domenica 28 maggio 2017

Il nostro viaggio a Medjugorje.

Sommacampagna 28 Maggio 2017 Ascensione.
Ciao amici, la settimana scorsa non ho messo il Vangelo giornaliero
semplicemente perché non ero a casa.
Puntualmente qualche amico mi ha chiesto cosa è successo, niente di
particolare, semplicemente sono andato a Medjugorje con degli amici,
che li ringrazio di avermi accompagnato, anche se a detta di tante persone
non c’è niente di vero, visto l’esternazione di Papa Francesco al ritorno da Fatima.
Ma quello che ha detto il Papa non mi ha minimamente toccato; e vi spiego
perché; innanzitutto io non vado a Medjugorje solo per i messaggi; e non
è vero che tutti i giorni la Madonna faccia la postina e porti i messaggi,
lo fa solo il 25 del mese a Marija e il 2 del mese a Mirjana, invece quelli
di Ivan sono casuali, noi li chiamiamo particolari, cioè, è come dire che due
amici si incontrano e si scambiano delle opinioni.
Anche se ad ogni messaggio, la Madonna chiede di pregare per la pace,
in effetti stiamo vedendo che nel mondo pace non ce né, perciò Lei come
Madre ci chiede di pregare per aiutare il mondo e le persone possano
trovare la vera pace.
Però c’è una cosa importante; noi andiamo a Medjugorje non per i veggenti,
ma bensì per rilassarci pregando nella tranquillità e nella pace.
Sicuramente qualcuno potrà dire; che non serve andare fino
a Medjugorje per farlo. Certo che no!
Però mi spiegate perchè tante persone, il sabato e la domenica, prendono
la macchina e fanno tanti chilometri per andare a rilassarsi, magari su una
spiaggia super affollata, con code chilometriche sulle autostrade per
solo 2 giorni, per tornare poi a casa più stressati di prima?
No grazie, io vado a Medjugorje perché là riesco veramente a rilassarmi
nella preghiera e nella pace.
Che come ha detto Mons. Hoser, inviato del Santo Padre sul posto per
controllare, che veramente a Medjugorje c’è la regina della Pace.
Perciò, vero o non vero, messaggi o non messaggi, io a Medjugorje ci
vado perché veramente trovo la vera pace.
La mia fortuna è stata quella di aver trovato un Albergo “Hotel Glorja”
dove veramente ci si sente in famiglia, e si stà veramente bene e si respira
la fede nel Signore.
Un saluto ed un abbraccio anche a chi mi critica,

ma soprattutto agli amici, da Fausto.

sabato 27 maggio 2017

Con noi fino alla fine

Strana festa, questa dell'Ascensione, è come un crinale che divide la
nostra vita di fede in due parti; un prima e un dopo.
Un prima, anzitutto: con l'Ascensione finisce un'epoca, un momento, una storia.
La storia dell'uomo Gesù, del suo aspetto, del suo sorriso, del suo
sguardo profondo.
Non potremo più sentire la sua voce che chiama per nome Tommaso e Maria,
non ammireremo più la sua pazienza mentre dialoga animatamente con
i due testoni di Emmaus.
Neppure potremo più, commossi, guardare la passeggiata del Maestro sulla riva
del lago mentre prepara il pesce per i discepoli sconfortati e che-ancora-riempie
il cuore frantumato di Pietro.
La storia di Gesù è conclusa, non torna, e non nascondiamo una malinconica
nostalgia e un' invidia verso chi ha avuto la gioia inaudita di parlare con Lui
faccia a faccia.
Ascensione non è solo la fine di un tempo che non torna, ma l'apertura verso
una nuova dimensione.
Nel Vangelo di Matteo le ultime parole di Gesù sono straordinarie: "Ecco, io
sono con voi sempre".
Ci crediamo davvero?
Siamo davvero convinti che il Signore è qui in mezzo a noi?
Non come ricordo di un personaggio della storia, non come emozione nel
leggere le sue parole e i suoi gesti, ma realmente presente?
Diciamolo chiaramente; forse avremmo preferito una presenza reale,
toccabile e verificabile.
Siamo alle solite; dobbiamo sempre essere noi a dire a Dio cosa deve
o non deve fare.
Il nostro mondo, un pò incredulo, è convinto che, in fondo, la realtà
verificabile, misurabile, sia l'unica degna di attenzione.
Spazziamo via il mondo dell' invisibile come una sorta di primitiva creduloneria.
Eppure: non è forse nel mondo del profondo, dell'invisibile, che abitano le
cose più importante della nostra vita?
Cose come amore e amicizia non sono certo tangibili; ne vediamo i segni,
ne percepiamo le emozioni.
Il Piccolo Principe, fantastico personaggio uscito dalla penna di Saint Exupéry,
ci ricorda, giustamente, che "non si vede che con il cuore, perché l'essenziale
è invisibile agli occhi".
Un modo laico per riprendere l' invito di san Paolo a "fissare lo sguardo sulle
cose invisibile, perché sono quelle che restano".
Fidiamoci, dunque, e chiediamoci se il fatto di non riconoscere la Sua presenza
non sia a causa di un tiro mancino fattoci da Gesù, ma a causa della nostra
fede inconsistente.
Dove è presente Gesù nel nostro tempo?
E' visibile nello sguardo di ogni uomo, fatto a immagine e somiglianza di
Dio, è visibile nella nostra comunità che si ama e si rispetta, è visibile nella
Parola proclamata e nel Pane della sua presenza.
Di più; io divento, per richiesta stessa di Gesù, suo volto, suo sguardo, per il
fratello che incontro.
Sono chiamato ad essere manifestazione della misericordia di Dio.
Che bello!
Pensate se riuscissimo, tutti, a diventare volto del Dio di amore per il fratello
che incontriamo.
Abbiamo, è certo, urgente bisogno di credere, di fidarci, di abbandonarci
nelle mani di questo Dio che accetta di passare attraverso il rischio della mia
incoerenza pur di stare vicino ai fratelli.
Ascensione diventa allora la festa della testimonianza, la festa della fede,
la festa della presenza.
Un ultimo appunto che mi riempie il cuore di gioia.
In Dio Trinità c'é Gesù di Nazareth.
Un uomo in carne ed ossa, trasfigurato, è ormai presente nella Trinità.
E' il supremo sigillo dell'Incarnazione; la nostra umanità, assunta dal
Figlio di Dio, è piena di gloria e di dignità.
La nostra carne, le nostre storie, io stesso, sono diventato dimora di Dio.
Occorre recuperare il senso della dignità ci porta ad avere un senso di
rispetto infinito (divino) per ogni uomo, per ogni donna.
In questo mondo in cui la corporeità è esaltata solo se perfetta, tempo in
cui si mascherano i segni dei tempi sui volti delle persone, questo tempo
di top-model, abbiamo questa bella notizia da portare; corporeità è luce,
è bello, è promessa di eternità.
Questo Dio che ha assunto su di se la fragilità e la caducità dell'essere umano,
assume e trasfigura il limite.
Abbiamo di che gioire, amici, Ascensione è il trailer del nostro destino,
la caparra dell'immortalità.
Perciò, non scrutiamo il cielo nella speranza di vedere il Signore, Lui è qui
presente in mezzo a noi, e lo possiamo vedere nell’Eucaristia.

Santa festa dell’Ascensione a tutti voi amici; Fausto.

venerdì 26 maggio 2017

Messaggio della Madonna a Marija

Messaggio del 25 maggio 2017 a Marija.
"Cari figli!
L’Altissimo mi ha permesso di invitarvi di nuovo alla conversione.
Figlioli, aprite i vostri cuori alla grazia alla quale tutti siete chiamati.
Siate testimoni della pace e dell’amore in questo mondo inquieto.
La vostra vita qui sulla terra è passeggera.
Pregate affinché attraverso la preghiera aneliate al cielo e alle cose
celesti ed i vostri cuori vedranno tutto in modo diverso.
Non siete soli, Io sono con voi e intercedo per voi presso mio Figlio Gesù.

Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.

venerdì 19 maggio 2017

Messaggio straordinario della Madonna a Ivan

Medjugorje–Messaggio del 19 Maggio 2017 
dato a Ivan.
Carissimi, ecco quanto Ivan ha riferito circa l’apparizione da lui avuta stasera,
venerdì 19 maggio 2017, alla Croce blu alle ore 22:00: «Come ogni volta,
dopo l’incontro con la Madonna, vorrei avvicinare e descrivere anche a
voi l’incontro di stasera con lei.
Anche oggi la Madonna è venuta a noi gioiosa e felice e, all’inizio, ci ha
salutato tutti col suo materno saluto: “Sia lodato Gesù, cari figli miei!”.
Poi per un periodo di tempo ha pregato qui su tutti noi con le mani distese.
Ha pregato in particolare su tutti voi malati presenti.
Poi la Madonna ha detto: “Cari figli, anche oggi desidero in particolare
invitarvi a pregare in questo tempo per le famiglie.
Pregate, cari figli, per le famiglie: per la comunione nelle famiglie, per la pace
nelle famiglie. Intercedo per tutti voi presso mio Figlio e prego per tutti voi.
Siate perseveranti nella preghiera!
Grazie, cari figli, per aver anche oggi risposto alla mia chiamata”.
Poi la Madonna ci ha benedetto tutti con la sua benedizione materna, ed ha
benedetto tutto ciò che avete portato perché venisse benedetto.
Poi ho raccomandato tutti voi: le vostre necessità, le vostre intenzioni,
le vostre famiglie e in particolare tutti i malati.
Poi la Madonna ha continuato a pregare per un periodo di tempo qui su tutti
noi, e in questa preghiera se n’è andata, se n’è andata nel segno della luce
e della croce col saluto: “Andate in pace, cari figli miei!”».


giovedì 11 maggio 2017

La crisi di "fede", ma non per tutti

Questa meditazione che ho fatto qualche tempo fa l’ho rispolverata per
te Angiolina, dopo quello che hai detto ieri dopo che abbiamo recitato
il S. Rosario a casa tua e poi con te abbiamo fatto festa, alla fine mi hai
detto che questi momenti sono per te un balsamo, dove prendi forza vitale
per portare avanti la tua sofferenza, ne sono pienamente convinto, quando
sei nella sofferenza, avere vicino persone amiche con cui condividere la
preghiera è una fonte di acqua viva.
Ci sono dei momenti nel nostro itinerario di fede in cui il Signore
ci dice; coraggio, marciare!
Vai all'altra riva! 
Gesù ci lascia volontariamente sulla barca che è la Chiesa, ci lascia
raggiungere l'altra riva da soli, ci considera degli adulti.
Leggiamo: "Congedata la folla, Gesù salì sul monte, solo, a pregare".
Questo Signore che prega, questo Gesù completamente immerso nella
preghiera ha scosso gli apostoli e scuote anche noi.
Gesù che prega?
Ma non era Dio?
Che bisogno aveva?
Certo, se per noi la preghiera significa chiedere qualcosa, non ha
senso che Gesù preghi!
Ma se la preghiera è il respiro di Dio che riempie i nostri polmoni, allora
Gesù è l'uomo della preghiera perché vive in intimità con il Padre.
E il motivo principale per cui noi preghiamo è perché Gesù ha pregato.
La preghiera è, nel silenzio o nel tumulto del nostro cuore, l'incontro
intimo con la presenza di Dio.
E se l'incontro non avviene, la preghiera è comunque gravida di gioia,
perché anche il silenzio e l'attesa sono abitati da Dio.
Chi ha incontrato Cristo non può fare a meno di pregare.
E questo desiderio nasce anzitutto dal fascino che esercita questo Gesù che prega.
Perché pregare?
Perché imitiamo Gesù che attinge nella notte al Mistero del Padre.
Lasciamoci affascinare da una preghiera che è intimo colloquio con Dio,
incontro silenzioso e pacato con la grazia di Dio.
Questo e solo questo è la preghiera.
Il resto è di più, se viene, se serve.
Vediamo, in questa pagina, che non c'è nessun riferimento al fatto di distrarci
o meno, l'essenziale è l'atteggiamento interiore del desiderio della preghiera.
"La barca intanto distava già qualche miglia da terra ed era agitata dalle
onde, a causa del vento contrario".
A chi non è mai successo di essere in un momento in cui si ha l'impressione
di essere in mezzo al mare in tempesta e di remare controvento?
Qualcuno di noi, io compreso penserà: "è tutta la vita che remo controvento!"
é possibile, mi dispiace.
Una lettura di fede, però, ci suggerisce che, bene o male, questo è un momento
che tutti dobbiamo attraversare.
Il momento della fatica, del remare contro, della stanchezza interiore, del lutto,
della malattia o dell'aridità; il momento in cui si ha la netta percezione che
il Signore non ci sia!
Gesù stesso--e questo è un immenso mistero–ha sperimentato questa aridità,
questo senso di abbandono.
Che mistero sconvolgente!
Gesù nell'orto degli Ulivi che si sente abbandonato!
Ci fermiamo alle soglie del Mistero, intuendo che la percezione di Gesù di
abbandono è autentica, drammatica, vissuta per essere in comunione con noi.
"Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sulle acque".
Possiamo pensare: "Buon Dio, quand'è la fine della notte!".
Ebbene: quel mare minaccioso, quelle onde che travolgono, quei flutti che
spaventano, si trasformano nel tappeto regale che ci porta a Gesù.
È un'immagine bellissima questa di Gesù che cammina sull'aspetto
minaccioso del lago.
Tra l'altro: sapete che il lago di Galilea è molto grande, e che, a causa
dell'escursione termica e delle correnti fredde del Giordano che lo alimenta,
davvero può provocare delle tempeste come in mare.
A questo proposito dovete sapere che gli Ebrei avevano terrore dell'acqua!
È una cosa normale per un popolo che non aveva grandi esperienze
di navigazione.
Insomma: il lago in tempesta, l'acqua che ci sommerge è il segno della
peggior disgrazia che ci può succedere, assomiglia proprio alla malattia.
Pensiamo alle nostre paure più remote o alle nostre malattie.
Ebbene: il Signore viene sul mare, vi cammina sopra.
Sopra le tue e le mie difficoltà più insormontabili, il Signore ci cammina sopra.
"I discepoli, al vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: "é un fantasma!
E si misero a gridare della paura."
Alle volte la paura del mare è così grande, alle volte la disperazione è così profonda
che non riconosciamo neppure la presenza di Cristo e lo prendiamo per un fantasma.
Siamo talmente turbati che non riconosciamo neppure la presenza del Signore.
E Gesù dice a noi come ha detto agli apostoli: "Coraggio sono io,non abbiate paura!"
Che bella questa affermazione di Gesù!
Trovo che l'infondere coraggio sia, da parte di Gesù, una delicatezza estrema.
Così, ricordate, l'angelo infonde coraggio a Maria e a Zaccaria nelle rispettive,
annunciazioni.
Così Gesù Risorto infonde coraggio agli apostoli quando appare.
Così, che bello, quando Giovanni Paolo II è stato chiamato a diventare
Vescovo di Roma, ha seguito queste orme dicendo come primissima cosa:
"Non abbiate paura di aprire le porte a Cristo!", certo, ma non è sempre facile.
Non abbiate paura, amici; il Signore non desidera che il nostro bene.
Più che abbracciarci, cosa volete che ci faccia?
Più che amarci cosa volete che succeda?
"Coraggio, sono io, non abbiate paura".
Pietro disse: "Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque".
Pietro chiede di superare la sua difficoltà, di affrontare la sua paura,
di camminare anche lui sulle acque.
Ma noi lo facciamo a mò di ricatto!
Diciamo: "Signore se esisti fa che succeda così e così!", siamo noi
che diciamo a Dio cosa deve fare!
Terribile!
È Dio che deve fare la nostra volontà, non noi la sua.
Ma cos'è la volontà di Dio?
Occorre capirci: bisogna dire anzitutto che, "fare la volontà di Dio" significa,
prendere consapevolezza che la sua volontà è più autentica della mia, più
orientata alla mia felicità più vera, e io mi ci adeguo, mi fido.
Noi invece diciamo: "Signore sia fatta la tua volontà, soprattutto se
assomiglia alla mia!".
Quando parliamo di volontà di Dio non intendiamo, il piegare la testa
davanti a Lui vendicativo, che mi chiede di rispettare i suoi capricci.
Se mi muore un figlio non posso inchinarmi dicendo: "è la volontà di Dio!".
Un episodio; una coppia che ha perso, qualche anno fa, il figlio unico,
a quindici anni, in un incidente.
Sono piombati nel dolore più insaziabile, facendosi anche accalappiare da
persone che proponevano esperienze esoteriche (pericolosissime).
Una tristezza senza fine, una morte senza scampo.
D'improvviso un'amica gli propone di leggere delle cose su un blog.
Accettano, cominciano a sciogliersi.
Dopo un po decidono di telefonarmi.
Ho capito subito la durezza che abitava nel cuore di queste persone.
Sinceramente mi sono trovato in imbarazzo, non sapevo che dire.
Mentre mi parlavano, invoco mentalmente lo Spirito Santo.
Dopo averli ascoltati per un bel pò, decido di parlargli dell’affidamento che
Dio ha voluto dare a Maria e Giuseppe, quello di suo Figlio, dicendo loro,
anche a voi Dio ha voluto affidarvi un suo figlio, siamo noi che pretendiamo
di essere i padroni della loro vita, ma non è così, i nostri figli, come diciamo
noi, non sono nostri, ma sono sempre dei suoi figli, e con questo non voglio
dirvi che Lui è venuto a riprenderselo, ma è stata una fatalità della vita il
modo in cui se n’è andato, voi in quel momento avete esaurito il vostro
compito, capisco che non è facile da accettare è normale.
Perché ci affezioniamo e vogliamo bene ai nostri figli, anche Maria si era
affezionata a Gesù, anche se sapeva che non era suo Figlio e non poteva
avere pretese, ha sofferto per Lui, ha pianto, si è sentita strappare l’anima
quando l’ha visto penzolare dalla croce, ma alla fine anche per
Lei è arrivata la gloria.
Quando ho finito di parlare lei molto imbarazzata dice: "Ho capito dobbiamo
chiedere scusa a Dio.
È dalla morte di mio figlio, dieci anni fa, che non ci confessiamo".
Io le ho risposto: "No, aspetta, è Dio che ti chiede scusa".
Questa affermazione gli ha spalancato il cuore alla misericordia e decisero
di perdonarlo andando a confessarsi”!
Stiamo attenti, amici, con le parole.
Attenti quando diciamo; è volontà di Dio questa morte o questa malattia. No!
È un mistero a cui dobbiamo accostarci con rispetto; quello della sofferenza.
Perché Dio permette la sofferenza?
Non lo so, giuro.
So solo che Dio ha sofferto, e questo mi basta.
Volontà di Dio. Che mistero!
La nostra preghiera, allora va, nella direzione di capire il disegno che Dio
ha su di me, su di te Angiolina, su ognuno di noi e chiedere a Dio di
facilitarci il progetto che ci siamo fatti.
Nel mese di maggio tanti genitori vanno al Rosario e alla S. Messa più spesso,
per i figli che devono fare gli esami, perché?
Santa fifa degli scrutini ora pro nobis!
Perché chiedere a Dio che il compito di matematica del figlio vada bene?
Il Signore non li considera dei minorati; gli ha dato tutti gli strumenti affinché
il compito vada benissimo!
Questo intendo con "sfida": quando banalizziamo il rapporto con Dio.
Quando diciamo "se esisti fa' che".
Torniamo al testo: "Ed Egli-Gesù-disse: Vieni".
Il Signore accetta la sfida e Pietro crede.
Qualche passo soltanto, ma crede.
Noi lo avremmo fatto?
Ci saremmo buttati in acqua?
Forse no.
Lui sì: è un impulsivo, un ingenuo, ma si butta.
"Scendendo dalla barca si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù".
All'uomo che crede è concesso di camminare sul mare della propria
inquietudine, della propria sofferenza, della propria tenebra.
Sì: è concesso, almeno un pò.
Ma: "per la violenza del vento s'impaurì e cominciando ad affondare
gridò: 'Signore, salvami!'.
E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e disse: 'Uomo di poca fede,
perché hai dubitato?".
Stavi andando bene, Pietro!
Perché hai dubitato?
Siamo alle solite, partiamo in quarta con tanta buona volontà, poi ci
spaventiamo per un niente.
Ricordate sicuramente il parallelo di Marco; Gesù è presente sulla barca,
ma dorme.
E ancora rimprovera i discepoli dicendo: "Perché avete dubitato?".
Perché noi dubitiamo?
Il Signore è sulla barca con noi!
Perché spaventarci, egli è presente!
Tutto ce lo testimonia, non dubitiamo.
A te Angiolina, non mi sembra che tu stia dubitando, credo tu abbia
imparato come si cammina sulle acque impetuose della, senza paura.
Matteo scrive questo episodio apposta per noi, per infonderci coraggio,
per dirci che anche loro, gli apostoli, hanno faticato, hanno dubitato, ma,
alla fine, hanno creduto.
Infine voglio spendere due parole su Pietro.
Perché mai Pietro è stato scelto come garante della nostra fede?
Perché crede.
È l'unico che si è buttato, impulsivo come sempre.
Leggere il vangelo e sottolineare le brutte figure di Pietro l'irruente!
È spettacolare!
Eppure è stato scelto, non perché era forte, ma perché era debole ma sincero,
perché capace di riconoscere i propri errori.
Perciò è stato scelto.
Pietro è lì a dirci: "La fede in cui credete è la stessa che da duemila
anni ci tramandiamo".
Perciò preghiamo per Pietro durante ogni eucarestia; perché lo Spirito lo
accompagni in questo cammino così impegnativo!
Ciò che la Chiesa crede da sempre: che non importa se il Papa sia simpatico
o meno, polacco o bulgaro, l'importante è che custodisca la fede.
Andiamo all'essenziale: Pietro si getta perché si fida, l'unico.
Pietro con le sue fragilità, il suo entusiasmo, la sua poca fede, ci assomiglia tanto.
Perciò è stato scelto a garantire la nostra piccola fede: perché, come noi, ha paura.
Perciò è grande: perché, più di noi, si é buttato!
Grande Pietro!
Anche tu Angiolina ti stai fidando del Signore, per questo ti senti bene
quando hai tante persone accanto a te immerse nella preghiera,
con affetto da fausto e Bertilla.

lunedì 8 maggio 2017

Un pomeriggio a Messa a casa di Angiolina

Peschiera del Garda Mercoledì 3 Maggio 2017.
Eccovi amici le foto della S Messa a casa della nostra amica Angiolina.
Mercoledì scorso come facciamo di solito, siamo andati a casa dalla
nostra cara amica Angiolina a Peschiera per il Santo Rosario, ma arrivati
abbiamo avuto una gradita sorpresa, in casa c’era tutto addobbato pronto
per la S. Messa, è stata una gradita sorpresa, che il parroco Don Attilio
ha voluto fare a tutti noi.
Sono stati momenti bellissimi condivisi con tante persone che hanno
voluto essere presenti, momenti di preghiera e di spiritualità, alla fine
poi c’è stato anche un momento di fraterna convivialità.
Magari qualcuno si domanderà perché tutto questo.
Semplice, Angiolina è una cara amica con la quale qualche tempo fa
avevamo condiviso dei pellegrinaggi, erano stati momenti bellissimi
e indimenticabili.
Ora purtroppo non è più così, perché una cattiva malattia l’ha costretta
su una carrozzella, non potendo più venire in pellegrinaggio, abbiamo
pensato di farlo noi il pellegrinaggio ogni settimana fino a casa sua per
condividere dei momenti di preghiera.
Non sempre possiamo fare quello che vogliamo a causa di qualche
malattia, e quando siamo bloccati senza la possibilità di muoversi,
vorremmo poter incontrare delle persone per distogliere il pensiero dai
nostri problemi, ed allora ecco il momenti, se lei non può più muoversi,
siamo noi ad andare da lei.
Ringraziamo il Signore per poterlo fare, un abbraccio forte a te Angiolina,

non si possono dimenticare gli amici come voi, con affetto Fausto e Bertilla. 








Il nostro Pellegrinaggio al Santuario dell'Amore Misericordioso.

Sommacampagna 8 Maggio 2017.
Eccovi amici le foto del nostro pellegrinaggio a Collevalenza
di Sabato 6 e Domenica 7 Maggio 2017.
Sono state due belle giornate passate in serenità, amicizia e spiritualità,
avendo avuto la possibilità di rivedere anche amici che da tempo non
incontravo, ma anche persone nuove che per la prima volta venivano
al Santuario.
Spero che i bei momenti passati assieme possano rimanere nei vostri
cuori come rimarranno nel mio, nel salutarvi auguro a tutti voi tanta

felicità e serenità attraverso l’Amore Misericordioso, con affetto Fausto.





lunedì 1 maggio 2017

Riflessione su Giuseppe il grande ed il giusto.

Una riflessione già fatta, ma Giuseppe
mi piace proprio tanto e ve la ripropongo.
Giuseppe sta organizzando casa per accogliere Maria.
È un bravo ragazzo, un onesto lavoratore ed è sufficientemente devoto,
insomma; un buon partito.
È contento di accogliere Maria, che è una ragazza timida ma decisa,
gentile e di bell’aspetto; molti lo considerano fortunato di avere in
sposa la piccola adolescente di Nazareth.
In questo clima di festa matrimoniale, arriva la doccia fredda.
Matteo, tutela della privacy, non ci spiega come Giuseppe sia venuto
a conoscenza della gravidanza di Maria.
Dubito che si siano incontrati, forse è stata la madre Anna a comunicargli
la notizia, chissà.
Possiamo, però immaginare la notte insonne di Giuseppe, la peggiore
della sua vita.
Ma come? Maria? La mia piccola Maria?
E chi sarà il padre?
Io che pensavo fosse una così brava ragazza!
Che stupido sono stato!
Ma ci sarà una ragione, qualcuno avrà abusato della sua gentilezza.
Giuseppe non riesce a prendere sonno, si gira e si rigira sul giaciglio,
come fa la porta sui cardini, come dice argutamente la Scrittura (Pr 26,14).
Ma, oltre alla profonda ferita di un amore tradito, Giuseppe deve
affrontare l’incubo del futuro.
Cosa deve fare?
A norma di legge (Dt 22,21), Giuseppe deve svegliarsi e radunare altri
uomini della comunità dicendo che quel bambino non è suo, e subito
Maria sarà lapidata a morte.
Per essere un buon credente e un devoto, deve uccidere Maria.
(Non è folle che, a volte, gli uomini compiano cose orribili in nome di Dio?).
Ma, grazie al cielo, quest’usanza non è più praticata, al tempo di Gesù.
Giuseppe deve informare il rabbino del fattaccio e ripudiare la futura sposa,
che rimarrà a casa dei propri genitori piena di vergogna, segnata per tutta la vita.
E, a questo punto, succede l’incredibile.
Giuseppe, che è un giusto, trova una soluzione.
Mentirà.
Il mentitore giusto.
Dirà che si è stancato di Maria, la ripudierà, salvandole l’onore.
Certo, nessuno prenderà più in sposa una donna che ha avuto un figlio
da un altro uomo, ma, almeno, girerà a testa alta nelle strade di Nazareth.
Giuseppe è grandioso: non rispetta la Legge attribuita a Dio
e decide di mentire.
Matteo ci dice che Giuseppe è giusto.
A volte la legge di Dio, quella autentica, passa attraverso la
trasgressione della legge degli uomini, quella attribuita a Dio.
Giusto è un titolo straordinario, in Israele.
È, forse, il più bel complimento che si possa fare ad un ebreo.
Giuseppe è giusto come Dio è giusto, perché non giudica secondo le
apparenze, perché si sacrifica, supera il suo orgoglio di maschio
ferito (terribile!), e salva Maria.
Immenso Giuseppe, falegname abituato a riconoscere l’essenza di un
legno, a piallare un asse, non ad inseguire fini ragionamenti che
lo mettono in crisi!
Ha deciso, anche se continua a non prendere sonno.
E, proprio quando ha scelto di salvare Maria, quando si è dato pace,
quando ha superato il proprio orgoglio, arriva, in sogno, un angelo
che lo rassicura.
Va tutto bene, gli dice l’angelo, hai a che fare col mistero.
Fai bene a fidarti di Maria, è prodigioso ciò che le è capitato, colui
che porta in grembo non è il figlio di un altro uomo, ma di Dio stesso.
Maria lo partorirà e tu, Giuseppe, gli darai il nome, cioè l’identità,
il carattere, l’educazione.
A Maria l’angelo chiede di collaborare.
A Giuseppe l’angelo chiede di insegnare a Dio a diventare uomo.
Anche lui, Giuseppe, deve cambiare la sua vita, i suoi desideri, le sue scelte,
adeguarli all’evento improvviso di un Dio che decide di diventare uomo.
Giuseppe obbedisce.
Si sveglia e prende con sé Maria.
Leggo e rileggo questa conclusione sconcertante.
Si alza e obbedisce.
Non fa commenti, non approfondisce ulteriormente, si fida e basta,
accetta e accoglie.
La sua vita, ora, è radicalmente cambiata, ma va bene così;
ha a che fare con il mistero di Dio.