Ed eccomi amici ritornato da Medjugorje, per essere sincero
sento già la mancanza; non so se sia per le persone che avevo
assieme, o per la pace oppure per la serenità o magari per il
senso di fede che abbiamo respirato, o magari per tutto l'insieme
di questi ingredienti, credo proprio di si.
Siam partiti lunedì scorso, durante il viaggio abbiamo formato
una vera famiglia, abbiamo pregato assieme, abbiamo condiviso
assieme le nostre storie, le nostre sofferenze e le nostre paure,
ci siamo consultati e consigliati reciprocamente, ci siamo
trasmesso la forza di portare le nostre croci, abbiamo sofferto
e pianto assieme, ma abbiamo anche sorriso e ci siamo
anche divertiti ed abbiamo fatto anche festa.
Non abbiamo visto nessun veggente, non abbiamo visto la
Madonna, ma semplicemente l'abbiamo sentita nel profondo
del nostro cuore, e questa è stata la cosa più importante.
Personalmente ho fatto nuove amicizie, persone stupende
con cui ho condiviso tutto, lacrime e gioie, mi hanno aperto
il loro cuore e per questo le ringrazio.
Non posso non ringraziare anche tutti quegli amici che da tanti
anni mi seguono nei vari pellegrinaggi, sono dei veri affezzionati,
anche loro meritano un ringraziamento per la fiducia e vicinanza,
e non posso dimenticare il mio parroco Don Tarcisio, che con tanto
amore ed impegno ci ha guidati, sostenuti, consigliati e accompagnati
in questo bellissimo pellegrinaggio, grazie di cuore a tutti con
affetto da Fausto e Bertilla.
PS. appena posso metto anche le foto scattate nel pellegrinaggio.
venerdì 27 maggio 2016
martedì 17 maggio 2016
Perchè andare a Medjugorje
Sicuramente, nell’andare a Medjugorje,
rinnoviamo l'amore per Gesù nei nostri cuori!
Queste parole ci fanno capire davvero che cosa
Queste parole ci fanno capire davvero che cosa
sia centrale e cosa occorra fare.
È con amore rinnovato in Gesù che dobbiamo, pregare
assieme a Lui nella sua sofferenza, trovare l'unione con Lui e
quindi scoprire il suo amore profondo e incondizionato per noi.
Quest'amore rinnovato per Gesù diventerà la chiave per
Quest'amore rinnovato per Gesù diventerà la chiave per
una vita rinnovata in Dio.
Quando, come san Francesco, cominceremo a piangere e a
sentire che l'amore non è riamato, diventeremo persone nuove
nei confronti di noi stessi, del nostro prossimo, della natura
e di Dio e saremo allora in grado di assumere la vita con maggior
consapevolezza e di cercare la via della pace.
L'amore rinnovato in Gesù è semplicemente la soluzione a tutti
i nostri problemi!
Mi torna in mente l'esperienza di una donna prostrata dal dolore
e in ribellione contro Dio perché i suoi due figli erano malati.
La domanda che l'assillava era: "Perché io?".
Dopo l'incontro rinnovato con "l'uomo sulla croce", come
Dopo l'incontro rinnovato con "l'uomo sulla croce", come
chiama Gesù, e dopo aver ricevuto il dono di capire almeno
una parte della Sua sofferenza, la sua domanda è cambiata
e ha assunto un significato totalmente diverso e consolatore:
"Perché non io?".
Allora, tutto è improvvisamente cambiato.
Allora, tutto è improvvisamente cambiato.
È diventata una persona totalmente diversa e, secondo la sua
testimonianza, i suoi figli sono diventati per lei una
benedizione.
Quest'esperienza appartiene al tempo di grazia.
Maria, la Regina della Pace, vuole sicuramente che incontriamo
il Gesù sofferente e Lo ringraziamo per il Suo amore e che
rinnoviamo il nostro amore per Lui.
lunedì 16 maggio 2016
Una riflessione avvicinandoci alla partenza per Medjugorje
Il Messaggio della Madonna da Medjugorje?
È, vivere la Passione di Gesù nella preghiera
e nell’unione con Lui!
Maria ci invita a vivere la sofferenza di suo Figlio
Maria ci invita a vivere la sofferenza di suo Figlio
e del Nostro Salvatore.
In questo invito a "vivere la Passione di Gesù" emergono
molte domande.
Ad esempio, cosa significa questo invito in termini cristiani?
Ad esempio, cosa significa questo invito in termini cristiani?
Significa forse che dovremmo partecipare a qualcosa di speciale?
In risposta a questa chiamata, dovremmo forse essere
tristi e piangere?
Cosa significa questo per Gesù, che nella sua Santità si trova
in Paradiso?
Che cosa significa questo per noi mortali che ci troviamo nel
mezzo di problemi, difficoltà e pene personali, familiari,
nazionali e mondiali?
Che cosa dovrebbero fare gli ammalati di questo messaggio?
Come deve comportarsi invece chi è in salute?
E soprattutto; cosa dobbiamo fare noi?
E potrebbero aggiungersi altre domande ancora.
Qui non c'è però lo spazio né per discussioni o filosofie di
grande respiro né per riflessioni teologiche, perché è Maria,
come Madre addolorata, che ci chiede di restare accanto
a suo Figlio.
Con quest'affermazione ci chiede semplicemente d'immergerci
con tutta la nostra vita, con tutto il nostro cuore e la nostra
anima nel mistero della sua sofferenza.
Lo scopo di tutto questo è semplicemente quello di comprendere
Lo scopo di tutto questo è semplicemente quello di comprendere
l'amore incommensurabile di Gesù e di farci per lo meno una
vaga idea di tale immensità.
Anche in questo troviamo lo scopo più profondo.
Anche in questo troviamo lo scopo più profondo.
Nell'immergerci nella preghiera, in unione con Lui e nella
sua sofferenza, siamo in grado di portare meglio la nostra
sofferenza e di trasformarla in bene.
Perché, il dolore nel mondo e di tutto il mondo resta in fin
dei conti un grande segreto.
Non c'è risposta ai "perché" e ai "a quale
scopo?".
Possiamo immaginarci un mondo senza dolore e augurarcelo.
Nemmeno la sofferenza di Gesù può fornirci la
Nemmeno la sofferenza di Gesù può fornirci la
risposta al nostro "perché si soffre?".
Lui stesso, nell'orto del Getsemani, chiese al Padre
di allontanare da Lui il calice della sofferenza.
Questo non ci porta alla grande domanda dell'uomo:
"Perché, o mio Dio! Perché questo soffrire?".
Ma la sofferenza di Gesù ci indica come possiamo soffrire
Ma la sofferenza di Gesù ci indica come possiamo soffrire
e come la sofferenza può, attraverso la grazia e l'amore di Dio,
trasformarsi in bene.
Dio non vuole che soffriamo, ma vuole che la nostra sofferenza,
Dio non vuole che soffriamo, ma vuole che la nostra sofferenza,
proprio come quella di suo Figlio Gesù, si trasformi nella
vittoria finale sul dolore, il peccato e la morte.
In ogni caso, Dio vuole che maturiamo attraverso la nostra
sofferenza nell'amore e nella fede in Lui.
Dopo tutto, è stato l'amore con cui Gesù ha sofferto e non la
Dopo tutto, è stato l'amore con cui Gesù ha sofferto e non la
sua sofferenza che è divenuta la ragione della nostra Salvezza.
Come ci dice san Paolo, lo stesso Gesù, in quanto Sommo
Sacerdote, ha dovuto soffrire e sperimentare la sofferenza
per comprendere i suoi fratelli.
Ed è esattamente di questo tipo di Sacerdote
Ed è esattamente di questo tipo di Sacerdote
che abbiamo bisogno.
Se Gesù ha imparato nella e attraverso la sofferenza, allora
anche noi possiamo imparare facendo in modo che la nostra
sofferenza diventi una scuola di vita per noi.
Soffrendo assieme a Lui, in unione d'amore con Lui, ci verrà
insegnato nel modo più certo come vivere, come ricevere
la vita e viverla al massimo.
San Paolo parla di una sofferenza che dobbiamo provare per
contribuire al completamento della salvezza.
Parla della sofferenza di tutto il creato che, sospirando,
attende la Trasfigurazione e la Glorificazione del Figlio di Dio.
Ho sentito speso, Marija Pavlovic dire che ad un certo punto lei
Ho sentito speso, Marija Pavlovic dire che ad un certo punto lei
e gli altri veggenti hanno detto alla Madonna che non riuscivano
più a sopportare le pressioni, che erano troppo per loro.
In risposta alla loro impazienza, essi non vennero
rimproverati, ma hanno invece ricevuto la grazia
di vedere il volto sofferente del Signore.
Quella è stata la migliore risposta, a proposito della quale,
in seguito, Marija ha affermato: "Mai più abbiamo detto
che non potevamo andare avanti".
Quell'esperienza fornisce anche una risposta alla domanda
Quell'esperienza fornisce anche una risposta alla domanda
di prima: "Perché, e a che scopo, è bene vivere la sofferenza
di Gesù?".
Proprio per tale ragione, è importante che una persona che
capisce che qualcuno ha sofferto veramente a causa sua,
abbia poi la possibilità di guardare alla vita nel verso giusto,
autentico e sano.
La vita è sempre sofferenza, ma quella sofferenza cambia
La vita è sempre sofferenza, ma quella sofferenza cambia
completamente quando guardiamo alla sofferenza di Gesù.
Anche Vicka lvankovic dice di aver visto il Signore
sofferente, un venerdì.
Chi conosce e ha sentito parlare Vicka sa certamente come
Chi conosce e ha sentito parlare Vicka sa certamente come
parla della sofferenza.
Proprio dalla sua bocca sentiamo che la sofferenza è un dono
e dev'essere ricevuto dalla mano di Dio.
All'orecchio umano queste parole destano sospetto-sembrano
All'orecchio umano queste parole destano sospetto-sembrano
masochiste o eretiche-o forse l'idea di un abbandono
fatalistico a Dio.
Ma chi conosce i veggenti, proprio su questo punto può sentire
che essi sono guidati da una mano sicura, coraggiosa e gentile.
A Vicka in particolare piace parlare e lo fa spesso.
Parla della volontà di Dio che si può e si deve accettare con
gioia e, d'altra parte, non si stanca mai di parlare e pregare
per gli ammalati e i sofferenti.
Chiede a Dio la guarigione ma insegna senza tregua ai sofferenti
che possono e devono anzitutto accettare la volontà di Dio.
Maria, a Medjugorje, ha parlato spesso con noi dei progetti
di Dio che le sono stati affidati
sabato 7 maggio 2016
Il Vangelo della Domenica dell'Ascensione
Dal
Vangelo secondo Luca (24,46-53).
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto:
il Cristo dovrà patire e
risuscitare dai morti il terzo giorno
e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione
e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione
e il perdono dei peccati,
cominciando da Gerusalemme.
Di questo voi siete testimoni.
E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso;
Di questo voi siete testimoni.
E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso;
ma voi restate in città,
finché non siate rivestiti di potenza dall'alto».
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse.
Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo.
Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse.
Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo.
Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con
grande gioia; e stavano
sempre nel tempio lodando Dio.
Parola del Signore.
“È questo il tempo in cui ristabilirai il
regno di Israele?”.
La domanda degli apostoli—all’apparenza
innocua—formulata
qualche minuto prima dell’ascensione di
Gesù, è di quelle
che ammazzerebbero un bisonte!
Mi sarebbe piaciuto essere presente, per
vedere l’espressione
di Gesù che scuote la testa sospirando,
nel sentirla!
Facciamo allora, il riassunto di quello
che ci pareva di aver
capito; Gesù di Nazareth, figlio di
Giuseppe, ha percorso le
strade della Palestina per svelare il
vero volto di Dio; affascinato,
dodici uomini lo hanno seguito,
condividendo tre anni di
emozioni, di fatiche e di entusiasmi; poi
la tragedia, le cose
precipitano, Gesù entra in rotta di
collisione con il potere
dell’epoca e viene travolto.
Fine, stop, addio.
Confusione e amarezza regnano tra gli
apostoli dopo la morte
ignominiosa del Maestro.
Poi l’inaudito; Gesù risorge, appare,
spiega, svela chi è veramente,
Egli è più di un Rabbì, più di un
profeta, più del Messia,
Gesù è la presenza stessa di Dio venuto a
svelare definitivamente
il suo volto.
Bene! Ora sappiamo chi è Dio, cosa vuole,
cosa sogna, cosa prova.
Ed è tutto così distante dall’immagine
grottesca con cui—troppo
spesso—lo abbiamo dipinto; Dio non è un
ragioniere divino,
un corrucciato tutore dell’ordine, un
incomprensibile gestore
dei destini dell’uomo da tenere buono,
non è un sommo egoista
bastante a se stesso.
Il Dio di Gesù Cristo è un Dio Padre che
abbraccia e rende adulti,
che accompagna, presente eppure nascosto,
il cammino di
ognuno di noi.
Sembra una splendida fiaba finita bene;
Gesù che ora regna,
gli uomini che—finalmente!—comprendono.
Capiamo, ora, la domanda?
Gli apostoli, provati e rinati, prima
amareggiati e ora ristabiliti
nella speranza, già si vedono alla destra
del Signore, ministri
del nuovo regno di Dio.
Gesù sorride, promette lo Spirito Santo e
se ne va.
Finisce il suo tempo, ha compiuto la sua
missione, ora sta a
loro, agli apostoli, continuare.
Che fregatura! Gesù se ne va e ci lascia
la Chiesa!
Scambio sfavorevole, che dite?
Non siamo tutti, come gli apostoli, un pò
delusi da questa scelta?
Ma come, proprio adesso che le cose
funzionavano
Gesù ci molla?
Torna al Padre e noi qui a tribolare?
Forse è così.
Ma se, invece, Gesù avesse voluto dirci
qualcosa di nuovo?
Di inatteso?
Se davvero nei progetti di Dio ci fossimo
noi?
Sì, amici, l’Ascensione cambia la nostra
idea di Dio.
Non più un Dio “pappa fatta”, che regna
sovrano e ripiana
i problemi, supera le difficoltà.
No. Il Dio presente, il Dio in cui
crediamo è il Dio che si fida,
che accompagna, ma affida il cammino del
vangelo alla fragilità
della sua Chiesa.
Il Regno sperato dagli apostoli occorre
costruirlo.
La nuova dimensione voluta dal Signore
non è magica,
ma pazientemente intessuta da ognuno di
noi e in ognuno
di noi.
L’Ascensione segna la fine di un momento,
il momento della
disperata ricerca di Dio, con la
rassicurazione, da parte di Dio
stesso, della sua bontà e della sua
vicinanza.
Ora è il tempo del costruire relazioni e
rapporti a partire dal
sogno di Dio che è la Chiesa; comunità di
fratelli e sorelle
radunati nella tenerezza e nella
franchezza del vangelo.
Accogliamo allora l’invito degli angeli,
smettiamola di guardare
tra le nuvole cercando il barlume della
gloria di Dio
e—piuttosto—vediamo questa gloria
disseminata nella
quotidianità di ciò che siamo e viviamo.
Il Signore ci dice che è possibile qui e
ora costruire il suo Regno.
L’Ascensione segna l’inizio della Chiesa,
l’avvio di una nuova
avventura che vede noi protagonisti.
Staremo ancora a naso in su a scrutare
gli astri?
A implorare un intervento divino?
O non vedremo—piuttosto—questa presenza
segnata nella
fatica dell’accoglienza, nella vita di
fede, nel desiderio di
un mondo più solidale da costruire giorno
per giorno?
Coraggio, allora, Gesù non ci lascia
soli, dobbiamo avere solo
un pò di pazienza, poi arriva lo Spirito!
Santa Domenica
dell’Ascensione, Fausto.
martedì 3 maggio 2016
Messaggio straordinario della Madonna a Ivan
Carissimi, ecco quanto Ivan ha riferito sull’apparizione da
lui
avuta, lunedì 2 maggio 2016, sul Podbrdo, alle ore 22:00.
«Anche stasera, come ogni volta, dopo l’incontro con la
«Anche stasera, come ogni volta, dopo l’incontro con la
Madonna, vorrei avvicinare e descrivere anche a voi
l’incontro di stasera.
Anche stasera la Madonna è venuta a noi gioiosa e felice
e ci ha salutati tutti col suo materno saluto: “Sia lodato
Gesù, cari figli
miei!”.
Poi ha pregato
su tutti noi qui con le mani distese per lungo
tempo, ha
pregato in particolare su voi malati presenti.
Poi la Madonna
ha detto: “Cari figli, non lasciate che lo scintillio
di questo mondo
vi seduca: il materialismo, l’invidia, la superbia.
Non lasciate che
la luce del mondo vi seduca.
Apritevi alla
luce dell’Amore Divino, all’Amore di mio Figlio.
Decidetevi per
Lui: Egli è l’Amore, Egli è la Verità.
Riportate la
preghiera nelle vostre famiglie.
Pregate di più!
Le vostre
preghiere mi sono necessarie, affinché possa realizzare
con voi i miei
piani. Grazie, cari figli, per esservi decisi
anche oggi per
Gesù”.
Poi la Madonna ci ha benedetti tutti con la sua benedizione
Poi la Madonna ci ha benedetti tutti con la sua benedizione
materna, ed ha
benedetto tutto quello che avete portato
perché venisse
benedetto.
Io ho
raccomandato tutti voi, i vostri bisogni, le vostre intenzioni,
le vostre
famiglie.
Poi la Madonna
se n’è andata, se n’è andata nel segno della
luce e della
croce col saluto: “Andate in pace, cari figli miei!”».
lunedì 2 maggio 2016
Messaggio da Medjugorje 2 Maggio 2016
Messaggio straordinario della Madonna a Mirjana.
Figli miei, il mio cuore materno desidera la vostra
sincera
conversione e forte fede per poter trasmettere
l’amore e la
pace a tutti coloro che vi circondano.
Però figli miei non dimenticate: ognuno di voi è un
mondo
unico davanti al Padre Celeste perciò permettete
che l’opera
dello Spirito Santo agisca su di voi.
Siate miei figli puri spiritualmente.
Nella spiritualità è la bellezza: tutto ciò che è
spirituale
è vivo e così bello.
Non dimenticate che nell’Eucarestia, che è il cuore
della fede,
mio Figlio è sempre con voi, viene a voi e spezza
il pane con
voi perché, figli miei, è morto per voi, è
risuscitato e
viene nuovamente.
Queste mie parole voi le conoscete perché sono la
verità e la
verità non cambia, solo che molti miei figli
l’hanno dimenticata.
Figli miei, le mie parole non sono né vecchie né
nuove, sono eterne.
Perciò vi invito, miei figli, a guardare bene i
segni del tempo,
a raccogliere le croci spezzate e ad essere
apostoli dell’annunciazione.
Vi ringrazio.
Iscriviti a:
Post (Atom)