Cari amici, eccovi come promesso le foto scattate
al Santuario Sabato e Domenica 28-29-Marzo 2015.
Altra bellissima esperienza vissuta in un clima famigliare
come voleva Madre Speranza, fra tanti amici pellegrini.
Mi ha fatto piacere che nel pellegrinaggio ci fossero
persone nuove che non erano mai state al Santuario,
persone simpatiche che mi hanno donato la loro amicizia,
e dove assieme ho avuto l'opportunità di far conoscere loro
le bellezze e la spiritualità della Madre e del Santuario stesso,
abbiamo pregato assieme, ci siamo scambiati le nostre
sofferenze, i dolori e le impressioni positive che il Santuario
ci ha offerto, attraverso le immersioni nelle vasche volute da
Madre Speranza, le confessioni, le Liturgie, la Via Crucis, e
la Domenica pomeriggio la ciliegina sulla torta, abbiamo
assistito alla rappresentazione dell'entrata in Gerusalemme
di Gesù in costumi dell'epoca.
Ringrazio l'Amore Misericordioso per avermi concesso questa
opportunità, ed anche tutti i miei compagni di viaggio per la
bella esperienza vissuta con loro, un abbraccio da Fausto.
lunedì 30 marzo 2015
venerdì 27 marzo 2015
Domenica delle Palme 29 Marzo 2015
Ci
siamo.
Inizia la grande settimana.
Fine della Quaresima, fine dei nostri
sforzi, fine dei bilanci, ora non
importa più nulla: è come se ci si
preparasse ad una festa, ad una
prima teatrale: concitati fino alla fine,
ci si scalda, si soffre, oppure si
resta tiepidi spettatori.
Ma arriva un momento preciso, l'ora,
in cui inizia la rappresentazione:
quello che è successo è successo,
e ciò che sta per succedere che
ormai importa.
E' in questo grande dramma, in questa
storia assolutamente vera e sconvolgente,
che si gioca la nostra fede.
Ne siamo come immersi, spettatori e
protagonisti, forse nascosti tra la folla
al Gòlgota o inneggianti euforici
all'ingresso in città.
Ci siamo, comunque.
Questa settimana, così grande, così
importante da essere chiamata “Santa”,
è il gioiello dell'anno liturgico, una
perla troppo spesso dimenticata da
noi cristiani, a vantaggio di feste forse
più sentimentali ma piene di solo
consumismo (vedi il Natale). Qui no.
Un morto in croce non si vende,
non suscita sentimenti di bontà.
Anzi: se ne parla poco e male di questo
Dio che sale su di una croce e muore,
solo come un cane.
Rimane difficile da capire il mistero di
una tomba vuota e del significato profondo
della parola “risurrezione”.
Tant'è: che la Chiesa si ferma stupita.
E' curioso: normalmente l'anno liturgico
sintetizza la Storia della salvezza in poco
tempo: così in dodici mesi ripercorriamo
la vita di Gesù.
Invece, durante la settimana santa ci si
ferma: giorno per giorno, ora per ora,
regoliamo i nostri orologi e il nostro
tempo a quel momento cruciale
per la storia dell'umanità.
Fermi, zitti, Dio si prepara a morire,
Cristo celebra la sua presenza nell'ultima
Pasqua, la nuova Pasqua, viene arrestato,
condannato, ucciso, sepolto, ma vive.
In questa preziosa settimana, qualunque
cosa faremo, al lavoro, a scuola, a casa,
potremo fermarci, socchiudere gli occhi
e pensare a Cristo, ai suoi sentimenti,
alla sua angoscia, alla sua bruciante
passione, al suo desiderio straordinario
per la nostra salvezza.
Prendiamoci del tempo: giovedì sera,
venerdì e sabato notte, celebreremo
il Triduo Pasquale: partecipiamo,
lasciamoci trascinare da queste
celebrazioni dense di fede.
E questa settimana inizia oggi,
Domenica delle Palme, piena di ricordi
di bambini, di rami di ulivo addobbati
(con le uova di cioccolato) da sventolare
in alto per manifestare la gioia
dell'incontro con Dio.
Ironia dell'incoerenza umana: le stesse
voci, le stesse braccia, non più con le
palme aperte verso il cielo, ma a pugni
serrati, trasformeranno la loro gioia per
il Messia, figlio di David, in un'invocazione
terrificante: “Crocifiggilo!”.
Uomo sciocco, come sciocchi e tardi
nel credere siamo noi, ancora
inconsapevoli del tesoro che abbiamo
nelle mani, così, disposti anche noi a
trasformare la nostra preghiera di
benedizione in invocazione di morte!
Eppure da quella croce pende il destino
dell'uomo, con quel sangue è firmato il
patto dell'Amicizia eterna di Dio, in quel
pane è conservato il Cuore di Colui che
desidera ardentemente di mangiare
la Pasqua con noi.
Ci ritroviamo in questo racconto?
Ci siamo? E dove siamo?
Forse negli apostoli paurosi e sconcertati,
o nel cinico potere di Pilato, o nella trama
intrigante contro il fratello, o nella sofferenza
cruenta del Cireneo che porta la Croce, o forse
nel peccato desideroso di salvezza del ladro o,
Dio non voglia, nell'indifferenza di quei
pii ebrei che, entrando in città, affrettando il
passo per l'imminente temporale, gettarono
uno sguardo di disprezzo verso gli ennesimi
condannati a morte, feccia della società, che
venivano esemplarmente puniti.
Invece lì, Dio moriva.
Su quella croce si consuma la follia di un
uomo che inchioda Dio perché in Lui vede
un concorrente, non un compagno.
Ma l'augurio, caloroso, che mi faccio e che
vi faccio, è di ritrovarci-un poco almeno-in
quel Centurione straordinario, di cui la
storia ha taciuto il nome, che davanti al
modo di morire di quell'uomo, al dono di
sé fino alla fine, rimane stupito, rimane turbato,
rimane scosso fino nell'intimo e riconosce in
Lui il Figlio di Dio.
Ecco la fede, la grande fede, che può sgorgare
nel cuore di ciascuno di noi: davanti all'uomo
crocifisso, davanti alla sconfitta più assurda,
davanti alla delusione di un sogno massacrato,
e riconoscere la potenza del Dio immortale.
Allora potremo cantare, con la liturgia
del venerdì santo: “Dio santo, Dio forte,
Dio immortale, abbi pietà di noi
e delle nostre miserie!”.
Buona settimana Santa, aspettando
la gioia del Cristo Risorto!
Buona Domenica delle Palme
a tutti voi amici, Fausto.
Inizia la grande settimana.
Fine della Quaresima, fine dei nostri
sforzi, fine dei bilanci, ora non
importa più nulla: è come se ci si
preparasse ad una festa, ad una
prima teatrale: concitati fino alla fine,
ci si scalda, si soffre, oppure si
resta tiepidi spettatori.
Ma arriva un momento preciso, l'ora,
in cui inizia la rappresentazione:
quello che è successo è successo,
e ciò che sta per succedere che
ormai importa.
E' in questo grande dramma, in questa
storia assolutamente vera e sconvolgente,
che si gioca la nostra fede.
Ne siamo come immersi, spettatori e
protagonisti, forse nascosti tra la folla
al Gòlgota o inneggianti euforici
all'ingresso in città.
Ci siamo, comunque.
Questa settimana, così grande, così
importante da essere chiamata “Santa”,
è il gioiello dell'anno liturgico, una
perla troppo spesso dimenticata da
noi cristiani, a vantaggio di feste forse
più sentimentali ma piene di solo
consumismo (vedi il Natale). Qui no.
Un morto in croce non si vende,
non suscita sentimenti di bontà.
Anzi: se ne parla poco e male di questo
Dio che sale su di una croce e muore,
solo come un cane.
Rimane difficile da capire il mistero di
una tomba vuota e del significato profondo
della parola “risurrezione”.
Tant'è: che la Chiesa si ferma stupita.
E' curioso: normalmente l'anno liturgico
sintetizza la Storia della salvezza in poco
tempo: così in dodici mesi ripercorriamo
la vita di Gesù.
Invece, durante la settimana santa ci si
ferma: giorno per giorno, ora per ora,
regoliamo i nostri orologi e il nostro
tempo a quel momento cruciale
per la storia dell'umanità.
Fermi, zitti, Dio si prepara a morire,
Cristo celebra la sua presenza nell'ultima
Pasqua, la nuova Pasqua, viene arrestato,
condannato, ucciso, sepolto, ma vive.
In questa preziosa settimana, qualunque
cosa faremo, al lavoro, a scuola, a casa,
potremo fermarci, socchiudere gli occhi
e pensare a Cristo, ai suoi sentimenti,
alla sua angoscia, alla sua bruciante
passione, al suo desiderio straordinario
per la nostra salvezza.
Prendiamoci del tempo: giovedì sera,
venerdì e sabato notte, celebreremo
il Triduo Pasquale: partecipiamo,
lasciamoci trascinare da queste
celebrazioni dense di fede.
E questa settimana inizia oggi,
Domenica delle Palme, piena di ricordi
di bambini, di rami di ulivo addobbati
(con le uova di cioccolato) da sventolare
in alto per manifestare la gioia
dell'incontro con Dio.
Ironia dell'incoerenza umana: le stesse
voci, le stesse braccia, non più con le
palme aperte verso il cielo, ma a pugni
serrati, trasformeranno la loro gioia per
il Messia, figlio di David, in un'invocazione
terrificante: “Crocifiggilo!”.
Uomo sciocco, come sciocchi e tardi
nel credere siamo noi, ancora
inconsapevoli del tesoro che abbiamo
nelle mani, così, disposti anche noi a
trasformare la nostra preghiera di
benedizione in invocazione di morte!
Eppure da quella croce pende il destino
dell'uomo, con quel sangue è firmato il
patto dell'Amicizia eterna di Dio, in quel
pane è conservato il Cuore di Colui che
desidera ardentemente di mangiare
la Pasqua con noi.
Ci ritroviamo in questo racconto?
Ci siamo? E dove siamo?
Forse negli apostoli paurosi e sconcertati,
o nel cinico potere di Pilato, o nella trama
intrigante contro il fratello, o nella sofferenza
cruenta del Cireneo che porta la Croce, o forse
nel peccato desideroso di salvezza del ladro o,
Dio non voglia, nell'indifferenza di quei
pii ebrei che, entrando in città, affrettando il
passo per l'imminente temporale, gettarono
uno sguardo di disprezzo verso gli ennesimi
condannati a morte, feccia della società, che
venivano esemplarmente puniti.
Invece lì, Dio moriva.
Su quella croce si consuma la follia di un
uomo che inchioda Dio perché in Lui vede
un concorrente, non un compagno.
Ma l'augurio, caloroso, che mi faccio e che
vi faccio, è di ritrovarci-un poco almeno-in
quel Centurione straordinario, di cui la
storia ha taciuto il nome, che davanti al
modo di morire di quell'uomo, al dono di
sé fino alla fine, rimane stupito, rimane turbato,
rimane scosso fino nell'intimo e riconosce in
Lui il Figlio di Dio.
Ecco la fede, la grande fede, che può sgorgare
nel cuore di ciascuno di noi: davanti all'uomo
crocifisso, davanti alla sconfitta più assurda,
davanti alla delusione di un sogno massacrato,
e riconoscere la potenza del Dio immortale.
Allora potremo cantare, con la liturgia
del venerdì santo: “Dio santo, Dio forte,
Dio immortale, abbi pietà di noi
e delle nostre miserie!”.
Buona settimana Santa, aspettando
la gioia del Cristo Risorto!
Buona Domenica delle Palme
a tutti voi amici, Fausto.
mercoledì 25 marzo 2015
Messaggio da Medjugorje di Marzo 2015
Messaggio della Madonna a Marija
del 25 marzo 2015.
“Cari figli! Anche oggi l'Altissimo mi ha
permesso di essere con voi e di guidarvi
sul cammino della conversione.
Molti cuori si sono chiusi alla grazia e
non
vogliono dare ascolto alla mia chiamata.
Voi figlioli, pregate e lottate contro le
tentazioni e contro tutti i piani malvagi
che satana vi offre tramite il
modernismo.
Siate forti nella preghiera e con la
croce tra
le mani pregate perché il male non vi usi
e
non vinca in voi.
Io sono con voi e prego per voi.
Grazie per aver risposto alla mia
chiamata.”
Maria e l'Annuncio.
Maria e il suo “Eccomi”!
Anche Maria, giovane credente, si ritrova
nel tran tran familiare; lavoro (che per
l’epoca
era casalingo), amicizie, tempo libero…!
Ed è in questo contesto che avviene
l’inaudito;
a Maria viene chiesto di diventare la
porta
d’ingresso di Dio nel mondo.
È accaduto, amici, anche se rischiamo di
leggere
questo fatto come se si trattasse di una
bella
favoletta edificante.
Davvero Dio ha deciso di venire a
raccontarsi,
a dirsi, a manifestarsi, e ha avuto
bisogno di un
corpo e di una madre.
Sul serio un angelo è apparso a una
ragazza
quattordicenne di Nazareth e le ha
chiesto la
disponibilità a ospitare nel suo acerbo
seno l’Assoluto di Dio. Facile, no?
E se fosse successo a noi, se Dio ci
avesse detto:
“Senti, ho bisogno di una mano per
salvare il
mondo”, cosa avremmo risposto?
Non so voi; io avrei chiesto tempo, mi
sarei
consultato con il mio confessore, avrei
anche fatto
una visita dal medico (e se si trattasse
di
un’allucinazione?), o non ne avrei
parlato con nessuno,
per non essere scambiato per un pazzo
furioso…!
Anche Maria tentenna, fatica; come è
possibile
tutto questo?
Guardiamo, amici, quest’adolescente che
discute
con gli angeli, che s’informa, che chiede
spiegazioni.
Guardiamo la sua fermezza, la sua
grandezza interiore,
la sua maturità.
Maria chiede, vuole sapere di più.
Sa che la sua vita, nel caso accettasse,
cambierebbe
definitivamente.
L’immagine è di un grandissimo silenzio,
calato
dopo l’invito dell’angelo.
Un silenzio pesante in cui tutto il
creato, tutta la storia,
l’intera umanità del passato e quella del
futuro guarda
col fiato sospeso la piccola Maria.
E se Maria avesse detto: “Fammi
riflettere”,
“Ne riparliamo”, “Ripassa domani?”.
Non saremmo qui a parlare del Maestro,
saremmo
ancora in attesa di un Salvatore.
Maria accetta, Maria crede, Maria
accoglie la follia di Dio.
(Ci voleva la follia gioiosa di
un’adolescente per
contenere la follia di Dio).
Si resta increduli, stupiti dalla
complicità della
risposta: “Eccomi”.
Quante conseguenze avrà questa
disponibilità!
Che razza di radicale cambiamento porterà
questo “sì” a Maria!
Accettare il disegno di Dio le porterà
problemi con la
sua situazione familiare, con un
fidanzato che vedrà
Dio come concorrente in amore, problemi a
causa
di questo bambino che dovrà essere continuamente
guardato come un Mistero, problemi col
Rabbì tutto
preso nell’annuncio che si dimenticherà
della propria
famiglia per aprirsi a una famiglia più
ampia, sofferenza
nel vedere un figlio innocente condannato
a morte.
Non importa; Maria si fida, crede nel Dio
dell’impossibile.
E noi siamo salvi.
Maria ci insegna a credere nel Dio
dell’impossibile,
a gettare il cuore oltre l’ostacolo, a
prestare la nostra vita,
anche se la pensiamo piccola e inutile,
all’ingegno di Dio.
Dio è così; non fa da solo, allaccia
relazione con noi uomini,
vuole condividere sogni e progetti.
Dio verrà, diventerà volto, sguardo,
sorriso,
sarà incontrabile e donato.
E chiede a Maria ospitalità; Maria che
diventerà, come
la venera il popolo cristiano: “Regina
dei cieli”, porta
d’ingresso di Dio nel mondo.
Anche noi possiamo diventare questa
porta, anche noi
possiamo farci attraversare dalla grazia
immensa del Dio
che viene; ad aiutare Dio a salvare il
mondo.
Diamo anche noi, come ha fatto Maria,
ospitalità nel
nostro cuore a Dio, perché si realizzi la
salvezza del mondo.
Santa festa dell’Annunciazione, Fausto.
domenica 22 marzo 2015
Messaggio da Medjugorje
Da Medjugorje vi ho portato il
messaggio annuale della Madonna
a Mirjana per il suo compleanno
18 Marzo 2015.
"Cari figli!
Vi prego con tutto il mio cuore, vi prego
purificate i vostri cuori dal peccato e
rivolgeteli in alto verso Dio e verso la
vita eterna.
Vi prego vegliate e siate aperti alla
verità.
Non permettete che tutte le cose di questa
terra vi allontanino dalla conoscenza della
vera soddisfazione che si trova nell’unione
con il mio Figlio.
Io vi guido sul cammino della vera sapienza
perché soltanto con la vera sapienza potete
conoscere la vera pace ed il vero bene.
Non perdete il tempo chiedendo i segni al
Padre Celeste perché il segno più grande
ve l’ha già dato, ed è il mio Figlio.
Perciò, figli miei, pregate affinché lo
Spirito Santo possa introdurvi nella verità,
aiutarvi a conoscerla e perché attraverso
questa conoscenza della verità, possiate
essere
una cosa sola con il Padre Celeste e con il
mio Figlio.
Questa è la conoscenza che dona la felicità
sulla terra ed apre la porta della vita
eterna
e dell’amore immenso. Vi ringrazio. "
sabato 7 marzo 2015
Dedicata a mia moglie
Oggi purtroppo, nella deriva dei
valori, stiamo affondando.
Viviamo stagioni crepuscolari a
causa dell’età.
Però, in questa camera oscura della
ragione, c’è ancora una luce che potrà
impressionare la pellicola del buon
senso; è la luce della tua bellezza e
bontà.
Averti accanto, è stato un dono del
Signore che mi fece tanti anni fa.
Ma che ora presenta il conto, attraverso
l’età e la salute poco stabile.
Tu lo sapevi, per questo mi hai dato
tutto
quello che avevi a disposizione quando
eri giovane, sapevi che la tua primavera
un giorno sarebbe sfiorita sotto il peso
degli anni e delle fatiche, ma non per
questo hai perso la tua bellezza e la tua
bontà.
Una bellezza più matura, segnata dalla
stanchezza e dalla sofferenza, ma ancora
piena di amore.
Oggi dicono che è la festa delle donne,
ma a me non piace questa festa, troppo
ambigua, mi dispiace per tutte le donne,
non voglio offendervi, ci mancherebbe.
Piuttosto, dico che è la festa
dell’amore;
un amore fatto di dolcezza e di
tenerezza,
per te che hai dato la tua vita per me.
Grazie di esistere.
lunedì 2 marzo 2015
Messaggio del 2 Marzo 2015 a Mirjana
Il Messaggio della Madonna a Mirjana
da Medjugorje del 2 Marzo 2015
«Cari figli, voi siete la mia forza.
Voi, apostoli miei, che, con il vostro amore, l’umiltà
ed il silenzio della preghiera, fate in modo che mio
Figlio venga conosciuto.
Voi vivete in me.
Voi portate me nel vostro cuore.
Voi sapete di avere una Madre che vi ama e che è
venuta a portare amore.
Vi guardo nel Padre Celeste, guardo i vostri pensieri,
i vostri dolori, le vostre sofferenze e le porto a mio Figlio.
Non abbiate paura!
Non perdete la speranza, perché mio Figlio ascolta sua Madre.
Egli ama fin da quando è nato, ed io desidero che tutti i
miei figli conoscano questo amore; che ritornino a lui
coloro che, a causa del loro dolore e di incomprensioni,
l’hanno abbandonato e che lo conoscano tutti coloro che
non l’hanno mai conosciuto.
Per questo voi siete qui, apostoli miei, ed anch’io con voi
come Madre.
Pregate per avere la saldezza della fede, perché amore
e misericordia vengono da una fede salda.
Per mezzo dell’amore e della misericordia aiuterete tutti
coloro che non sono coscienti di scegliere le tenebre
al posto della luce.
Pregate per i vostri pastori, perché essi sono la forza
della Chiesa che mio Figlio vi ha lasciato.
Per mezzo di mio Figlio essi sono i pastori delle anime.
Vi ringrazio!».
Mirjana ha detto che la Madonna era decisa
Mirjana ha detto che la Madonna era decisa
ad aiutare i suoi figli.
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