Aprile 17, 2020 Cronaca
Commenti disabilitatisu Virus,
medico del San Carlo:
“Il governo ha negato l’emergenza
per non dare ragione a
Salvini e Meloni”
Di Simone Moroni – Milano, 17 Aprile
2020.
Il Covid-19 continua a causare
morti e sofferenze.
In una crisi contrassegnata da
confusione disinformazione è sempre bene
ascoltare le parole di chi sta
fronteggiando l’emergenza in prima linea.
Carlo Serini, medico anestesista
da quasi vent’anni, lavora all’Ospedale
San Carlo di Milano; oltre
all’impegno in ospedale ha partecipato a molte
missioni come Protezione Civile
nazionale ed internazionale, missioni
con l’Esercito in scenari di
guerra quali Afghanistan e Libia e con diverse
organizzazioni in Ghana e
Burundi.
Serini è anche consigliere
municipale nella zona 5 di Milano.
All’Ospedale Sacco di Milano, in
cui è presente un’eccellente unità operativa
di malattie infettive, c’è stato
il primo ricovero per Coronavirus, com’è stato
l’impatto con questa emergenza?
Il Sacco, assieme allo
Spallanzani di Roma, è uno dei due ospedali di eccellenza
e riferimento per malattie
infettive note e non note sul territorio nazionale.
In questo contesto di assoluta
eccellenza a livello internazionale, una Prof.ssa
proprio dell’Ospedale Sacco
inizialmente declinava la questione come poco
più di influenza; dato che ogni
giorno il numero di ricoveri aumentava a dismisura,
e contemporaneamente vedevo che
iniziavano i lavori di demolizione e riallestimento
nel mio ospedale (il San Carlo
Borromeo di Milani, ndr) di un nuovo reparto
di rianimazione, ero rimasto
molto perplesso: perché per una “banale influenza”
si costruiscono tempo zero nuovi
reparti, si sovverte l’organizzazione sanitaria,
si sospendono le sale operatorie
elettive?
La risposta non può essere
che-forse-la banalizzazione e derubricazione del
morbo a “banale influenza” sono
state quanto meno improvvide se non
francamente sbagliate, Dio non
voglia magari per convinzioni personali
o ancora peggio per visione
politica.
Lavorativamente parlando, com’è
cambiata la sua vita?
La vita lavorativa è stata
stravolta completamente, tutti coloro che avevano
possibilità di condurre attività
clinica in terapia intensiva sono stati recuperati
prontamente.
L’Italia è l’unica nazione al
mondo dove un’anestesista è anche rianimatore,
per cui fermando le sale
operatorie si sarebbero recuperate forze per gli
ampliamenti realizzati.
In questa emergenza i posti letto-quanto
meno nel mio Ospedale-sono stati
quadruplicati, è quindi dovuto
diventare altrettanto il personale.
Nell’ospedale dove lavoro le sale
operatorie, l’unità coronarica e le terapie
intensive sono state trasformate
in terapie intensive COVID passando
da 8 a 31 posti.
Nel periodo di metà marzo, fino
alla fine del mese, i turni venivano-peraltro
comprensibilmente comunicati-di
giorno in giorno, vista la velocissima
evoluzione del contagio e dell’impatto
di questo sul sistema sanitario.
Un esempio sul cambiamento della
vita che mi ha toccato personalmente,
è che per un mese non sono
tornato a casa.
I miei genitori erano già da
inizio febbraio in Friuli, così per 4 settimane
sono stato a casa loro per
evitare contatti con la mia compagna e le mie figlie.
Anche la sua attività di
Consigliere Municipale a Milano è cambiata?
Purtroppo sì, sono state sospese
le sedute di Consiglio e le Commissioni
Istruttorie sono state
praticamente azzerate, salvo le urgenze.
Il Municipio 5 si è attivato, nei
limiti delle possibilità umane, per garantire
la massima prossimità alle
persone e alle attività del territorio, anche distribuendo
direttamente mascherine frutto di
una donazione proprio al Municipio 5.
Ciò che mi ha lasciato stupefatto
è stata la decisione (del Sindaco Sala?) di
mettere la gran parte della
Polizia in ferie proprio all’inizio dell’emergenza, quando
sarebbero serviti molto i posti
di blocco per verificare chi andava in giro e perché.
Molti italiani stanno dando un
aiuto alla Sanità, per esempio con donazioni
di sangue ed iscrivendosi come
volontari temporanei della Croce Rossa,
quanto e come influisce sulle
strutture ospedaliere?
Un effetto positivo del Covid-19
è un senso di amalgama e solidarietà che si
vede sia all’interno
dell’ospedale che fuori dalle strutture ospedaliere.
All’interno non c’è figura che
non abbia fatto qualcosa in più oltre la propria
dimensione lavorativa e
personale.
Non ho mai visto tanta
disponibilità umana, tanto impegno, tanta voglia di
fare, tanta abnegazione da parte
di tutti.
Questa cosa si è vista anche
fuori con donazioni di sangue, donazioni di soldi
agli ospedali; mi ha colpito
particolarmente che il supermercato vicino
all’ospedale dove lavoro abbia
chiesto ed ottenuto di mettere all’interno
della struttura un frigorifero
industriale che viene riempito, totalmente
gratuitamente, dei prodotti
vicini alla scadenza in modo che chiunque
può usufruirne.
Il senso di solidarietà italiano
è molto sentito anche al di fuori dall’ambito ospedaliero.
La vicina dei miei genitori, ad
esempio, si era data disponibile per farle la spesa.
Si è sviluppata una solidarietà
che forse prima non c’era.
Come vede le scelte fatte
dall’attuale Governo, sul territorio nazionale e lombardo?
Credo che nessuno abbia mai
invidiato Conte nel suo compito istituzionale
che ora si trova ad affrontare il
più difficile momento post guerra.
Il Governo ha dovuto fare scelte
epocali sulla tutela della salute pubblica
e sulla tutela dell’economia.
I fatti, però, sono questi: a
fine gennaio il Ministero della Salute avvisa che
esiste un’emergenza, a febbraio
non si è fatto nulla di concreto, l’8 marzo
qualcuno anticipa che si chiude
tutto e c’è il fuggi fuggi dal nord verso il sud Italia.
La gestione è stata
contraddittoria e raffazzonata, cosa che ci ha fatto pagare
uno scotto davvero grande.
In seguito tutte le vicende si
sono indirizzate in un modo più coerente tra un
procedimento e l’altro.
Ma credo che l’incertezza e la
confusione governativa iniziale si siano
verificate perché si è ritenuto
che interpretare in maniera corretta i segnali
che già c’erano sarebbe stato di
vantaggio per Salvini e Meloni.
Per evitare di fornirglielo,
allora, l’attuale Governo ha voluto negare
l’esistenza di una situazione
emergenziale; anche a livello locale, come
dimenticare l’epic fail del
Sindaco Beppe Sala con #Milanononsiferma?
C’è stata invece una
disponibilità politica per esempio da parte della Meloni
che ha sempre anteposto
l’interesse nazionale alle beghe di quartiere,
cercando di non avversare
strumentalmente il Governo ove possibile per
creare una radice comune dinnanzi
a questa tragedia.
Il risultato è stato che la
destra ha dimostrato una maturità fuori degli schemi
ideologici, la sinistra si è
nascosta dietro di essi.
Quando c’è una pestilenza hai
solo due scelte: o eviti che arrivi nei tuoi
confini, o a contagio avvenuto
fermi tutto (Codogno docet).
Di Simone Moroni.
PS; sopra ho messo la foto dei nostri pagliacci, quelli che dovrebbero
governare l'Italia e, invece, la stanno distruggendo.
Questi personaggi hanno una fortuna, che sono in Italia, se fossero in Francia
forse sarebbero già stati scaricati in un letamaio, che forse è il loro posto naturale,
mi fermo quì, altrimenti escono parole che non dovrei dire.