sabato 18 aprile 2020

Virus, medico del San Carlo di Milano: "Il governo ha negato l'emergenza per non dare ragione a Salvini e Meloni".


Aprile 17, 2020 Cronaca Commenti disabilitatisu Virus,
medico del San Carlo: “Il governo ha negato l’emergenza
per non dare ragione a Salvini e Meloni”
Di Simone Moroni – Milano, 17 Aprile 2020.
Il Covid-19 continua a causare morti e sofferenze.
In una crisi contrassegnata da confusione disinformazione è sempre bene
ascoltare le parole di chi sta fronteggiando l’emergenza in prima linea.
Carlo Serini, medico anestesista da quasi vent’anni, lavora all’Ospedale
San Carlo di Milano; oltre all’impegno in ospedale ha partecipato a molte
missioni come Protezione Civile nazionale ed internazionale, missioni
con l’Esercito in scenari di guerra quali Afghanistan e Libia e con diverse
organizzazioni in Ghana e Burundi.
Serini è anche consigliere municipale nella zona 5 di Milano.
All’Ospedale Sacco di Milano, in cui è presente un’eccellente unità operativa
di malattie infettive, c’è stato il primo ricovero per Coronavirus, com’è stato
l’impatto con questa emergenza?
Il Sacco, assieme allo Spallanzani di Roma, è uno dei due ospedali di eccellenza
e riferimento per malattie infettive note e non note sul territorio nazionale.
In questo contesto di assoluta eccellenza a livello internazionale, una Prof.ssa
proprio dell’Ospedale Sacco inizialmente declinava la questione come poco
più di influenza; dato che ogni giorno il numero di ricoveri aumentava a dismisura,
e contemporaneamente vedevo che iniziavano i lavori di demolizione e riallestimento
nel mio ospedale (il San Carlo Borromeo di Milani, ndr) di un nuovo reparto
di rianimazione, ero rimasto molto perplesso: perché per una “banale influenza”
si costruiscono tempo zero nuovi reparti, si sovverte l’organizzazione sanitaria,
si sospendono le sale operatorie elettive?
La risposta non può essere che-forse-la banalizzazione e derubricazione del
morbo a “banale influenza” sono state quanto meno improvvide se non
francamente sbagliate, Dio non voglia magari per convinzioni personali
o ancora peggio per visione politica.
Lavorativamente parlando, com’è cambiata la sua vita?
La vita lavorativa è stata stravolta completamente, tutti coloro che avevano
possibilità di condurre attività clinica in terapia intensiva sono stati recuperati
prontamente.
L’Italia è l’unica nazione al mondo dove un’anestesista è anche rianimatore,
per cui fermando le sale operatorie si sarebbero recuperate forze per gli
ampliamenti realizzati.
In questa emergenza i posti letto-quanto meno nel mio Ospedale-sono stati
quadruplicati, è quindi dovuto diventare altrettanto il personale.
Nell’ospedale dove lavoro le sale operatorie, l’unità coronarica e le terapie
intensive sono state trasformate in terapie intensive COVID passando
da 8 a 31 posti.
Nel periodo di metà marzo, fino alla fine del mese, i turni venivano-peraltro
comprensibilmente comunicati-di giorno in giorno, vista la velocissima
evoluzione del contagio e dell’impatto di questo sul sistema sanitario.
Un esempio sul cambiamento della vita che mi ha toccato personalmente,
è che per un mese non sono tornato a casa.
I miei genitori erano già da inizio febbraio in Friuli, così per 4 settimane
sono stato a casa loro per evitare contatti con la mia compagna e le mie figlie.
Anche la sua attività di Consigliere Municipale a Milano è cambiata?
Purtroppo sì, sono state sospese le sedute di Consiglio e le Commissioni
Istruttorie sono state praticamente azzerate, salvo le urgenze.
Il Municipio 5 si è attivato, nei limiti delle possibilità umane, per garantire
la massima prossimità alle persone e alle attività del territorio, anche distribuendo
direttamente mascherine frutto di una donazione proprio al Municipio 5.
Ciò che mi ha lasciato stupefatto è stata la decisione (del Sindaco Sala?) di
mettere la gran parte della Polizia in ferie proprio all’inizio dell’emergenza, quando
sarebbero serviti molto i posti di blocco per verificare chi andava in giro e perché.
Molti italiani stanno dando un aiuto alla Sanità, per esempio con donazioni
di sangue ed iscrivendosi come volontari temporanei della Croce Rossa,
quanto e come influisce sulle strutture ospedaliere?
Un effetto positivo del Covid-19 è un senso di amalgama e solidarietà che si
vede sia all’interno dell’ospedale che fuori dalle strutture ospedaliere.
All’interno non c’è figura che non abbia fatto qualcosa in più oltre la propria
dimensione lavorativa e personale.
Non ho mai visto tanta disponibilità umana, tanto impegno, tanta voglia di
fare, tanta abnegazione da parte di tutti.
Questa cosa si è vista anche fuori con donazioni di sangue, donazioni di soldi
agli ospedali; mi ha colpito particolarmente che il supermercato vicino
all’ospedale dove lavoro abbia chiesto ed ottenuto di mettere all’interno
della struttura un frigorifero industriale che viene riempito, totalmente
gratuitamente, dei prodotti vicini alla scadenza in modo che chiunque
può usufruirne.
Il senso di solidarietà italiano è molto sentito anche al di fuori dall’ambito ospedaliero.
La vicina dei miei genitori, ad esempio, si era data disponibile per farle la spesa.
Si è sviluppata una solidarietà che forse prima non c’era.
Come vede le scelte fatte dall’attuale Governo, sul territorio nazionale e lombardo?
Credo che nessuno abbia mai invidiato Conte nel suo compito istituzionale
che ora si trova ad affrontare il più difficile momento post guerra.
Il Governo ha dovuto fare scelte epocali sulla tutela della salute pubblica
e sulla tutela dell’economia.
I fatti, però, sono questi: a fine gennaio il Ministero della Salute avvisa che
esiste un’emergenza, a febbraio non si è fatto nulla di concreto, l’8 marzo
qualcuno anticipa che si chiude tutto e c’è il fuggi fuggi dal nord verso il sud Italia.
La gestione è stata contraddittoria e raffazzonata, cosa che ci ha fatto pagare
uno scotto davvero grande.
In seguito tutte le vicende si sono indirizzate in un modo più coerente tra un
procedimento e l’altro.
Ma credo che l’incertezza e la confusione governativa iniziale si siano
verificate perché si è ritenuto che interpretare in maniera corretta i segnali
che già c’erano sarebbe stato di vantaggio per Salvini e Meloni.
Per evitare di fornirglielo, allora, l’attuale Governo ha voluto negare
l’esistenza di una situazione emergenziale; anche a livello locale, come
dimenticare l’epic fail del Sindaco Beppe Sala con #Milanononsiferma?
C’è stata invece una disponibilità politica per esempio da parte della Meloni
che ha sempre anteposto l’interesse nazionale alle beghe di quartiere,
cercando di non avversare strumentalmente il Governo ove possibile per
creare una radice comune dinnanzi a questa tragedia.
Il risultato è stato che la destra ha dimostrato una maturità fuori degli schemi
ideologici, la sinistra si è nascosta dietro di essi.
Quando c’è una pestilenza hai solo due scelte: o eviti che arrivi nei tuoi
confini, o a contagio avvenuto fermi tutto (Codogno docet).
Di Simone Moroni.
PS; sopra ho messo la foto dei nostri pagliacci, quelli che dovrebbero 
governare l'Italia e, invece, la stanno distruggendo.
Questi personaggi hanno una fortuna, che sono in Italia, se fossero in Francia 
forse sarebbero già stati scaricati in un letamaio, che forse è il loro posto naturale, 
mi fermo quì, altrimenti escono parole che non dovrei dire.