sabato 17 giugno 2017

Ecco cos'è la Messa; il Corpo e il Sangue di Cristo

Ed eccoci ad una grande Festa con;
Il dono della Presenza del Maestro
Che strana festa il Corpus Domini...!
Un momento in cui facciamo il punto della nostra fede, confrontiamo le
nostre piccole comunità e le nostre piccole eucarestie al grande sogno di Dio.
Già: la Messa. Che ne abbiamo fatto?
Serve quasi a identificare il cristiano "buono", come se quell'andare a Messa
fosse, in fondo in fondo l'unica cosa che caratterizza la nostra fede.
O, ancora, i molti, troppi amici che si definiscono "credenti e non praticanti",
come se qualcuno potesse dire "sono innamorato non praticante della mia ragazza".
Quanti pensieri! Quanta amarezza sulle labbra.
Sì, amici, dobbiamo percuoterci il petto, sinceramente una volta tanto, abbiamo
gettato le perle ai porci, abbiamo strappato la tunica, abbiamo banalizzato
l'immenso dono di Dio; la sua presenza.
La festa di oggi è lì a ricordarci che Gesù ha scelto di stare in mezzo a noi in
maniera concreta, visibile, tangibile.
Là dove una comunità si raduna e prega insieme al proprio pastore, per la potenza
dello Spirito il Signore si fa cibo.
Che ci crediamo o no, che lo vogliamo o no, ancora il Signore si dona, si offre,
si fa pane spezzato per la nostra vita.
Più della manna nel deserto, più del pane moltiplicato a Cafarnao, Gesù ci
ripete che la sua carne è vero cibo e il suo sangue vera bevanda.
Il dono inaudito della presenza di Dio, la possibilità concreta, reale, di "nutrirci"
di Dio, di essere assimilati a Lui ("Chi mangia di me vivrà per me!"), dimora
troppo spesso ignorato nelle nostre comunità.
Allora permettetemi di guardarmi intorno e dentro e di dire alcune cose che
abitano il mio cuore.
Vedete: il problema non è che la Messa è troppo lunga o i canti inadatti, anche
se, è bene ricordarlo, dovremmo dare il massimo perché le nostre liturgie
siano belle e vivaci.
Credo che il problema vero sia la nostra poca fede.
Non importa se la predica (spesse volte!) è lunga, o noiosa o lontana dalla mia vita.
Il fatto è che noi veramente non crediamo che Dio venga e ci dia appuntamento.
Che fare? Crescere nella fede, anzitutto.
Ogni volta che ci prepariamo a partecipare all'Eucarestia, attendere questo
momento come l'inizio della settimana, la chiave di volta.
Per fare questo dobbiamo ancora lavorare molto: nei paesi, dove troppo spesso
la pressione sociale imbalsama il Vangelo (conosco gente che non fa la
comunione troppo spesso perché sennò poi la gente pensa che sia bigotto!),
avendo il coraggio di mettere Cristo al centro.
Nelle nostre città, dove l'assemblea è spesso anonima, avendo il coraggio di
appartenere alla comunità, di sentirsi bene accolti, attesi, riconosciuti.
E' finito (grazie a Dio!) il tempo della presenza per non sfigurare davanti al prete.
No; partecipare all'Eucarestia (ho detto: "partecipare" non "stare parcheggiati"),
significa mettersi in gioco, in un atteggiamento di accoglienza e di fede.
Certo allora le nostre comunità dovranno riappropriarsi della celebrazione; che
la Messa parli di Dio!
Nell'attenzione ai gesti, all'ambiente, alle parole, ai canti, ai segni, nel silenzio,
nel desiderio della preghiera!
Tutto dovrebbe parlare di Dio.
E per voi preti l'esigenza di lasciarvi cambiare dalla Parola, renderla
comprensibile, piacevole.
Parlare di Cristo prima delle esigenze morali, raccontare, voi che avete avuto la
gioia di seguirlo, del suo fascino e della sua pienezza, più che di sottolineare
astratti concetti teologici.
Abbiamo bisogno di riscoprire la freschezza e la gioia del ritrovarsi a celebrare
la misericordia di Dio, a riempire la nostra bisaccia così che nessuno esca a
mani vuote dalle vostre liturgie.
Quel gesto di Gesù che-in obbedienza al Rabbì e al suo "Fate questo in memoria
di me"-riproponete ogni domenica, è uno squarcio aperto nel petto di Dio, la
possibilità di accostarci con verità e misura alla grande tenerezza del Signore.
Riscopriamo questo immenso dono!
Santa Domenica del Corpo e Sangue di Cristo Fausto.


sabato 10 giugno 2017

SS. Trinità=Padre, Figlio e Spirito Santo.

SS. Trinità; Tre Persone che per il grande Amore che hanno ne vediamo una sola.
Conversando con un Teologo mi disse: "Supponiamo che il papa, per un colpo
di sole, si alzasse una mattina e dicesse: "ci siamo sbagliati, Dio non è Trinità,
è unico!", cosa cambierebbe, in concreto, nella nostra vita?".
Domanda spinosa e birichina che colpisce al cuore la nostra
fragile fede: non è un'inutile complicazione questa idea della Trinità?
Eppure Gesù è morto per svelarci il mistero stesso di Dio, anzi, aiutati dal
poderoso soffio dello Spirito Santo ricevuto, noi professiamo un Dio comunione.
Proviamo ad approfondire il volto di questo Dio che è venuto a
raccontarsi perché tutti lo possiamo incontrare ed amare.
Gesù ci svela qualcosa di inaudito, inimmaginabile, inatteso:
Dio è Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo.
Cioè: Dio non è il solitario perfetto, l'incommensurabile, l'onnipotente-certo-ma
solitario Motore Immobile (sommo egoista bastante a se stesso?).
No: Dio è festa, famiglia, comunione, danza, relazione e dono.
Dio è tre persone che si amano talmente, che se la intendono
così bene che noi-da fuori-vediamo uno.
Abbiamo una così triste opinione di Dio!
No, la Scrittura ci annuncia che Dio è una festa ben riuscita,
una comunione perfetta.
Un po' come quando vediamo una coppia di sposi o di fratelli
che si vogliono talmente bene da sembrare una cosa sola.
Che bello!
Vedere realizzato in Dio ciò che noi sempre desideriamo!
Tre persone che non si confondono, che non si annullano in un'indefinita
energia cosmica, ma che, nella loro specificità, operano con intesa assoluta.
Riusciamo addirittura a delineare l'opera, il lavoro di ognuno, il "carattere
specifico" di ogni persona: riconosciamo l'impronta del Padre nella Creazione,
nello stupore della natura; riconosciamo l'agire del Figlio nella sua volontà
di salvezza dell'uomo; riconosciamo lo Spirito che accompagna, porta a
compimento e santifica l'umanità pellegrina.
Ma andiamo oltre.
La Genesi ci dice che Dio per crearci si guardò allo specchio:
siamo fatti ad immagine e somiglianza di Dio.
Quindi-mi seguite-siamo fatti ad immagine e somiglianza della comunione.
Adesso capisco un sacco di cose!
Capisco perché la solitudine mi pesa tanto e mi fa paura: è contro la mia natura!
Capisco perché quando amo, quando sono in compagnia, quando riesco ad
accogliere e ad essere accolto sto così bene: realizzo la mia vocazione comunionale!
Allora siamo seri: se diamo retta ai profeti di sventura del nostro tempo che ci
spingono a dar retta solo al nostro ombelico, che mettono sempre e solo il "se"
al centro, rischio di prendere delle terribili cantonate.
Non seguite chi vi parla di "autorealizzazione", dimenticando che è nel gioioso
e adulto dono della propria vita che realizziamo la nostra natura profonda.
Se su una cosa dobbiamo investire, è proprio nella fatica dello stare
insieme, nella relazione, perché tutto il resto sarebbe tempo perso.
La festa della Trinità, allora, è la festa del mio destino, è lo specchio
della mia attitudine profonda, è il segreto della mia felicità.
A questa comunione s'ispirano le coppie che credono nel vangelo, tese a raggiungere
la pienezza nell'accoglienza reciproca (accoglienza della diversità, bellezza
della diversità) che dona vita.
E a questa comunione siamo invitati come singoli e come comunità cristiana.
E' alla Trinità che dobbiamo guardare nel progetto di costruzione delle
nostre comunità: la Chiesa (quella sognata da Dio, intendo, non lo
sgorbio presente nelle nostre menti fatto di rigidezze e sovrastrutture)
è lo spazio pubblicitario della Trinità nel mondo d'oggi.
Guardando alla Chiesa l'uomo si accorge di essere capace di comunione.
Uniti nella diversità, nel rispetto l'uno dell'altro, nell'amore semplice,
concreto, benevolo, facciamo diventare il nostro essere Chiesa splendore
di questo inatteso Dio comunione…!

Santa Domenica della Trinità Fausto.

sabato 3 giugno 2017

La Pentecoste

Vieni Spirito!
 Colomba...fiammelle di fuoco...vento...!
No: decisamente a immaginarci lo Spirito Santo facciamo una gran fatica.
Mi spiego; il Padre tanto quanto, è l'Incommensurabile, l'Onnipotente, e allora
un simpatico vecchione barbuto ci sta.
Il Figlio è facilissimo con la ricchissima descrizione che la storia ci ha
consegnato e il suo bel viso brunito contornato da una bella barba rasa ce lo
restituisce all'immaginazione.
Ma lo Spirito!
Vagamente legato alla Pentecoste, lo rispolveriamo in occasione della Cresima
(Sacramento difficile da vivere per i nostri ragazzi in piena crisi adolescenziale…),
rischia di restare accantonato nelle nostre devozioni come un "qualcosa di più"
di un santo.
Che tristezza!
Così pochi conoscono delle preghiere di invocazione dello Spirito.
Lo Spirito è presenza d'amore della Trinità, ultimo dono di Gesù agli apostoli,
nominato con rispetto e con titoli straordinari da Gesù: " Vivificatore", "Consolatore", "Ricordatore", invocato con tenerezza e forza dai nostri fratelli cristiani d'oriente.
Senza lo Spirito saremmo morti, esanimi, spenti, non credenti, tristi.
Esagero? No, è che lo Spirito, così discreto, così impalpabile, indescrivibile, è la
chiave di volta della nostra fede, ciò che unisce tutto.
L'unico esempio che mi sembra spiegare bene ciò che ho nel cuore è questo;
immaginatevi di essere una radio (a voi la scelta tra un sofisticato apparecchio HiFi
o una scatolina portatile) e immaginatevi che il Signore Gesù, la fede, la vita di Dio
sia una potente stazione radio.
Bene; se non siete in sintonia, se non cogliete la giusta frequenza, sentirete solo
un fastidioso ronzio.
Idem con lo Spirito (che spero mi perdoni per la bestialità di esempio!); se non ci
mette in sintonia la fede, ci giunge agli orecchi del cuore solo un fastidioso brusio.
Davvero lo Spirito, già ricevuto da ciascuno nel Battesimo, è Colui che ci rende
presente qui e ora il Signore Gesù.
Siete soli? Avete l'impressione che la vostra vita sia una barca che fa
acqua da tutte le parti?
Vi sentite incompresi o feriti?
Invocate lo Spirito che è Consolatore che con-sola, fa compagnia a chi è solo.
Ascoltate la Parola e faticate a credere, a fare il salto definitivo?
Invocate lo Spirito che è Vivificatore, rende la vostra fede schietta e vivace
come quella dei grandi santi.
Fate fatica a iniettare Gesù nelle vene della vostra quotidianità, preferendo
tenerlo in uno scaffale bello stirato da tirare fuori di domenica?
Invocate lo Spirito che ci ricorda ciò che Gesù ha fatto per noi.
Così gli apostoli hanno dovuto essere abitati dallo Spirito, che li ha rivoltati
come un calzino, per essere finalmente, definitivamente, annunciatori e, allora,
solo allora, hanno iniziato a capire, a ricordare col cuore.
Ecco allora che le immagini del fuoco, del vento, sono quanto mai azzeccate,
e la pagina degli Atti è straordinaria in questo suo esagerato uso di parole che
sottolineano lo stupore, la meraviglia, il cuore che scoppia.
Se avete sentito il cuore scoppiare, ascoltando la Parola, state tranquilli: c'era
lo Spirito che, finalmente, era riuscito a forzare la serratura del vostro cuore
e della vostra incredulità!
Non vi capite con chi vi sta intorno, col vostro parroco, col vostro confratello?
Invocate lo Spirito che provoca l'antiBabele (ricordate quel bel racconto della
gente che non si capiva più?) ricucendo gli strappi del nostro non capirci per
suscitare comunioni sotterranee che vanno al di là delle simpatie.
Abbiamo bisogno, urgiamo, ci è indispensabile invocare lo Spirito perchè ci
cambi il cuore, ce lo riempia, dia una sveglia alla nostra fede.
Non è tempo perso il tempo dedicato ad invocarlo, a supplicarlo, a fargli vedere
che lo aspettiamo.
Allora, amici, ancora socchiudiamo gli occhi assieme e con fede, con forza,
con passione, sussurriamo ancora una volta: "Vieni Spirito Santo".

Santa Domenica di Pentecoste Fausto.

venerdì 2 giugno 2017

Messaggio della Madonna del 2 Giugno 2017

MEDJUGORJE: ECCO LO STRAORDINARIO MESSAGGIO
DELLA MADONNA APPENA ARRIVATO
Ecco il messaggio da Medjugorje del 2 Giugno 2017 dato dalla Regina della Pace
alla veggente Mirjana per coloro che non hanno ancora conosciuto l’amore di Dio:
Cari figli, come negli altri luoghi dove sono venuta, così anche qui vi chiamo
alla preghiera.
Pregate per coloro che non conoscono mio Figlio, per quelli che non hanno
conosciuto l’amore di Dio, contro il peccato, per i consacrati, per coloro che
mio Figlio ha chiamato affinché abbiamo amore e spirito di forza, per voi
e per la Chiesa.
Pregate mio Figlio, e l’amore che sentite per la Sua vicinanza, vi darà forza
e vi preparerà alle opere buone che farete in Suo nome.
Figli miei siate pronti.
Questo tempo è un bivio della vita.
Per questo io vi chiamo nuovamente alla fede ed alla speranza, vi mostro
la strada da prendere.
Queste sono le parole del Vangelo.
Apostoli miei, il mondo ha così bisogno delle vostre mani alzate verso il cielo,
verso mio Figlio e verso il Padre Celeste.
È necessaria molta umiltà e purezza di cuore.
Abbiate fiducia in mio Figlio e sappiate che potete sempre migliorare.
Il mio cuore materno desidera che voi, apostoli del mio amore, siate sempre
piccole luci del mondo.
Illuminiate là dove le tenebre desiderano regnare e con la vostra preghiera
ed il vostro amore, mostrate la strada giusta.
Salvate le anime.
Io sono con voi. Vi ringrazio.
Mirjana ha detto che la Madonna ha benedetto i presenti e tutti

gli oggetti di devozione portati.
P.S.: traduzione temporanea a cura degli interpreti di Medjugorje.