LA VERITA' SUI MIGRANTI
DELLA NAVE DICIOTTI
Salvini, l'Europa, la Bonino, la
CEI... e intanto in Spagna il governo di sinistra
manda 800 soldati a respingere i
migranti sparando proiettili di gomma (lo sapevate?)
di Antonio Socci
Sul caso della nave Diciotti c'è
stata molta disinformazione e bisogna fare un
pò chiarezza con alcune domande.
La prima, che si ripropone ad
ogni tentato sbarco, è questa: se-come dice Boeri
e con lui tutta la sinistra e i
media-questi migranti vengono qui da lontani
paesi dell'Asia e dell'Africa
smaniosi di poterci pagare le pensioni e farci vivere
nel lusso, perché nessuno dei
paesi europei sgomita per accaparrarseli?
Perché non approfittano di questa
straordinaria opportunità per assicurare
il futuro dei loro pensionati?
Perché fanno il fuggi fuggi?
Perché oppongono un rifiuto
totale e vogliono ad ogni costo regalare all'Italia
e alla sola Italia, questo
privilegio?
Possibile che siano così
masochisti?
Rischiano di far saltare la UE
pur di costringere l'Italia ad accettare questo
straordinario regalo: un caso
estremo di altruismo, si direbbe.
POLEMICHE A SENSO UNICO
I nostri famosi
"altruisti", quelli che fanno i solidali, ma col portafoglio
dello Stato, cioè degli italiani,
quelli che sono accorsi a Catania, ma non si
sono visti ai funerali di Genova
(tranne Martina che è stato fischiato), né si
vedono nei luoghi del terremoto:
perché tutti costoro hanno inveito contro
Salvini che non vuole far
sbarcare i migranti e non hanno detto una sola parola
sui paesi europei che vengono
meno agli impegni presi e si rifiutano di
prendersi anche quote minime di
questi migranti?
Riescono solo a mettere
all'indice i governi sovranisti di Visegrad (con cui
Salvini è alleato) e che
rifiutano le quote.
E' ciò che anche ha ripetuto
Massimo Cacciari in tv, pensando così di
sfoderare un formidabile
argomento contro il ministro dell'Interno.
Solo che Salvini aveva già
risposto andando oltre la ripartizione in quote.
Infatti ha spiegato: "Stop
invasione.
Il mio obiettivo è bloccare
barconi e barchini, è organizzare nei Paesi africani
degli sportelli che decidano chi
ha diritto di partire e chi no, seguendo il
modello australiano.
Basta col businnes per gli
scafisti".
Poi il ministro ha aggiunto la
descrizione del "nostro progetto di investimenti
per aiutare veramente i paesi
africani, dopo anni di nulla cosmico targato PD".
INTANTO IN SPAGNA...
Proprio negli stessi giorni in
cui si è svolta la vicenda Diciotti, sono accaduti
dei fatti nell'enclave spagnola
di Ceuta, dove c'è un'alta barriera per impedire
ai migranti africani di entrare
in Europa (a proposito di muri e di blocco navale).
Infatti il governo progressista
spagnolo mercoledì scorso ha mandato la polizia
a scontrarsi coi migranti.
Gli 800 agenti della Guardia
Civil spagnola hanno sparato proiettili di gomma
e usato getti d'acqua.
Alla fine diversi sono stati i
feriti, ma un centinaio di migranti sono riusciti a entrare.
Però il giorno dopo, giovedì, le
116 persone che ce l'avevano fatta sono state
rispedite oltre il confine, in
Marocco, dalla Guardia Civil.
Fra l'altro El Paìs, citando
fonti della polizia, scrive che ci sono "le mafie dietro
gli assalti dei migranti alle
frontiere di Ceuta e Melilla".
Ecco dunque la domanda: perché
nessuno dei "solidali" che sono accorsi a
Catania (dove i migranti vengono
nutriti e curati e non certo presi a sberle)
ha protestato contro il
trattamento durissimo delle forze dell'ordine spagnole
(e prima di quelle francesi)?
Perché non si è vista nessuna maglietta
rossa?
Perché UE, Onu, Amnesty
Internazional, Ong, Emergency, Vaticano,
don Luigi Ciotti, Saviano
eccetera non hanno emesso vibrate proteste?
Se fosse l'Italia-e in
particolare il ministro Salvini-a erigere barriere di filo
spinato, a mandare la polizia che
spara proiettili di gomma e getti d'acqua
contro i migranti per ricacciarli
oltre la frontiera e a sostenere che ci sono
"le mafie dietro gli assalti
dei migranti alle frontiere" cosa accadrebbe?
Giustamente ieri il ministro dell'Interno
(solo lui) ha commentato: "Dopo
aver superato il confine spagnolo
a Ceuta e aggredito gli agenti di pattuglia,
questi signori sono stati
rimandati in Marocco (...).
Se lo fa la Spagna va bene, ma se
lo propongo io allora sono razzista,
fascista e disumano".
Viene anche da chiedersi anche
perché gli spagnoli non vogliono saperne
di queste masse di migranti
desiderose di pagare le loro pensioni.
Com'è che solo gli italiani
dovrebbero abboccare a questa storiella?
SCIOPERO DELLA FAME?
Infine a proposito del presunto
sciopero della fame che alcuni ospiti della
Diciotti avrebbero iniziato,
Salvini ieri ha ricordato che "in Italia (dati 2017)
vivono 5 milioni di persone in
povertà assoluta (1,2 milioni di bambini)"
e costoro "lo sciopero della
fame lo fanno tutti i giorni, nel silenzio dei
buonisti, giornalisti e compagni
vari".
E' dunque incomprensibile che
questi ospiti della nave Diciotti, a cui è
offerto lo stesso cibo che è
offerto al personale italiano, lo rifiutino.
C'è anche da chiedersi come
davvero stanno le cose a bordo della nave.
Perché ieri, in un'intervista, il
comandante della Diciotti Massimo Kothmeir
ha descritto una situazione del
tutto diversa da quella che in questi giorni
hanno rappresentato i media.
In sintesi ha detto: "A
bordo non avevamo bambini.
Non c'è emergenza sanitaria, la
situazione è più che soddisfacente, i migranti
mangiano, stanno bene.
E non hanno la sensazione di
essere sequestrati dal governo".
VERITÀ NON DETTE
C'è infine da porsi una domanda
(la quarta) sulla provenienza di questi migranti
che sono partiti da Eritrea,
Siria, Bangladesh, Egitto e Isole Comore.
Se si prende un carta geografica
si vedrà che si tratta di luoghi lontanissimi
dall'Italia: l'Eritrea è davanti
alla ricchissima Arabia Saudita, molto a sud della
Mecca, le isole Comore sono
nell'Oceano Indiano, nell'altro emisfero e il
Bangladesh è più lontano da noi
della Cina.
Qualcuno ci spieghi cosa c'entra
l'Italia con loro.
Perché ce li ritroviamo a
Catania?
Com'è che questa gente arriva
sulle nostre coste?
Dai loro paesi e assurdo e
difficilissimo arrivare qua, oltretutto sono lontanissimi
anche per mentalità, storia e
cultura da noi.
Chi, come e perché vuole
convogliare migranti da tutto il mondo sulle coste italiane?
Quali interessi ci sono in gioco?
Anche per coloro che fuggono come
profughi da situazioni di guerra (per esempio
i siriani) è assurdo che arrivino
sulle coste italiane.
Gianandrea Gaiani ha scritto che
"in base alla Convenzione di Ginevra sui
rifugiati del 1951 nessuno di
coloro che sono arrivati in Europa illegalmente
avrebbe diritto ad asilo o altre
forme di accoglienza" perché "la Convenzione
prevede l'obbligo di asilo per
chi fugge direttamente da Stati in preda a guerra
e violenze, ma impone che le
domande di asilo vengano stilate nei campi
profughi dei paesi confinanti con
quelli in cui la loro vita è in pericolo".
Dunque per le Convenzioni
internazionali neanche i profughi (e sono una piccola
minoranza fra i migranti) possono
scegliere questo o quel paese a loro piacimento
con l'obbligo-per quello da lui
deciso-di accoglierlo e mantenerlo.
Perciò, prima di invocare i
trattati internazionali, sarebbe bene che i nostri
buonisti si informassero.
EMMA BONINO
Fra costoro va citata Emma Bonino
che ieri ha rilasciato a "Repubblica"
un'intervista furibonda contro
Matteo Salvini.
Un'intervista che suscita due
considerazioni.
Primo: il suo movimento si chiama
"Più Europa" e invece di protestare contro
i Paesi della Ue che-sulla nave
Dicioti-se la sono data a gambe facendo perdere
le tracce (quindi "meno
Europa" fino a sparire), la Bonino arriva a dire: "i nostri
partner europei ci guardano
allibiti".
Come se a scandalizzare fossimo
noi italiani e non loro.
Così trasforma gli imputati in
nostri giudici e l'Italia-che ha il merito di aver
salvato la vita di questi
migranti-nell'imputata.
Secondo: l'intervista inizia con
questa frase: "la vita altrui non vale più niente".
E' proprio sicura di poter
pontificare sul diritto alla vita l'on Bonino, simbolo
della lotta per l'aborto?
La vita dei bambini (i più
indifesi) nel grembo delle madri quanto vale?
Stefano Fontana nell'articolo
seguente dal titolo "La CEI in politica, per integrare
senza evangelizzare" spiega
che la CEI non è uno Stato sovrano.
Si è offerta di prendersi in
carico i richiedenti asilo della Diciotti, che non
perdono perciò la qualifica di
clandestini e che quindi rimarranno in Italia.
Tutto questo non ha niente a che
fare con l'integrazione.
E neppure con la missione delle
diocesi che è quella dell'evangelizzazione.
Ecco l'articolo completo
pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 29
agosto 2018: l'inserimento
diretto della CEI-Conferenza Episcopale Italiana-nella
trattativa e nella conclusione
della vicenda della "Diciotti" è qualcosa di nuovo.
Risolve qualche problema ma ne
pone altri.
Non si era ancora mai verificato
che i vescovi italiani si inserissero in una
decisione istituzionale e politica
di spettanza del governo italiano, dei governi
di altri Paesi coinvolti, e
dell'Unione Europea.
Le persone sbarcate dalla
"Diciotti" sono state affidate all'Albania, al Irlanda e...
appunto alla CEI, che però non è
uno Stato come gli altri due.
Potrà in futuro ripetersi la
cosa?
E la CEI chiedere ancora che il
governo accolga immigrati affidandoli poi alla
Chiesa italiana?
E potrà farlo solo la CEI o anche
altre realtà religiose presenti in Italia?
Potrà farlo anche l'UCOII?
Potranno farlo anche altri
soggetti non religiosi della società civile?
Non esiste più, quindi, il
diritto dovere dello Stato di difendere i confini e di
decidere in ultima istanza su chi
entra?
So bene che la decisione politica
non è stata presa dalla CEI, ma dal governo
italiano, e che si è trattato di
uno stratagemma per risolvere una questione che
stava diventando sempre più
spinosa, ma il governo l'ha presa perché la CEI
si era resa disponibile.
Chi altri in futuro avrà titolo
per rendersi disponibile?
E il governo dovrà sempre tenere
conto di queste disponibilità?
Un atto in apparenza così
semplice crea una situazione complessa.
Del resto, alla fine i nuovi
ospiti vivranno in Italia, perché la Conferenza
episcopale italiana non è sovrana
su un territorio, vive in Italia, con tutte le
sue diocesi e parrocchie.
Quindi, di fatto, sono stati
accolti in Italia a tutti gli effetti, tranne quello
economico, almeno sembra.
Allo stato attuale non è infatti
chiaro se la CEI manterrà i nuovi arrivati con
i fondi dell'otto per mille o
altri fondi propri oppure se li farà rientrare nelle
quote a carico delle Caritas
diocesane.
In questo caso a mantenerli
sarebbe ancora lo Stato italiano e non la CEI.
In ambedue i casi, comunque, gli
immigrati vivranno in Italia e qui faranno
le domande di asilo per ottenere
la qualifica di profughi e per tutte le altre
pratiche cui gli immigrati che
sono in territorio italiano senza un permesso
devono sottoporsi.
Tutto questo non ha niente a che
fare con l'integrazione.
La CEI, che non è uno Stato
sovrano, si è offerta di prendersi in carico delle
persone le quali non perdono
perciò la qualifica di clandestine e che quindi
rimarranno in Italia, per un
periodo più o meno lungo in attesa di una vaglio
della loro situazione da parte
delle autorità.
Fare questo non significa
integrare, significa solo accogliere facendosi
carico delle spese.
Non c'è dubbio che la CEI abbia
agito con sagacia dal punto di vista dell'immagine.
Passa per il protagonista
"buono" del gioco in questione, fingendo di accogliere
presso di sé e accogliendo di
fatto in Italia: ha fatto accogliere gli immigrati a
Salvini senza che Salvini possa
essere accusato dai suoi di accogliere gli immigrati.
Però ha anche impedito che si
addivenisse ad un chiarimento tra i veri soggetti
politici della questione e in
particolare l'Europa.
Ha anche impedito che l'Unione
Europea facesse fino in fondo la gran brutta
figura che già stava facendo.
Un soggetto non politico si è
inserito in una faccenda politica impedendone
il chiarimento politico.
Bisognerà anche vedere se questa
intromissione diretta in politica, perché
di questo si tratta, sia positiva
anche da altri punti di vista e nel lungo periodo.
Perché la CEI non è intervenuta
anche in passato per casi politici (ed umanitari)
ben più gravi?
Una volta si diceva che la Chiesa
non fa politica diretta ma attraverso i laici e
le persone di buona volontà che
essa forma: non è più valido?
Questo intervento è stato
motivato dicendo che in questo modo la Chiesa
favorisce l'integrazione.
Ma è vero che le diocesi stanno
svolgendo questo compito?
Eppoi: è questa la finalità che
la Chiesa deve direttamente perseguire?
E' da molto tempo che non
sentiamo più parlare di evangelizzazione nei
confronti degli immigrati.
A meno che non si considerino
tali le varie "Feste dei Popoli" che diocesi
e parrocchie organizzano nel
periodo di Pentecoste.
Il compito di evangelizzare è
stato sostituito con quello di integrare?
Dimenticando forse che
evangelizzare è anche il modo migliore per integrare.
Se ci si impegna a integrare non
perciò si evangelizza.
Se si evangelizza si finisce
anche per integrare.
È l'annuncio ad avere sempre la
precedenza nella missione della Chiesa.
Allora, conviene veramente alla Chiesa
italiana diventare soggetto politico,
sostituendosi agli Stati?
Farlo solo su alcuni temi
politicamente corretti?
Presentarsi come un soggetto
operativo che integra senza evangelizzare?
Non sarebbe meglio che la Chiesa
educasse ad accogliere e ad integrare secondo
i principi della sua Dottrina
sociale e si concentrasse sulla evangelizzazione?
Alla fine a prenderlo
nel sedere siam