LA
VERGINE SI CHIAMAVA MARIA (Luca 1,27)
Ecco
una persona vera.
Una
persona come me e come te, come tutti noi, eppure così importante per Dio.
Una
persona che non si può non
conoscere, se si vive in
Gesù Cristo.
E
di lei tutto quello che sappiamo è un nome: si chiamava Maria.
Viveva
a Nazareth, ecco la seconda notizia; poi silenzio.
Famiglia,
situazione sociale,
padre e madre, giorni, date; di tutto questo il Vangelo
non
fa parola; nessuna biografia è possibile.
Bisogna
riconoscere che per noi, assetati d’informazione, questo procedimento
è
sconcertante; ancor più perché qui si tratta d’un personaggio di primissimo
piano;
è di questi appunto che
noi cerchiamo notizie, volendone sapere «tutto»
ad
ogni costo; il nostro
piccolo tutto, che spesso è quasi niente e si riempie
rapidamente
di chiacchiera.
Di
Maria ci è dato il nome; tanto per saperci orientare con un minimo riferimento
quando
ne parliamo.
Sembra
paradosso, eppure in
questo paradosso, che cioè la donna più nominata ed
amata del mondo sia tanto sconosciuta, c’è
l'insegnamento di base; nella
realtà
d’una
persona, nella sua vita e nel suo essere non conta molto chi essa è, come è
o quando è o dove è, conta ciò che Dio opera in lei,
e ciò che essa consente che
Egli
operi in lei.
Questo
vale subito per me, per te e per tutti noi.
Lasciamo
pure che l’anagrafe ci descriva per nome e cognome, lasciamo che familiari,
amici, colleghi ci
conoscano a modo loro, ci definiscano e
pensino d’avere di noi la
giusta
valutazione; resta immutato che quel che conta
di noi è la misura dell’opera
di Dio e del nostro
consenso all’opera di Dio.
Una
prima grande lezione di vita che Maria ci dà senza neanche avvedersene.
Diciamo pure che al
nostro bisogno di essere qualcuno questa prima lezione
è dura;
anche
di più in un mondo dove contare niente, essere messi da parte, starsene dimenticati
è
esperienza ben diffusa e
mortificante, malgrado tante dichiarazioni di solidarietà.
Ma
la lezione di Maria non va nella direzione di annullarci, bensì in quella, del tutto
opposta, di esaltarci; perché se è vero che troppo spesso gli
uomini ci disfano con la
loro prepotenza e noncuranza, è ancor più vero che Dio ci ricrea con
il suo amore fedele.
Essere persone la cui
identità sta proprio in quel che Dio fa in loro,
ossia essere delle
amate, delle santificate,
delle «condotte
per mano» da Lui,
qualsiasi altra cosa si faccia
poi
nella vita, è la carta d’identità giusta.
E a questo punto, tanto
per essere indicabili, basta avere un nome.
La
vergine si chiamava Maria.
Dietro
il nome infatti si apre l’abisso delle opere di Dio, comincia la verità,
si
mette a correre la vita.
Si
capisce perché Paolo VI
disse nell’Esortazione apostolica al culto mariano;
«La
Vergine Maria è stata
sempre proposta dalla Chiesa alla imitazione dei fedeli
non
precisamente per il tipo di vita che
condusse e, tanto meno, per l'ambiente
socioculturale
in cui essa si svolse, ormai quasi dappertutto superato, ma perché,
nel concreto della sua
vita, Ella aderì, totalmente e responsabilmente, alla
volontà di Dio»
Non importa il tipo di
ali; importa il volo.
Nulla
di tutto ciò che siamo, abbiamo, possiamo, e sappiamo aggiunge alcunché
a
ciò che riusciamo a fare se amiamo Dio.
E così, nella semplicità, si apre il
mistero del chi siamo davanti a Dio: questa è la
nostra
faccia giusta, l’unica che non sia maschera e provvisorietà.
Proviamo
allora a domandarci chi
siamo noi.
Quello che noi stessi pensiamo di noi.
Oppure
ciò che gli altri pensano di noi.
Facilmente troveremo nel
nostro giudizio la mescolanza dell’una e dell’altra
cosa.
Ebbene,
ci pare che basti?
È
certo più utile avere l’abitudine di considerarci uno in cui Dio opera, e uno che
sta consentendo all’opera
di Dio, chiunque noi siamo, giovane,
vecchio, sano, malato,
ricco,
povero, istruito o ignorante.
E se ci accorgiamo che
non siamo abituati a giudicarci così, allora
possiamo
concludere
che è giunto il tempo di farlo, ossia di convertire la nostra intelligenza
e
il nostro cuore alla verità.
E
intanto potremo dire alla Vergine Maria: «Aiutaci, Maria. Tu che non avesti in
terra altro nome, eppure sei diventata nella gloria Compiacimento di Dio, facci
sapienti ed insegnaci a capire quanto poco vale essere questo o quello
quaggiù
se
non vogliamo specchiarci nel gusto di Dio.
Aiutaci, Maria, a preparare in noi,
vivendo come te, il nome di gloria».
Santo Rosario nei Misteri del Dolore.
O DIO VIENI A SALVARMI
SIGNORE VIENI PRESTO IN
MIO AIUTO
NEI MISTERI DEL DOLORE
GESÙ MUORE PER SALVARCI
O Maria, Tu che hai seguito Gesù
sulla via della passione guidaci alla
contemplazione dei misteri
dolorosi della nostra salvezza.
GLORIA al Padre al
Figlio e allo Spirito Santo…..
Gesù, perdona le nostre colpe,
preservaci dal fuoco dell’inferno, porta in cielo
tutte le anime, specialmente le
più bisognose della tua misericordia.
PRIMO MISTERO DEL
DOLORE
L’agonia di Gesù
nell’orto degli ulivi.
Giunto sul luogo disse loro:
“Pregate per non entrare in tentazione”.
Poi si allontanò da loro quasi un
tiro di sasso e inginocchiatosi pregava: “Padre,
se vuoi, allontana da me questo
calice!
Tuttavia non sia fatta la mia, ma
la Tua volontà”.
Prega per noi, Vergine
Santa, perché abbiamo sempre la forza di compiere
la volontà di Dio a
prezzo di qualunque sacrificio.
PADRE, 10 AVE, GLORIA.
Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci
dal fuoco dell’inferno, porta in cielo
tutte le anime, specialmente le
più bisognose della tua misericordia.
SECONDO MISTERO DEL
DOLORE
La flagellazione di
Gesù.
Pilato volendo dare soddisfazione
alla moltitudine, rilasciò loro Barabba
e, dopo aver fatto flagellare
Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.
Prega per noi, Vergine
Santa, perché sappiamo continuare a credere che Dio
ci ama, anche quando i
colpi della sofferenza si abbattono su di noi.
PADRE, 10 AVE, GLORIA.
Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci
dal fuoco dell’inferno, porta in cielo
tutte le anime, specialmente le
più bisognose della tua misericordia.
TERZO MISTERO DEL
DOLORE
La coronazione di
spine di Gesù.
Allora i soldati lo condussero dentro
il cortile….lo rivestirono di porpora e,
dopo aver intrecciato una corona
di spine, gliela misero sul capo.
Cominciarono poi a salutarlo: “Salve
Re dei Giudei!”
Prega per noi, o Maria,
perché quando qualcuno circonda di spine il nostro cuore,
sappiamo rendere bene
per male.
PADRE, 10 AVE, GLORIA.
Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci
dal fuoco dell’inferno, porta in cielo
tutte le anime, specialmente le
più bisognose della tua misericordia.
QUARTO MISTERO DEL
DOLORE.
Gesù sale al Calvario,
caricato della Croce.
Pilato lo consegnò loro.
Essi allora presero Gesù, ed Egli
portando la croce si avviò verso il Golgota.
Prega per noi, o Madre,
perché come discepoli fedeli sappiamo seguire il Maestro,
con la certezza che la
via della Croce è la via della salvezza.
PADRE, 10 AVE, GLORIA.
Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci
dal fuoco dell’inferno, porta in cielo
tutte le anime, specialmente le
più bisognose della tua misericordia.
QUINTO MISTERO DEL
DOLORE
La Crocifissione di
Gesù.
Giunti al Calvario lo
Crocifissero!
Presso la Croce di Gesù, c’era
sua Madre….!
Dopo aver ricevuto l’aceto, Gesù
disse “Tutto è compiuto!”
E chinato il capo spirò.
Prega per noi, Madre
Addolorata, perché amiamo con tutto il cuore Gesù
morto per noi, ed
amiamo il prossimo come Lui lo ha amato.
PADRE, 10 AVE, GLORIA.
Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci
dal fuoco dell’inferno, porta in cielo
tutte le anime, specialmente le
più bisognose della tua misericordia.
PREGHIAMO
O Dio, Trinità d’Amore, Tu vedi
di quanta potenza d’amore hanno bisogno
l’uomo odierno e il mondo; di
quanta potenza dell’Amore Misericordioso!
Ti preghiamo non venire meno; sii
infaticabile; sii costantemente più grande
di ogni male che è cresciuto nel
nostro secolo e nelle nostra generazione;
sii più potente con la forza del
Re Crocifisso.
Per Cristo nostro Signore. AMEN.
Che la Benedizione di
Dio Onnipotente e Misericordioso, scenda su di noi,
sulle nostre famiglie,
sui nostri cari e sulla nostra Nazione martoriata,
per Cristo nostro
Signore, Amen.
La Pace sia con tutti
noi.