GIA' NEL 2013 UN
GIUDICE DI BOLOGNA DENUNCIAVA
IL TERRIBILE MERCATO
DEI BAMBINI DATI IN AFFIDO
L'inchiesta Angeli e Demoni a
Bibbiano ha dimostrato che diceva il vero il
giudice del Tribunale dei
minorenni di Bologna nella trasmissione di Federica
Panicucci (VIDEO: Francesco
Morcavallo a Mattino 5) di Luca Volontè.
Nell'ormai lontano 2013, negli
studi di Mattino Cinque, il giudice Francesco
Morcavallo del tribunale di
Bologna, davanti alla conduttrice Federica Panicucci
e ad un pubblico ammutolito,
denunciava un indecente e terribile mercato di
bambini e affidi violenti e
laceranti.
Il video dell'intervista è
allucinante ed appare sconvolgente che nessuno abbia
ritenuto opportuno procedere
d'ufficio contro ciò che il giudice denunciava come
un «mercato di affidamenti che
vale 1,5 o 2 miliardi di euro l'anno».
Una vergogna. Ma come è
possibile?
Quale obbligatorietà dell'azione
penale esiste quando addirittura un giudice
denuncia fatti così gravi o
quando addirittura si denuncia il Csm di immotivata
mancanza di intervento davanti a
35 mila bambini allontanati dalle famiglie al 2013?
Non ci sono parole per questa
mancanza di intervento e almeno si faccia sapere
e ci si chieda, con tutti gli
strumenti possibili, inclusi quelli istituzionali, come mai
e perché non si è intervenuti per
tempo con azioni e ispezioni appropriate.
ANGELI E DEMONI
Si è dovuto attendere sino al 28
giugno 2019 prima che la coraggiosa Procura
di Modena intervenisse sulle
vicende degli affidi illeciti nel reggiano, con la
famosa e oscurata indagine Angeli
e Demoni che per qualche ora ha tenuto tutti
gli italiani attaccati al video.
Ore e giorni sono poca cosa per
una così drammatica e devastante vicenda che
colpisce da anni decine di
migliaia di bambini e famiglie in Italia.
Se non è un'emergenza nazionale
questa, per favore, descriveteci cosa intendete
con la parola emergenza, cosa
chiedete nelle vostre "interpellanze urgenti" in
Parlamento, nei vostri
"Question-time".
La ramificazione, sin qui nota,
della vicenda Angeli e Demoni, così come la
testimonianza-denuncia del
giudice Morcavallo di sei anni prima, tratteggiano
un "sistema", una
"mafia", una "collusione" stabile tra pubblico e privato
che ha
pochi precedenti nella storia del
malaffare italiano.
35 mila bambini (secondo i dati
del 2013) significa almeno 70 mila genitori, per
un totale (tolti i nonni, gli zii
e i parenti prossimi) di ben più di 100 mila italiani
coinvolti in drammi e tragedie
difficilmente rimarginabili per il resto della vita.
Il dramma di 100 mila italiani,
comprovato e non fantasioso, non interessa a nessuno?
Non pretende di essere chiarito
in tutti i suoi aspetti, inclusi quelli che riguardano
la mancata azione del Consiglio
Superiore della Magistratura?
LA DIMENTICATA DIGNITÀ
DEL BAMBINO
Voglio però far notare il punto
cruciale, secondo me assente nel flebile dibattito
su questa mercificazione dei
bambini, quello appunto del valore e della dignità
del bambino in sé.
Se la nostra società non apre una
riflessione seria e non andrà a fondo sulla
continua riaffermazione dei
pericoli conseguenti alla "cosificazione" e alla
"mercificazione" dei
più deboli, a cui Papa Francesco ci richiama sempre, non
usciremo da questo tunnel
dell'orrore.
Certo, ci auguriamo che il
solerte lavoro della magistratura e della politica faccia
presto e faccia bene, ma se non
ripartiamo dalla dignità umana di tutti, se non ci
riprendiamo la consapevolezza di
questo diritto inalienabile, non faremo neanche
un passo avanti.
L'idea del
"bambino-oggetto" è quella che fa gettare i bimbi dai balconi, li
lascia
in auto col solleone, gli concede
video e telefonini sin dalla più tenera età, li sposta
da un luogo all'altro in funzione
degli impegni professionali, li usa come merce
preziosa di arricchimento e
ricerca di affetti.
A tal proposito, «L'utero è mio»
ci ha portato al bambino come cosa mia, di cui
dispongo io e ci faccio quel che
voglio, mia "cosa" o desiderio di "una cosa".
Lo vediamo infatti nell'utero in
affitto, l'incivile schiavitù moderna con la quale
anche i sindacati scendono a
patti, lo vediamo emergere dal fuoco di questa tragedia.
Una tragedia non finita, una
violenza che continua e proseguirà non solo sino alla
fine delle indagini di Modena,
non solo (come auspichiamo) sino alle indagini del Csm.
Andrà avanti fino alla nostra
conversione del cuore.
Non piangiamo sui pochi bambini
morti in mare se poi uccidiamo il cuore e gli
affetti delle decine di migliaia
di bambini rapiti dalle proprie famiglie.
Gli uni muoiono in mare per
circostanze imprevedibili, gli altri li stiamo uccidendo
noi con il nostro menefreghismo
sistematico.
Possiamo fare qualcosa, vogliamo
farlo?
L'avv. Francesco Morcavallo,
Giudice del Tribunale dei minorenni di Bologna,
a Mattino 5 ospite di Federica
Panicucci nel 2013 afferma che "in situazione di
disagio sia sociale, sia
economico, si interviene con strumenti autoritativi che sono
simili a quelli degli ordinamenti
totalitari".
Per i 35.000 minori dati in
affido in Italia ogni anno nel 99% dei casi non ci sono
motivazioni derivanti da fatti
concreti, ma solo giudizi soggettivi da parte da
assistenti sociali e giudici.
In pratica si tolgono i figli ai
genitori per interesse di tipo economico da parte degli
enti privati che gestiscono gli
istituti che percepiscono soldi pubblici.
Insomma: lo Stato ti porta via i
figli come accade nei totalitarismi.
Non basta punire i colpevoli di
una singola vicenda come quella che è adesso sotto
i riflettori, ma va eliminato il
controllo dello Stato sulle famiglie limitando l'intervento
della magistratura alle sole
situazioni gravissime e con fatti accertati.
Poi mi domando quanto può costare
un bambino in un istituto?
Sono buono, dico € 50 al giorno?
Bene; ma perché quei 50€ non li
diamo alla famiglia in difficoltà che può vivere
anche se ha altri figli?
Io non ho fatto le scuole alte,
solo la 5° elementare tanti anni fa, ma per me questa
sarebbe la soluzione logica;
possibile che chi ha studiato non riesca ad arrivarci
con la sua intelligenza a fare
questo?