mercoledì 17 dicembre 2014

Il falegname Giuseppe

Giuseppe il grande,
il giusto e il sognatore.
Parliamo un po’, amici, del mio amico Giuseppe
uomo giusto, visto che ne parliamo sempre troppo poco.
Colui che ha saputo donarci una grande pagina
poetica di fiducia e abbandono nel Signore.
Giuseppe sta organizzando casa per accogliere Maria.
È un bravo ragazzo, un onesto lavoratore ed è
sufficientemente devoto, insomma: un buon partito.
È contento di accogliere Maria, che è una ragazza timida
ma decisa, gentile e di bell’aspetto: molti lo considerano
fortunato di avere in sposa la piccola adolescente di Nazareth.
In questo clima di festa matrimoniale, arriva la doccia fredda.
Matteo, tutela della privacy, non ci spiega come Giuseppe
sia venuto a conoscenza della gravidanza di Maria.
Dubito che si siano incontrati, forse è stata la madre
Anna a comunicargli la notizia, chissà.
Possiamo, però immaginare la notte insonne di Giuseppe,
la peggiore della sua vita.
Ma come? Maria?
La mia piccola Maria?
E chi sarà il padre?
Io che pensavo fosse una così brava ragazza!
Che stupido sono stato!
Ma ci sarà una ragione, qualcuno avrà abusato
della sua gentilezza…!
Giuseppe non riesce a prendere sonno, si gira e si rigira
sul giaciglio, come fa la porta sui cardini.
Ma, oltre alla profonda ferita di un amore tradito,
Giuseppe deve affrontare l’incubo del futuro.
Cosa deve fare?
A norma di legge (Dt 22,21), Giuseppe deve svegliarsi e
radunare altri uomini della comunità dicendo che quel
bambino non è suo, e subito Maria sarà lapidata a morte.
Per essere un buon credente e un devoto, deve
uccidere Maria.
(Non è folle che, a volte, gli uomini compiano cose
orribili in nome di Dio?).
Giuseppe deve informare il rabbino del fattaccio e
Ripudiare la futura sposa, che rimarrà a casa dei propri
genitori piena di vergogna, segnata per tutta la vita.
E, a questo punto, succede l’incredibile.
Giuseppe, che è un giusto, trova una soluzione.
Mentirà. Il mentitore giusto.
Dirà che si è stancato di Maria, la ripudierà,
salvandole l’onore.
Certo, nessuno prenderà più in sposa una donna che ha
avuto un figlio da un altro uomo, ma, almeno, girerà a
testa alta nelle strade di Nazareth.
Giuseppe è grandioso: non rispetta la Legge attribuita
a Dio e decide di mentire.
Matteo ci dice che Giuseppe è giusto.
A volte la legge di Dio, quella autentica, passa attraverso la
trasgressione della legge degli uomini, quella attribuita a Dio.
Giusto è un titolo straordinario, in Israele.
È, forse, il più bel complimento che si possa fare ad un ebreo.
Giuseppe è giusto come Dio è giusto, perché non giudica
secondo le apparenze, perché si sacrifica, supera il suo
orgoglio di maschio ferito, e salva Maria e Dio.
Immenso Giuseppe, falegname abituato a riconoscere
l’essenza di un legno, a piallare un asse, non ad inseguire
fini ragionamenti che lo mettono in crisi!
Ha deciso, anche se continua a non prendere sonno.
E, proprio quando ha scelto di salvare Maria, quando
si è dato pace, quando ha superato il proprio orgoglio,
arriva, in sogno, un angelo che lo rassicura.
Va tutto bene, gli dice l’angelo, hai a che fare col mistero.
Fai bene a fidarti di Maria, è prodigioso ciò che le è
capitato, colui che porta in grembo non è il figlio di
un altro uomo, ma di Dio stesso.
Caspita, mica una barzelletta!
Maria lo partorirà e tu, Giuseppe, gli darai il nome,
cioè l’identità, il carattere, l’educazione.
A Maria l’angelo chiede di collaborare.
A Giuseppe l’angelo chiede di insegnare a Dio a diventare uomo.
Anche lui, Giuseppe, deve cambiare la sua vita, i suoi desideri,
le sue scelte, adeguarli all’evento improvviso di un Dio
che decide di diventare uomo.
Giuseppe obbedisce; è grande!
Si sveglia e prende con sé Maria.
Leggo e rileggo questa conclusione sconcertante.
Si alza e obbedisce; fantastico!
Non fa commenti, non approfondisce ulteriormente,
si fida e basta, accetta, accoglie, l’ho sempre detto io,
per imparare non dobbiamo andare dai sapienti,
ma dagli umili giusti.
La sua vita, ora, è radicalmente cambiata, ma va bene
Così; ha a che fare con il mistero di Dio.
Grandioso Giuseppe; uomo giusto, e noi?
Speriamo, la speranza non deve mai mancare.
Impariamo da Giuseppe a fidarci; ad avere fiducia
in Dio, a credere che Lui è venuto a farsi uomo,
perché tutti noi imparassimo ad essere uomini.
Fidiamoci ciecamente, come ha fatto Giuseppe,
magari non riceveremo da custodire suo Figlio,
ma di farlo conoscere ed amare, quello sì.
Rimango in attesa, allora, come spero tutti voi amici,
Fausto.