sabato 31 dicembre 2016

Buon Anno

A tutti voi amici, l'augurio che voglio farvi è
molto semplice, come faceva Madre Speranza,
che il 2017 sia per voi un anno di Pace, serenità,
amore e gioia, con affetto dal Santuario dell'Amore
Misericordioso Fausto.

giovedì 29 dicembre 2016

Puntualizziamo su questo Vangelo

Il Vangelo del Giovedì 29 Dicembre 2016.
1° Lettura dalla prima lettera di san Giovanni apostolo (2,3-11)
Dal Vangelo secondo Luca (2,22-35) anno A Ottava di Natale.
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale,
secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino
[Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore–come è scritto
nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al
Signore»–e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due
giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto
e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo
era su di lui.
Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto
la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi
portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva
a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio,
dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in
pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua
salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti
alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui.
Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è
qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno
di contraddizione–e anche a te una spada trafiggerà l’anima-,
affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
Parola del Signore.
l Vangelo ci presenta due anime sante che attendevano
con trepidazione l’arrivo del Messia e non si muovevano
dal Tempio perché lo Spirito aveva ispirato il suo arrivo.
Le cronache di questi giorni ci ripresentano vicende
ridicole di insegnanti italiani che in nome di un falso
dialogo, rifiutano Gesù Cristo e obbligano i giovani
studenti a non pronunciare il Nome di Gesù nelle canzoncine.
L’atteggiamento razzista al contrario è evidente
in questi insegnanti che devono conoscere il senso
della loro vita, e sono confusi.
Non sono solo atei o anticlericali, anche cristiani buonisti
e lontani da Dio si associano a questa ipocrita giustificazione.
In questi giorni una notizia ha soppiantato quelle che

già si ripetevano ogni anno.
Addirittura un parroco, quindi si presume un discepolo
di Gesù Cristo, ha dato sfoggio della sua fede,
manipolando la storia di Maria Santissima e San Giuseppe
e offendendo anche il Presepe.
Il parroco della Chiesa di Sant'Anna di Potenza, ha deciso
di “lastricare” il Presepe di buonismo filo islamico.
Nel Presepe ha messo un Giuseppe arabo e la Madonna
con il burqa, loro, gli islamici invece le statue delle Madonne
le distruggono, maquesta è un’altra cosa.
Parlare di irriverenza è riduttivo, bisogna comunque
notare che questa licenza sacrilega e interpretativa è resa
possibile da esempi che di fatto hanno equiparato
il Cristianesimo all’Islamismo.
Ma questa è una eresia.
Sono numerosi i vescovi e i parroci molto attivi
nell’aiutare gli immigrati, mentre ignorano
i poveri delle loro parrocchie.
Dov’è qui la carità e l’interesse per le anime?
Dagli ultimi dati sono 28 milioni gli italiani che stentano
ad arrivare a fine mese e 5 milioni sono poveri in canna.
Sono informazioni dell’altra settimana e questa situazione
lascia tranquilli i politici che ripetono sempre
la parola accoglienza.
Questo parroco afferma che l’Occidente ha distrutto
l’economia africana, arriva a individuare confusamente
nella religione “lo strumento di dialogo con le altre fedi
e con tutte le etnie distrutte o ridotte in miseria dall'egoismo
della società occidentale”.
Non sa che in Libia c’è benessere, almeno per il costo
della vita nella Nazione.
La Tunisia è quella più occidentale e quasi tutti gli
immigrati che arrivano in Italia, sono vestiti bene
e questo sicuramente ci fa piacere.
Non arrivano in Europa poveri privi di tutto, molti
testimoniano che nelle loro terre vivevano dignitosamente,
e decidono di partire per raggiungere uno stile di vita
occidentale e possibilmente benestante, perché
le porte sono aperte.
Se in Europa si vivesse come immaginano loro,
come lasciano credere i venditori di fumo, saremmo
tutti contenti per le ampie possibilità di lavoro per tutti.
Ma non è così.
Oggi il Vangelo ci invita a meditare l’impegno che
devono avere tutti i cristiani nel costruire un mondo
più giusto.
Anche il Cristianesimo vuole nel mondo un ordine
più giusto, più umano.
Noi cristiani abbiamo questa missione, è la stessa Parola
di Dio a spingerci nella diffusione dei valori, a parlare
della morale, a dare continui esempi di onestà.

sabato 24 dicembre 2016

Il Santo Natale 2016

Natale: Gesù, un Bimbo
e tanta Gioia.
Carissimi, quest’anno, il cammino
verso Natale sembra duro e faticoso,
senza speranza e privo di luce!
Il buio ha inondato i nostri cuori per
i fatti di cronaca che ogni giorno
si offrono con il loro carico
di morte e di nefandezze.
E tanto buio attraversa la nostra vita
quando manca l’amore, quando il fratello
punta il dito contro il proprio fratello,
quando l’amico tradisce, quando la
menzogna atterrisce ogni desiderio
di lealtà, quando non si è disposti
a perdonare e ricominciare.
Con palese pessimismo, qualcuno ha
gridato e cantato che “dio è morto”.
Ai bordi delle strade dio è morto, nei
campi di sterminio dio è morto, coi
miti della razza dio è morto, con gli
odi di partito dio è morto; e ancora: 
“Gli uomini non cambiano, prima
parlano di amore e poi ti uccidono”.
Ed è in questo mondo dove sembrano
predominare il buio e il pessimismo e
sembrano oscurarsi definitivamente i
colori della vita, ancora una volta
mi incammino verso Betlemme,
come un anonimo pellegrino,
insieme a tanti altri.
Lontano dalla città, immersa nelle
sue luci, nelle sue voci, nelle sue
distrazioni e nelle mille occupazioni
quotidiane, dove non c’è mai tempo
e posto per nessuno, vado alla ricerca
di Gesù nella campagna, nel buio
di una notte fredda e silenziosa.
Anche la notte di Natale era immersa nel
buio, come le tante “notti” della nostra
vita o dei tanti momenti tristi delle nostre
giornate e dei tanti eventi dolorosi che
segnano il nostro cammino quotidiano.
Era silenziosa quella notte, simile
ai lunghi silenzi incomprensibili
dell’uomo, all’attesa interminabile
di una risposta che spesso non arriva
e all’ostinato rifiuto di dialogo
che produce divisioni e lacerazioni.
Era fredda quella notte, come il freddo
del nostro cuore quando non si accorge
di chi ha bisogno di una nostra parola, che
non sa fare un gesto di amore, che non
riesce a vincere la tentazione del pregiudizio
e che non è capace di costruire ponti
per ricominciare il dialogo.
In questa notte…sono
alla ricerca di Gesù.
Nonostante il peso e la fatica del cammino
arrivo finalmente alla grotta e trovo
Gesù, un Bimbo e tanta Gioia!
Il buio è squarciato dalla sua luce, che
mi ridona orientamento e che mi consente
di camminare, di raggiungere la meta.
Il silenzio è interrotto dal coro degli
angeli, che cantano la gloria di Dio
e invocano la pace tra gli uomini.
Il freddo è riscaldato dalla misericordia
di Dio che si fa uomo e che mai
smetterà di usarmi misericordia.
È l’incontro con quel bimbo, l’Emanuele,
il Dio della misericordia che cambia la vita.
Mi rendo conto che la fatica e il buio
dell’inizio, hanno ceduto il passo
alla gioia e alla luce dell’incontro.
Sono fragile e pieno di limiti, ma in
questo Natale, Gesù è misericordia,
unica porta che mi conduce alla salvezza.
Questa mia riflessione, vuole essere un
invito a camminare e un augurio sincero
a quanti con me percorrono la via della vita.
A tutti gli amici e compagni di viaggio,
di ieri, di oggi e di sempre, desidero augurare
che: Il Natale rischiari il buio e l’oscurità che
spesso la vita ci riserva e che la luce di
Gesù orienti il cammino di ogni giorno.
Lasciamoci perciò, illuminare
e cerchiamo sempre la luce!
Nel Natale e nella nostra vita risuoni
sempre la pace, la pace da ricercare in
noi stessi, nella nostra vita, nei
nostri ambienti, nel mondo intero.
Non sottraiamoci mai ad essere
costruttori di pace.
Il Natale riscaldi i nostri cuori,
talvolta gelidi ed indifferenti.
Il calore dell’amore è il solo che può
vincere, le nostre resistenze e che ci
consente di costruire un mondo migliore.
Il Natale quest’anno, ci ottenga da Dio
misericordia per i nostri peccati, ma
soprattutto ci insegni ad essere
uomini e donne di misericordia.
Di perdonare per essere perdonati,
solo chi ama sa perdonare e solo
quando si ama si perdona veramente.
Un Santo Natale a tutti voi, amici,
da Fausto e Bertilla dal
Santuario dell’Amore Misericordioso.

sabato 17 dicembre 2016

Giuseppe il sognatore

Dal Vangelo secondo Matteo (1,18-24) anno A 4° set. Avvento.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa
sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò
incinta per opera dello Spirito Santo.
Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla
pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in
sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide,
non temere di prendere con te Maria, tua sposa.
Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo;
ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti
salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto
dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà
e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele»,
che significa “Dio con noi”.
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato
l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Grazie a Matteo in questo tempo di Avvento ci viene raccontata
la versione dei fatti della nascita di Gesù da parte di Giuseppe,
suo padre.
Per Matteo era importante dimostrare ai suoi lettori che Gesù
provenisse dalla discendenza di Davide, per via paterna.
Di Giuseppe sappiamo ben poco, la sua figura resta come nascosta
dietro quella molto più imponente di Maria, sua amata sposa.
Eppure ciò che Matteo ci dice in pochi versetti è sorprendente.
Dunque Maria e Giuseppe erano fidanzati, promessi sposi: potevano
benissimo avere bambini e l'unico che sapeva che questo bambino
non era suo era proprio Giuseppe il quale, seguendo la legge, avrebbe
dovuto denunciare Maria la cui sorte sarebbe stata la lapidazione.
Ma Giuseppe–osiamo immaginarci il suo dubbio, il suo tormento?–
trova una soluzione: scioglierà la promessa, salvando Maria.
Giuseppe è mite e giusto, non si arrende all'evidenza, mette a tacere
tutti i terribili pensieri di tradimento e vendetta che gli abitano il cuore.
Durante la notte un angelo gli dona la spiegazione di ciò che sta
accadendo: Dio gli ha soffiato la ragazza!
Giuseppe, costernato si alza e che fa?
Dà retta al sogno e prende con se Maria.
Grazie, amico Giuseppe, padre amato di Gesù, perché hai creduto
al Dio dell'impossibile, perché hai accettato di farti buttare per aria
la vita da Dio, perché hai creduto, sul serio, che il Dio della promessa
potesse servirsi della tua amata Maria per entrare nella storia.
Rendici capaci di sognare, di lasciare che Dio ci cambi la vita, se serve
a salvare l'umanità, e continua tu a vegliare sulla Chiesa.
O Signore, guida del tuo popolo, che hai dato la Legge a Mosè sul
monte Sinai: vieni a liberarci con la tua potenza.
Signore Gesù, ti chiediamo di essere pronti, come Giuseppe, a dare il
nostro assenso sincero e gioioso a ciò che ci chiedi, anche attraverso
le vie misteriose del tuo amore.
Ma, soprattutto, vogliamo che tu sia sempre il nostro Emanuele,
il “Dio con noi”, per saperti custodire nel cuore con lo stesso amore
di Giuseppe, tuo padre putativo, ed essere disponibili a servirti in ogni
nostro fratello, specie se povero e bisognoso, perché tu sei con loro.

Vieni Signore Gesù!

giovedì 8 dicembre 2016

La festa di Maria Immacolata Concezione

Il Vangelo del 8 Dicembre 2012 Immacolata Concezione.
Dal Vangelo secondo Luca (1,26-38) anno C.
In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una
città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa
sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe.
La vergine si chiamava Maria.
Entrando da lei, disse: «Rallegrati, o piena di grazia, il Signore è con te».
A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse
un tale saluto.
L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.
Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà
il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe
e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo».
Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà
la sua ombra la potenza dell'Altissimo.
Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio.
Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito
un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile:
nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore,
avvenga di me quello che hai detto».
E l'angelo partì da lei.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo dell’Immacolata.
Per preparare sul serio il nostro cammino di Natale, per fare in modo che
Dio nasca ancora nei nostri cuori, per sopravvivere al natale tarocco,
la liturgia ci presenta alcune figure importanti nel nostro cammino di
Avvento; il Battista, Giuseppe e, oggi, Maria di Nazareth.
Maria emerge dai racconti di Luca e degli altri evangelisti come
una ragazza di grande equilibrio, con un’esperienza di vita che
assomiglia alla nostra.
Adolescente cresciuta in un piccolo paese di una nazione occupata,
Maria orienta il suo percorso all’interiorità, alla spiritualità, come
molte donne in Israele, in attesa spasmodica della venuta del Messia.
Dicevamo, domenica scorsa, della necessità di svegliarci, dal grosso
rischio che corriamo di vivere un pò “addormentati”, fuori dalla
vera vita; tutti indaffarati a trovare degli spazi per riposarci e travolti
dalla vita, dimentichiamo l’essenziale.
Anche Maria, giovane credente, si ritrova nel tran tran familiare;
lavoro (che per l’epoca era casalingo), amicizie, tempo libero…!
Ed è in questo contesto che avviene l’inaudito; a Maria viene
chiesto di diventare la porta d’ingresso di Dio nel mondo.
È accaduto, amici, anche se rischiamo di leggere il racconto di Luca
come se si trattasse di una bella favoletta edificante.
Davvero Dio ha deciso di venire a raccontarsi, a dirsi, a manifestarsi,
e ha avuto bisogno di un corpo e di una madre.
Sul serio un angelo è apparso a una ragazza quattordicenne di
Nazareth e le ha chiesto la disponibilità a ospitare nel suo acerbo
seno l’Assoluto di Dio.
Facile, no? 
E se fosse successo a noi, se Dio ci avesse detto: “Senti, ho bisogno
di una mano per salvare il mondo”, cosa avremmo risposto?
Non so voi; io avrei chiesto tempo, mi sarei consultato con il mio
confessore, avrei anche fatto una visita dal medico (e se si trattasse
di un’allucinazione?), o non ne avrei parlato con nessuno, per non
essere scambiato per un pazzo furioso…!
Anche Maria tentenna, fatica; come è possibile tutto questo?
Guardiamo, amici, quest’adolescente che discute con gli angeli,
che s’informa, che chiede spiegazioni.
Guardiamo la sua fermezza, la sua grandezza interiore, la sua maturità.
Maria chiede, vuole sapere di più.
Sa che la sua vita, nel caso accettasse, cambierebbe definitivamente.
L’immagine è di un grandissimo silenzio, calato dopo l’invito dell’angelo.
Un silenzio pesante in cui tutto il creato, tutta la storia, l’intera umanità
del passato e quella del futuro guarda col fiato sospeso la piccola Maria.
E se Maria avesse detto: “Fammi riflettere”, “Ne riparliamo”,
“Ripassa domani?”.
Non saremmo qui a parlare del Maestro, saremmo ancora in attesa
di un Salvatore.
Maria accetta, Maria crede, Maria accoglie la follia di Dio.
(Ci voleva la follia gioiosa di un’adolescente per contenere la follia di Dio).
Si resta increduli, stupiti dalla complicità della risposta: “Eccomi”.
Quante conseguenze avrà questa disponibilità!
Che razza di radicale cambiamento porterà questo “sì” a Maria!
Accettare il disegno di Dio le porterà problemi con la sua situazione
familiare, con un fidanzato che vedrà Dio come concorrente in amore,
problemi a causa di questo bambino che dovrà essere continuamente
guardato come un Mistero, problemi col Rabbì tutto preso nell’annuncio
che si dimenticherà della propria famiglia per aprirsi a una famiglia più
ampia, sofferenza nel vedere un figlio innocente condannato a morte.
Non importa; Maria si fida, crede nel Dio dell’impossibile.
E noi siamo salvi.
Maria ci insegna a credere nel Dio dell’impossibile, a gettare il cuore
oltre l’ostacolo, a prestare la nostra vita, anche se la pensiamo piccola
e inutile, all’ingegno di Dio.
Dio è così; non fa da solo, allaccia relazione con noi uomini,
vuole condividere sogni e progetti.
Dio verrà, diventerà volto, sguardo, sorriso, sarà incontrabile e donato.
E chiede a Maria ospitalità; Maria che diventerà, come la venera il popolo
cristiano: “Regina dei cieli”, porta d’ingresso di Dio nel mondo.
Anche noi possiamo diventare questa porta, anche noi possiamo farci
attraversare dalla grazia immensa del Dio che viene; ad aiutare Dio
a salvare il mondo.
Diamo anche noi, come ha fatto Maria, ospitalità nel nostro cuore a Dio,
perché si realizzi la salvezza del mondo.

Santa festa dell’Immacolata a tutti da Fausto.