
lasciato come traccia incancellabile sulla via dolorosa.
Allora seguiamo anche a ritroso, le tracce di quest’Amore.
Riscopriamo dalla radice quest’amore, arretriamo il
pensiero a quando Adamo, consapevole della colpa
commessa nel Paradiso terrestre, consapevole della
propria indegnità, si nascose alla vista del Signore.
E il Signore lo cercò e lo chiamò:
“Adamo, Adamo, dove sei?”.
Gesù il Messia è venuto sulla terra per continuare                                                 
la ricerca iniziata dal Padre.
Gesù si è fatto carne, si è fatto uomo, per cercare
ancora l’uomo.
Il Padre non vuole che l’uomo se ne vada solo,
lontano da Lui.
Se l’uomo deve scontare sulla terra i suoi peccati,                                                          
nel dolore, nella fatica, nella compagnia della serpe
che lo tenterà sempre, allora Dio, lo seguirà con il
suo Amore immenso; il Figlio lo cercherà per Lui.
Lo cercherà nelle tribolazioni, nelle disperazioni
e nelle croci.
Il Figlio continuerà a chiamare, a implorare;                                                   
“Adamo dove sei?”.
E allora noi faremo una sosta intensa,                                                                 
che riassume idealmente l’intera strada della Croce,                                    
seguendo la sanguinante traccia dell’amore di Dio.
Mediteremo sul Salvatore che cade e che muore,                                          
ripetendoci ancora una volta: “Adamo, dove sei?”.
LA VIA CRUCIS.
Facciamo silenzio dentro di noi, raccogliamoci
intensamente in preparazione alla via Crucis,                                      
che vogliamo percorrere in memoria della                                                       
Passione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo.
Contempleremo le stazioni dove l’uomo cade più in
basso, quelle dove il Figlio di Dio si abbassa di più,                                                            
per trovare e redimere l’uomo.
Chiediamo a Maria, che si unisca a noi in questo
cammino, che prenda il primo posto davanti a noi,                                                               
che ci accompagni passo, passo, come accompagnò
Gesù nella sua via dolorosa, lacerata come Lui, mite
come Lui, vittima d’amore come Lui.
Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello,                                     
gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono
via per crocifiggerlo.
Mentre uscivano, incontravano un uomo di Cirene,                                             
chiamato Simone e, lo costrinsero a prendere
la croce di Lui.
Giunti a un luogo detto Golgota, che significa luogo
del Cranio, gli diedero da bere vino mescolato con fiele;                                                        
ma Egli, assaggiatolo, non ne volle bere.
Dopo averlo quindi crocifisso, si spartirono le sue
vesti tirandole a sorte.
E sedutisi, gli facevano la guardia.
Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta
della sua condanna: “Questi è Gesù, il Re dei Giudei”.
Insieme con Lui furono crocifissi due ladroni,                                                  
uno a destra e uno a sinistra. (Matteo 27, 31-38)
Gesù cade la prima volta sotto la croce.
Il mistero dell’amore di Dio per l’uomo, il mistero
di questo Dio che viene sulla terra per abbracciare
la croce, è insondabile.
Come luce di spiegazione, c’è soltanto l’altra faccia
del mistero, quella della nostra realtà di peccatori;                                                                          noi avevamo bisogno che il Signore ci amasse fino al                                           
punto di dare tutto se stesso per noi.
O Salvatore del mondo!
Questa Croce Te l’abbiamo imposta anche noi.
In mezzo a tutte le voci che gridavano contro di Te,                                              
che volevano la tua crocifissione, c’era anche la nostra
voce; c’era la presenza del nostro peccato, tutte le
volte che è stato un peccato volontario e cosciente.
Signore, quelle volte, in mezzo a tutte quelle voci
urlanti, tu hai sentito anche la mia voce.
C’era anche la mia voce.
Ma in questo momento, Signore, la mia voce è una
voce che Ti supplica, che Ti domanda la grazia del
perdono e, te la domanda nel momento in cui mi
sei più accanto; sei caduto a terra per cercarmi a terra,                                                             fragile e indifeso.
Signore, ecco la tua prima caduta!
Questa prostrazione che Ti mostra sfinito, sotto il
tuo pesante fardello, era necessario a tutti noi,                                                                                    perché ci costringe a ricordare quei momenti,                                                      
quelle volte in cui ci hai attirato più a terra che in
cielo; quei momenti e quelle volte in cui, tanto più
la croce ci pesava sulle spalle, tanto più si sentiva
questa forza di attrazione verso il basso.
Signore, Tu che ci hai creato col fango, non
meravigliarti se qualche volta ci trovi infangati.
Signore, la croce per noi non è uno strumento di
amore come lo è stato per Te.
Per noi è tanto difficile amare la croce e dirti:                                                    
“Sia fatta la tua volontà!”.
Quando questa croce ci inchioda, ce la vorremmo
schiodare di dosso.
La croce che ci accompagna ogni giorno è la croce
del nostro dovere, la croce che si chiama impegno,
che si chiama lavoro, che si chiama responsabilità.
Dalla nostra croce, noi  vorremmo schiodarci,                                                   
evadere, magari anche peccando.
Signore, qui fra di noi raccolti a meditare la tua Passione,                                    
non credo ci sia un Barabba, non credo ci sia un cattivo
ladrone; tutti noi vorremmo essere uomini e donne fedeli;                                                     
ma ciò nonostante non siamo immuni, Tu lo sai, non
siamo immuni da tentazioni, da vigliaccherie,
da fragilità impensabili.
Signore, quando Tu ci vedi cadere, restaci vicino,
insegnaci la fedeltà, insegnaci ad amare quella santità
che si intesse, momento per momento, sul povero telaio
della nostra esistenza.
Signore, insegnaci ad essere crocifissi insieme a Te!
Gesù, cade la seconda volta!
Vorrei Signore, alzare a Te la mia povera preghiera personale.
Vorrei dirti Signore, che nella tua via Crucis era necessario
che Tu ci presentassi questa tua seconda caduta.
Nessuno di noi, Tu lo sai bene, nessuno di quelli che
ti presentano i loro propositi è sempre capace di
mantenerli sino alla fine.
Tu conosci signore, le nostre seconde cadute.
Tu sai Signore, com’è facile per i nostri propositi,
diventare tradimenti: “Anche per Pietro è stato così”.
Tu lo sai Signore, che sul nostro cammino è più
presente la debolezza che la costanza, più presente
il peccato che la grazia.
Quando ci fermiamo davanti a Te che cadi la
seconda volta per redimerci, il nostro orgoglio è
più forte del pentimento; perché non siamo tanto
dispiaciuti di averti offeso;……quanto siamo
dispiaciuti di essere umiliati.
Tu sai Signore, che abbiamo bisogno di vederti così,                                       
caduto, per contemplarti più vicino a noi, a noi che
siamo in terra, caduti, ricaduti, tante e tante volte.
Per queste nostre ricadute, o Signore, Tu sei
caduto ancora una volta.
Con  il prezzo di questa tua ricaduta hai voluto
riscattare le nostre ricadute.
Signore, noi vorremmo essere dei santi,                                                             
ma riusciamo soltanto ad essere mediocri.
Abbiamo desiderato tante volte di essere delle fiamme;                                          
ma siamo soltanto del fumo che il vento disperde.
Abbiamo desiderato di essere luce e, siamo soltanto
una piccola fiammella, preda del soffio delle circostanze.
Signore, anche noi, come la Veronica, abbiamo un
lino bianco da porgerti; è il nostro desiderio di bontà.
Questo desiderio è in tutti noi; è desiderio di impegno,
di trasformazione.
Stampa o Signore, stampa in noi qualche cosa di Te.
Trasferisci su di noi qualche cosa di Te, come facesti
sul lino della Veronica.
Guarda Signore, questo lino bianco che noi mettiamo
sul tuo volto, nella strada dolorosa della nostra vita;
è il lino delle nostre speranze, è il lino delle
nostre aspirazioni.
Fai anche a noi Signore, quel dono misericordioso
che Tu facesti alla Veronica, sulla strada del Golgota;                                                                        concedici una immagine di Te, un riverbero di Te.
Solo così, quando saremo caduti e ricaduti, noi
potremo ancora rialzarci per riprendere il cammino                                        
dietro a te sulle tue orme.
Gesù, cade la terza volta.
C’era bisogno di una nuova, straziante caduta prima
della fine; è la tua terza e ultima caduta.
Signore, perdonaci se mentre Tu sei di nuovo a terra
pensando a noi, al contrario noi pensiamo a noi stessi.
Perdonaci Signre, se guardandoti non sappiamo
pensare a Te, che sei schiacciato a terra con le vesti
incollate, quelle vesti che fra poco ti saranno strappate
di dosso; lacerandoti.
Perdonaci Signore, se soffriamo non per le tue,                                                 
ma per le nostre lacerazioni; noi portiamo sempre
addosso qualche cosa che costituisce la pelle,                         
la veste della nostra vita; diamo peso al denaro,
all’ambizione, alla professione, all’apparenza, alla
bellezza, al divertimento; diamo peso al personaggio
che ci siamo fabbricato su di noi.
E la vita però ci strappa, momento per momento,                                           
giorno per giorno, anno per anno, questi vestiti
che portiamo addosso e di cui non vogliamo spogliarci;                   
la vita ci strappa il benessere, ci strappa la salute,                                           
ci strappa la serenità, i sogni e le speranze.
Signore lo sappiamo, noi dovremmo imparare che ciò                                            
che vale non è quello che abbiamo sulla pelle, ma
quello che è dentro la nostra pelle; anche le piante
hanno dentro la scorza tanto aroma, tanta resina;                            
ma finche rimangono intatte non riescono a dare profumo.
Bisogna che siano incise, bisogna che siano spezzate,                                                  
e allora daranno la loro resina, il loro aroma.
Anche la nostra sorte è quella di essere incisi, di essere
spezzati; ma come è duro, Signore!
O Signore, lo strappo delle vesti è duro, Tu lo sai,                                               
perché anche le tue vesti si erano attaccate alla carne.
Anche le nostre vesti sono attaccate alla nostra carne.
Signore, strappaci queste vesti, ma non farci tanto male!
Abbi pietà della nostra debolezza!
Fai o Signore, che abbiamo la forza di rialzare le membra
dopo ogni strappo, dopo ogni ferita, dopo ogni caduta!
Dacci soprattutto la forza dell’ultima caduta, la forza
di fare ancora un passo, ancora un passo, quello che
ci resta da fare alla fine della nostra vita, per aprire
le braccia sul legno della croce; quando potremo dire
con Te: “Tutto è compiuto!”.
Sul Golgota!
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava:                                              
“Non sei Tu il Cristo? Salva Te stesso e anche noi!”.
Ma l’altro lo rimproverava: “Neanche tu hai timore
di Dio e sei dannato alla stessa pena?                               
Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le
nostre azioni, Egli invece non ha fatto nulla di male”.                                                                        E aggiunse: “Gesù, ricordati di me quando
entrerai nel tuo Regno”.
Gli rispose: “In verità ti dico, oggi sarai con
Me nel Paradiso”. (Luca 23,39-43)
Stavano presso la Croce di Gesù sua Madre, la sorella
di sua Madre, Maria di Clèofa e Maria di Magdala.
Gesù allora, vedendo la Madre e li accanto a Lei il
discepolo che Egli amava, disse alla Madre:                                                                        
“Donna ecco il tuo figlio!”.
Poi disse al discepolo: “Ecco la tua Madre!”.
Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio
si fece buio su tutta la terra.
Verso le tre, Gesù gridò a gran voce:
“Elì, Elì, lemà sabactàni?”, che significa:                                                                                               “Dio mio, Dio mio, perché Mi hai abbandonato?”.
Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano:                                                             
“Costui chiama Elia”.(Matteo 27, 45-47)
E Gesù disse: “Tutto è compiuto!”.
E, chinato il capo, spirò.   (Giovanni 19,30).
Gesù muore sulla Croce!
Quasi nell’indifferenza totale della folla,                                                          
Gesù dona la sua vita per noi.
Gerusalemme si prepara per la festa di Pasqua.
Sulla Croce agonizza l’Agnello di Dio.
Per Lui è il supremo passaggio dalla morte alla Gloria.
Con Lui ed in Lui è tutta l’umanità che Lui è venuto a salvare.
In quel luogo detto; “Cranio”, segnato da tre croci,                                           
il mondo si apre alla sua reale liberazione.
È, quasi sfida suprema ai sapienti e ai potenti,                                                           
il primo che vince la morte al seguito di Dio Crocifisso è                                          
un povero bandito crocifisso al suo fianco:                                                     
“Oggi sarai con Me in Paradiso”.
E perché questa immolazione divina, compiuta
agli occhi di tutti, segnata nei registri della storia,                                                                   evidenziasse l’avverarsi della misteriosa attesa del
popolo ebraico, Gesù grida dalla Croce il Salmo 21,                                                                       dove l’Uomo dei dolori, esprime nel pianto la
sua fede: “Elì, Elì, lemà sabcatàni?”…..                                                                             
”Dio mio, Dio mio, perché Mi hai abbandonato?”.
E la storia giunge al suo culmine: “Tutto è compiuto!”.
In ogni via Crucis, ai piedi di Cristo che muore,                                                      
vediamo sempre Maria e Giovanni, in piedi,                                                          
in un atteggiamento di muta contemplazione.
La morte è veramente l’avvenimento più terribile
e più misterioso che esista, è veramente un momento
di tenebra oscura, che pesa sulla storia dell’umanità.
Non esistono parole in chi piange una morte e,                                                         
non esistono parole davanti alla morte; esiste soltanto
la muta contemplazione della Parola fatta carne.
Questa Parola è il Cristo che muore.
È soltanto guardando Cristo crocifisso,                                                                                
che noi abbiamo un’introduzione al mistero della
morte; la comprensione piena l’avremo soltanto di là,                                                            quando, abbattuta ogni barriera, potremo contemplare
il Volto di Cristo Risorto.
Ma ora, in questa vita, possiamo pensare soltanto a
come vorremmo morire, a come vorremmo affrontare
la nostra morte, possiamo pensare soltanto,                                                                             Signore, a cosa chiederti per la nostra morte.
Signore Gesù, Tu hai guardato quel briciolo di fede                                                  
che sgorgava dal cuore del ladrone che Ti moriva accanto;                                   
hai accolto quel briciolo di fede, quel barlume di desiderio,                                    
e Tu gli hai detto: “Oggi sarai con Me in Paradiso”.
Signore, anch’io ho un briciolo di desiderio,                                                           
anch’io ho un briciolo di fede, anch’io forse,                                                                         
alla fine della mia vita, potrei avere sull’anima mia
molte colpe, come il ladro che Ti stava accanto;                                                                       
ma Signore, anche per me dì quella parola;                                                          
quella parola che mi spalanca l’eterna felicità del
Paradiso, quell’oggi eterno nel quale contemplerò
il tuo Volto senza misteri; Signore, dì anche a me ,
nel momento della mia morte, la parola che Tu hai
detto a quel peccatore che Ti moriva accanto:                                  
“Oggi, sarai con Me in Paradiso”…….
E soprattutto dimmi, Signore, la parola che Tu hai
detto a Giovanni; lascia anche a me il dono che Tu
gli hai fatto morendo, quando tu hai abbassato il
tuo capo sulla scena del Golgota, sulla scena di questo
mondo, e hai detto: “Figlio, ecco tua Madre”.
E Maria è stata fissata per l’eternità in questo Amore
di Madre, è stata fissata per sempre,                                                                            
La Mamma del Crocifisso e Mamma nostra.
Fai o Signore, che anche in noi, sulla nostra strada
dolorosa, sbocci il pensiero di questa Mamma alla
quale Tu ci hai affidato e, fiorisca come motivo di
conforto e di speranza incrollabile.
Noi potremo essere crocifissi come Tu fosti crocifisso;                                         
ma Lei ci sarà, Lei sarà ai piedi della nostra croce,                                                        
nel suo muto dolore. O Cristo morente!
Quando saremo sulla vetta del nostro Calvario,                                                        
sul nostro Golgota, ripeti anche a noi morenti la
grande promessa: “Figlio ecco tua Madre!”.
Affinché Lei ci prenda in braccio,                                                                              
per correre all’abbraccio definitivo con Te,                                                          
nel tuo Amore Misericordioso!