L’Incarnazione di Gesù
La misericordia di Dio decise l’Incarnazione
del suo Figlio nel momento più
opportuno, dopo una lunga attesa,
affinché l’uomo impelagato nel peccato,
si rendesse conto della necessità
della salvezza e fosse grato a Dio,
aspettando con umiltà e pazienza
la realizzazione della promessa.
Nell’Annunciazione è la stessa
Santissima Trinità che, mossa dal desiderio
del bene Dell’uomo, invia un
angelo alla Vergine Maria, una creatura umile,
semplice, sposa di un falegname,
che Viene preferita a tutto ciò che
umanamente è appariscente.
Il messaggero di questo annuncio
è l’angelo Gabriele, che vuol dire fortezza,
il quale la saluta con riverenza
e con gioia la chiama: “Piena di grazia”,
cioè piena di doni, di virtù, di
amore, di buoni desideri e le assicura
l’assistenza di Dio dicendole:
“il Signore è con te”.
Nella risposta della Vergine: “Si
faccia di me secondo la tua volontà;
io sono la serva del Signore”, si
manifesta sia l’umiltà di Maria, la quale
si mette nel posto più basso, che
per Dio è il più alto, sia la sua obbedienza
a Dio e all’angelo che le parla
in suo nome.
È così che Gesù prende un corpo
reale e vero, non apparente, e prende
un’anima razionale e perfetta,
dotata di intelligenza, volontà e memoria.
Tutti i tesori della sapienza e
della scienza di Dio sono presenti nella sua
divina Persona.
Le festività natalizie ci
ricordano che il Verbo di Dio si è rivestito della
nostra carne mortale ed è venuto ad
abitare in mezzo agli uomini con tutto
1'incanto e la fragilità di un
bambino.
Apriamogli le porte del nostro
cuore perché regni in esso come signore
e padrone e ci renda partecipi
della sua grazia e delle sue virtù.
Come i Santi Re Magi offriamogli l’oro
dell’amore, l’incenso dell’orazione
e la mirra della mortificazione.
(Dagli scritti di Madre
Speranza)