martedì 31 marzo 2020

Eccoci amici anche oggi a pregare insieme, una cosa vi dico, questa mattina sulla trasmissione mattino sul'uno TVR1, un dottore parlava del problema di essere chiusi in casa, ed ha detto una cosa importante, che meditare sulle cose religiose fa bene anche alla salute del corpo in generale, oltre a quelle dell'anima, perciò da qualche parte devo avere delle mie meditazioni e se ce la faccio andrò a rivedermele e poi le metterò a vostra disposizione sulla mia pagina, ma adesso invece preghiamo con il 3° giorno della Novena all'Amore Misericordioso.


Novena all’Amore Misericordioso 3° Giorno.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Preghiera introduttiva.
Gesù mio, grande è il mio dolore considerando la disgrazia che ho avuto di
offenderti tante volte.
Tu invece, con cuore di Padre, non solo mi hai perdonato, ma con le tue parole:
“Domandate ed otterrete”, mi inviti a chiederti quanto mi è necessario.
Pieno di fiducia ricorro al tuo Amore Misericordioso, affinchè mi conceda ciò
che imploro in questa novena e soprattutto la grazia di cambiare la mia condotta
e d’ora innanzi di testimoniare la mia fede con le opere, vivendo secondo i tuoi
precetti, e di ardere nel fuoco della tua carità.
Meditazione sulle parole del Padre Nostro.
“Sia santificato il tuo nome”.
È questa la prima cosa che dobbiamo desiderare, la prima cosa che dobbiamo
chiedere nell’orazione, l’intenzione che deve orientare tutte le nostre opere ed
azioni; che Dio sia conosciuto, amato, servito ed adorato, e che al suo potere si
sottometta ogni creatura.
Domanda.
Gesù mio, a te ricorro in questa tribolazione.
Se tu vuoi usare la tua clemenza con questa misera creatura tua, trionfi la tua bontà.
Per il tuo amore e la tua misericordia perdona le mie colpe; e anche se indegno
di ottenere ciò che ti domando, esaudisci pienamente i miei desideri se è per la
tua gloria e per il bene della mia anima.
Nelle tue mani mi abbandono; fa di me ciò che a te è gradito.
Chiediamo la grazia che desideriamo ottenere con questa novena; affidiamo
all’Amore Misericordioso, attraverso l’intercessione della Beata Madre Speranza,
tutte le nostre intenzioni, e in particolar modo l’epidemia del Coronavirus, perché
il Signore possa fermare questa epidemia, sostenga chi è stato contagiato e dia la
forza a medici e infermieri di fare bene il loro prezioso lavoro, aggiungiamo
anche Giorgio che sta combattendo con un tumore, ed anche la Sara ed il suo 
piccolo bimbo, ed anche Paolo ed i suoi problemi di salute.
Preghiera.
Gesù mio, aprimi le porte della tua pietà, imprimi in me il sigillo della tua sapienza,
fa che mi veda libero da ogni affetto illecito e che ti serva con amore, gioia e sincerità.
Confortato col profumo soave della tua divina parola e dei tuoi comandamenti, possa
progredire sempre nelle virtù.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Signor mio e Dio mio, la tua Misericordia ci salvi,
il tuo Amore Misericordioso ci liberi da ogni male.
Buona giornata, Fausto.

lunedì 30 marzo 2020

Buon inizio di settimana amici, molto probabilmente saranno prolungate le restrizioni anti virus, purtroppo, ed allora noi continuiamo la nostra lotta contro questo essere immondo con la nostra preghiera, continuando la Novena all'Amore Misericordioso con il 2° giorno.


Novena all’Amore Misericordioso 2° Giorno.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Preghiera introduttiva.
Gesù mio, grande è il mio dolore considerando la disgrazia che ho avuto di
offenderti tante volte.
Tu invece, con cuore di Padre, non solo mi hai perdonato, ma con le tue parole:
“Domandate ed otterrete”, mi inviti a chiederti quanto mi è necessario.
Pieno di fiducia ricorro al tuo Amore Misericordioso, affinchè mi conceda ciò che
imploro in questa novena e soprattutto la grazia di cambiare la mia condotta e d’ora
innanzi di testimoniare la mia fede con le opere, vivendo secondo i tuoi precetti,
e di ardere nel fuoco della tua carità.
Meditazione sulle parole del Padre Nostro.
“Che sei nei cieli”.
Diciamo “che sei nei cieli” perché, pur essendo Dio in ogni luogo come Signore
del cielo e della terra, il pensiero del cielo ci muova ad amarlo con più venerazione
e, vivendo in questa vita come pellegrini, ad aspirare alle cose celesti.
Domanda.
Gesù mio, a te ricorro in questa tribolazione.
Se tu vuoi usare la tua clemenza con questa misera creatura tua, trionfi la tua bontà.
Per il tuo amore e la tua misericordia perdona le mie colpe; e anche se indegno di
ottenere ciò che ti domando, esaudisci pienamente i miei desideri se è per la tua
gloria e per il bene della mia anima.
Nelle tue mani mi abbandono; fa di me ciò che a te è gradito.
Chiediamo la grazia che desideriamo ottenere con questa novena; affidiamo
all’Amore Misericordioso, attraverso l’intercessione della Beata Madre Speranza,
tutte le nostre intenzioni, e in particolar modo l’epidemia del Coronavirus, perché
il Signore possa fermare questa epidemia, sostenga chi è stato contagiato e dia la
forza a medici e infermieri di fare bene il loro prezioso lavoro, aggiungiamo
anche Giorgio che sta combattendo con un tumore, ed anche la Sara ed il suo 
piccolo bimbo, ed anche Paolo ed i suoi problemi di salute.
Preghiera.
Gesù mio, so che tu rialzi i caduti, liberi dal carcere i prigionieri, non respingi nessun
afflitto e guardi con amore e misericordia tutti i bisognosi.
Perciò ascoltami, ti prego, perché ho bisogno di parlare con te della salvezza della mia
anima e di riceve i tuoi salutari consigli.
Mi spaventano i miei peccati, Gesù mio, mi vergogno delle mie ingratitudini e delle
mie diffidenze.
Ho gran timore del tempo che tu mi hai dato per fare il bene e che io, invece, ho speso
male e, peggio ancora, offendendoti.
A te ricorro, Signore, che hai parole di vita eterna.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Signor mio e Dio mio, la tua Misericordia ci salvi,
il tuo Amore Misericordioso ci liberi da ogni male.
Buona giornata, Fausto.

domenica 29 marzo 2020

Anche oggi amici, chiusi nelle nostre case, vogliamo unirci nella preghiera contro questa pestilenza attraverso la Novena all?amore Misericordioso con il 1° giorno.


Novena all’Amore Misericordioso 1° Giorno.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Preghiera introduttiva.
Gesù mio, grande è il mio dolore considerando la disgrazia che ho avuto
di offenderti tante volte.
Tu invece, con cuore di Padre, non solo mi hai perdonato, ma con le tue
parole: “Domandate ed otterrete”, mi inviti a chiederti quanto mi è necessario.
Pieno di fiducia ricorro al tuo Amore Misericordioso, affinchè mi conceda ciò che
imploro in questa novena e soprattutto la grazia di cambiare la mia condotta e d’ora
innanzi di testimoniare la mia fede con le opere, vivendo secondo i tuoi precetti,
e di ardere nel fuoco della tua carità.
Meditazione sulle parole del Padre Nostro.
“Padre” è il titolo che conviene a Dio, perché a Lui dobbiamo quanto è in noi
nell’ordine della natura e in quello soprannaturale della grazia che ci fa suoi
figli adottivi.
Vuole che lo chiamiamo Padre perché, come figli, lo amiamo, gli obbediamo
e lo onoriamo, e per ravvivare in noi l’amore e la fiducia di ottenere quanto
gli domandiamo.
“Nostro”, perché avendo Dio un solo Figlio naturale, nella sua infinita carità
ne volle avere molti adottivi ai quali comunicare le sue ricchezze e perché,
avendo tutti lo stesso Padre ed essendo fratelli, ci amassimo gli uni gli altri.
Domanda.
Gesù mio, a te ricorro in questa tribolazione.
Se tu vuoi usare la tua clemenza con questa misera creatura tua, trionfi la tua bontà.
Per il tuo amore e la tua misericordia perdona le mie colpe; e anche se indegno
di ottenere ciò che ti domando, esaudisci pienamente i miei desideri se è per la tua
gloria e per il bene della mia anima.
Nelle tue mani mi abbandono; fa di me ciò che a te è gradito.
Chiediamo la grazia che desideriamo ottenere con questa novena; affidiamo
all’Amore Misericordioso, attraverso l’intercessione della Beata Madre Speranza,
tutte le nostre intenzioni, e in particolar modo l’epidemia del Coronavirus, perché
il Signore possa fermare questa epidemia, sostenga chi è stato contagiato e dia la
forza a medici e infermieri di fare bene il loro prezioso lavoro, aggiungiamo
anche Giorgio che sta combattendo con un tumore,
ed anche la Sara ed il suo piccolo bimbo.
Preghiera.
Gesù mio, sii per me Padre, custode e guida nel mio pellegrinaggio affinchè nulla
mi turbi e non sbagli il cammino che conduce a te.
E tu, Madre mia, che con tanta delicatezza e premura ti sei presa cura del buon Gesù,
educami e aiutami nel compimento del mio dovere, conducendomi per i sentieri
dei comandamenti.
Di per me a Gesù: “Ricevi questo figlio, te lo raccomando con tutta l’insistenza
del mio cuore materno”.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Signor mio e Dio mio, la tua Misericordia ci salvi,
il tuo Amore Misericordioso ci liberi da ogni male.
Buona giornata, Fausto.


sabato 28 marzo 2020

Ritorniamo amici, alla preghiera; spero vi faccia piacere, mi è appena arrivata da amici Romani. il testo integrale della meditazione di Papa Francesco di ieri sera per la preghiera contro il coronavirus.


MOMENTO STRAORDINARIO DI PREGHIERA
IN TEMPO DI EPIDEMIA
PRESIEDUTO DAL SANTO PADRE FRANCESCO
Sagrato della Basilica di San Pietro Venerdì, 27 marzo 2020
«Venuta la sera» (Mc 4,35).
Così inizia il Vangelo che abbiamo ascoltato.
Da settimane sembra che sia scesa la sera.
Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite
delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante,
che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei gesti,
lo dicono gli sguardi.
Ci siamo trovati impauriti e smarriti.
Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta
inaspettata e furiosa.
Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello
stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi
di confortarci a vicenda.
Su questa barca; ci siamo tutti.
Come quei discepoli, che parlano a una sola voce e nell’angoscia dicono: «Siamo
perduti» (v. 38), così anche noi ci siamo accorti che non possiamo andare avanti
ciascuno per conto suo, ma solo insieme.
È facile ritrovarci in questo racconto.
Quello che risulta difficile è capire l’atteggiamento di Gesù.
Mentre i discepoli sono naturalmente allarmati e disperati, Egli sta a poppa, proprio
nella parte della barca che per prima va a fondo. E che cosa fa?
Nonostante il trambusto, dorme sereno, fiducioso nel Padre- è l’unica volta in cui
nel Vangelo vediamo Gesù che dorme-.
Quando poi viene svegliato, dopo aver calmato il vento e le acque, si rivolge ai
discepoli in tono di rimprovero: «Perché avete paura?
Non avete ancora fede?» (v. 40).
Cerchiamo di comprendere.
In che cosa consiste la mancanza di fede dei discepoli, che si contrappone alla fiducia di Gesù?
Essi non avevano smesso di credere in Lui, infatti lo invocano.
Ma vediamo come lo invocano: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?» (v. 38).
Non t’importa: pensano che Gesù si disinteressi di loro, che non si curi di loro.
Tra di noi, nelle nostre famiglie, una delle cose che fa più male è quando ci sentiamo
dire: “Non t’importa di me?”.
È una frase che ferisce e scatena tempeste nel cuore.
Avrà scosso anche Gesù.
Perché a nessuno più che a Lui importa di noi.
Infatti, una volta invocato, salva i suoi discepoli sfiduciati.
La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false
e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti,
le nostre abitudini e priorità.
Ci dimostra come abbiamo lasciato addormentato e abbandonato ciò che alimenta,
sostiene e dà forza alla nostra vita e alla nostra comunità.
La tempesta pone allo scoperto tutti i propositi di “imballare” e dimenticare ciò che
ha nutrito l’anima dei nostri popoli; tutti quei tentativi di anestetizzare con abitudini
apparentemente “salvatrici”, incapaci di fare appello alle nostre radici e di evocare
la memoria dei nostri anziani, privandoci così dell’immunità necessaria per far
fronte all’avversità.
Con la tempesta, è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo
i nostri “ego” sempre preoccupati della propria immagine; ed è rimasta scoperta,
ancora una volta, quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo
sottrarci: l’appartenenza come fratelli.
«Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
Signore, la tua Parola stasera ci colpisce e ci riguarda, tutti.
In questo nostro mondo, che Tu ami più di noi, siamo andati avanti a tutta velocità,
sentendoci forti e capaci in tutto.
Avidi di guadagno, ci siamo lasciati assorbire dalle cose e frastornare dalla fretta.
Non ci siamo fermati davanti ai tuoi richiami, non ci siamo ridestati di fronte
a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri,
e del nostro pianeta gravemente malato.
Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato.
Ora, mentre stiamo in mare agitato, ti imploriamo: “Svegliati Signore!”.
«Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
Signore, ci rivolgi un appello, un appello alla fede.
Che non è tanto credere che Tu esista, ma venire a Te e fidarsi di Te.
In questa Quaresima risuona il tuo appello urgente: “Convertitevi”, «ritornate a me
con tutto il cuore» (Gl 2,12).
Ci chiami a cogliere questo tempo di prova come un tempo di scelta.
Non è il tempo del tuo giudizio, ma del nostro giudizio: il tempo di scegliere che
cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è.
È il tempo di reimpostare la rotta della vita verso di Te, Signore, e verso gli altri.
E possiamo guardare a tanti compagni di viaggio esemplari, che, nella paura, hanno
reagito donando la propria vita.
È la forza operante dello Spirito riversata e plasmata in coraggiose e generose dedizioni.
È la vita dello Spirito capace di riscattare, di valorizzare e di mostrare come le nostre
vite sono tessute e sostenute da persone comuni-solitamente dimenticate-che non
compaiono nei titoli dei giornali e delle riviste né nelle grandi passerelle dell’ultimo
show ma, senza dubbio, stanno scrivendo oggi gli avvenimenti decisivi della nostra
storia: medici, infermiere e infermieri, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie,
badanti, trasportatori, forze dell’ordine, volontari, sacerdoti, religiose e tanti ma tanti
altri che hanno compreso che nessuno si salva da solo.
Davanti alla sofferenza, dove si misura il vero sviluppo dei nostri popoli, scopriamo e
sperimentiamo la preghiera sacerdotale di Gesù: «che tutti siano una cosa sola» (Gv 17,21).
Quanta gente esercita ogni giorno pazienza e infonde speranza, avendo cura di non
seminare panico ma corresponsabilità.
Quanti padri, madri, nonni e nonne, insegnanti mostrano ai nostri bambini, con gesti
piccoli e quotidiani, come affrontare e attraversare una crisi riadattando abitudini,
alzando gli sguardi e stimolando la preghiera.
Quante persone pregano, offrono e intercedono per il bene di tutti.
La preghiera e il servizio silenzioso: sono le nostre armi vincenti.
«Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
L’inizio della fede è saperci bisognosi di salvezza.
Non siamo autosufficienti, da soli; da soli affondiamo: abbiamo bisogno del Signore
come gli antichi naviganti delle stelle.
Invitiamo Gesù nelle barche delle nostre vite.
Consegniamogli le nostre paure, perché Lui le vinca.
Come i discepoli sperimenteremo che, con Lui a bordo, non si fa naufragio.
Perché questa è la forza di Dio: volgere al bene tutto quello che ci capita, anche
le cose brutte.
Egli porta il sereno nelle nostre tempeste, perché con Dio la vita non muore mai.
Il Signore ci interpella e, in mezzo alla nostra tempesta, ci invita a risvegliare
e attivare la solidarietà e la speranza capaci di dare solidità, sostegno e significato
a queste ore in cui tutto sembra naufragare.
Il Signore si risveglia per risvegliare e ravvivare la nostra fede pasquale.
Abbiamo un’ancora: nella sua croce siamo stati salvati.
Abbiamo un timone: nella sua croce siamo stati riscattati.
Abbiamo una speranza: nella sua croce siamo stati risanati e abbracciati affinché
niente e nessuno ci separi dal suo amore redentore.
In mezzo all’isolamento nel quale stiamo patendo la mancanza degli affetti e degli
incontri, sperimentando la mancanza di tante cose, ascoltiamo ancora una volta
l’annuncio che ci salva: è risorto e vive accanto a noi.
Il Signore ci interpella dalla sua croce a ritrovare la vita che ci attende,
a guardare verso coloro che ci reclamano, a rafforzare, riconoscere e incentivare
la grazia che ci abita.
Non spegniamo la fiammella smorta (cfr Is 42,3), che mai si ammala, e lasciamo
che riaccenda la speranza.
Abbracciare la sua croce significa trovare il coraggio di abbracciare tutte le
contrarietà del tempo presente, abbandonando per un momento il nostro affanno
di onnipotenza e di possesso per dare spazio alla creatività che solo lo Spirito
è capace di suscitare.
Significa trovare il coraggio di aprire spazi dove tutti possano sentirsi chiamati
e permettere nuove forme di ospitalità, di fraternità, di solidarietà.
Nella sua croce siamo stati salvati per accogliere la speranza e lasciare che sia
essa a rafforzare e sostenere tutte le misure e le strade possibili che ci possono
aiutare a custodirci e custodire.
Abbracciare il Signore per abbracciare la speranza: ecco la forza della fede,
che libera dalla paura e dà speranza.
«Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
Cari fratelli e sorelle, da questo luogo, che racconta la fede rocciosa di Pietro,
stasera vorrei affidarvi tutti al Signore, per l’intercessione della Madonna, salute
del suo popolo, stella del mare in tempesta.
Da questo colonnato che abbraccia Roma e il mondo scenda su di voi, come un
abbraccio consolante, la benedizione di Dio.
Signore, benedici il mondo, dona salute ai corpi e conforto ai cuori.
Ci chiedi di non avere paura.
Ma la nostra fede è debole e siamo timorosi.
Però Tu, Signore, non lasciarci in balia della tempesta.
Ripeti ancora: «Voi non abbiate paura» (Mt 28,5).
E noi, insieme a Pietro, “gettiamo in Te ogni preoccupazione,
perché Tu hai cura di noi” (cfr 1 Pt 5,7).