Coronavirus: il governo
sapeva tutto già il 31 gennaio
ma ha taciuto
devastando l’Italia.
Ecco le prove Pubblicato
4 settimane fa - 24 Marzo 2020
By Redazione Trento.
Stato di emergenza sanitaria in
Italia dal 31 gennaio al 31 luglio.
Ma non ce lo hanno detto.
Quasi un mese prima dell’annuncio
ufficiale al popolo italiano, il governo
sapeva, ma non si è ricorsi alle
necessarie misure di tutela per la Salute
pubblica, o meglio, lo si è fatto
in ritardo.
Anzi, alcuni membri del governo
incalzavano i cittadini italiani ad andare
nelle piazze e nei centri storici
delle città per farsi un «aperitivo» contro la
paura oppure consigliavano di
abbracciare tutti, cinesi compresi.
Lo aveva denunciato l’economista
‘politicamente scorretto‘ Valerio Malvezzi
sul suo taccuino radiofonico
online ‘Malvezzi quotidiani‘, lo ha
ribadito poi
anche il filosofo e ideologo di
Vox Italia Diego Fusaro lo scorso 19 marzo.
Ora, al netto delle accuse di
complottismo generalizzate dalla sedicente stampa
‘politically correct’, i quesiti
stanno prendendo piede e la riflessione è d’obbligo.
Entrando nel vivo dell’accusa
rivolta al governo Conte sul ritardato annuncio
dello stato di emergenza
nazionale per la diffusione del Covid-19, Malvezzi
e Fusaro si chiedono il motivo per
il quale tale dichiarazione ufficiale sia stata
prodotta dall’esecutivo già il 31
gennaio 2020, quando il cosiddetto ‘paziente 1’
di Codogno è stato scoperto
soltanto il 19 febbraio.
“Sapevano già tutto allora”, e la
polemica infuria.
Da Palazzo Chigi in effetti,
quello stesso giorno dalla riunione del Consiglio dei
ministri esce il decreto, che il
primo febbraio viene pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Recita il testo, come da immagine
sotto riportata: “In considerazione di quanto
esposto in premessa, ai sensi e
per gli effetti dell’articolo 7, comma 1, lettera c),
e dell’articolo 24, comma 1, del
decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1, e’
dichiarato, per 6 mesi dalla data
del presente provvedimento, lo stato di emergenza
in conseguenza del rischio
sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti
da agenti virali trasmissibili”.
“Conte dichiarò l’emergenza il 31
gennaio dunque, ma il governo restò fermo
per giorni lasciando i medici e
la popolazione senza protezioni?“.
Si parla di 25 lunghissimi giorni
intercorsi tra il decreto pubblicato l’1 febbraio
sulla Gazzetta Ufficiale dove si
riferiva di “iniziative di carattere straordinario
e urgente” e il primo
provvedimento della Protezione civile per fronteggiare
la pandemia (il 25 febbraio), in
cui si permette alla stessa di acquistare con
“priorità assoluta rispetto ad
ogni altro ordine” i dispositivi di protezione
individuali indicati dal
ministero della salute il 12 febbraio.
Del resto, già il 27 gennaio il
presidente del Consiglio, nel corso di un’ospitata
alla trasmissione Otto e Mezzo
condotta da Lili Gruber, affermava che il nostro
Paese aveva adottato “misure
cautelative all’avanguardia” e tutti “i protocolli
di prevenzione”, senza però
scendere in quei particolari che, con il senno di poi,
avrebbero permesso alla
popolazione, nonché alle strutture sanitarie, non forse
di risolvere il problema ma di
correre ai ripari per ottenere maggiori strumenti
di tutela per la Salute pubblica.
Allora perché le minimizzazioni o
per dirla alla Fusaro “perché dichiarare sulla
carta la gravità della situazione
in conseguenza del rischio sanitario che si sarebbe
protratta per almeno sei mesi,
salvo poi invitarci nello stesso periodo ad
abbracciarci fraternamente e a
fare aperitivi corali?“.
Se davvero sapevano di questa
emergenza e apertamente in documenti ufficiali
ne davano conto, perché per un
periodo così lungo si è fatto finta di nulla
esortando la popolazione non solo
a vivere regolarmente ma addirittura a
combattere il razzismo e la
diffidenza?
In un girotondo di selfie,
brunch, abbracci e pranzi a base di involtini primavera,
dai sindaci locali a personalità
come il Sindaco di Milano Sala e il Segretario
del Pd Zingaretti (ironia della
sorte colpito dal virus settimane più tardi), le accuse
di razzismo e ‘xenofobia
sanitaria’ si sono sprecate, salvo poi dover riconoscere
l’assoluta gravità di una
situazione che oramai stava sfuggendo di mano.
Dall’involtino Primavera alla
Peste, il passo del Buonista è davvero breve.
Parafrasando le parole di un
consigliere bolzanino, si è cavalcato il ‘razzismo’
sottovalutando e mettendo in
burletta un problema che un’attenzione seria la
meritava dall’inizio, per non arrivare
al catastrofismo di oggi.
Non sapevano, come pure è
possibile, o hanno sottovalutato l’emergenza?
Infine, quando è stato comunicato
pubblicamente al Paese che ci sarebbero
stati ben sei mesi di emergenza
in conseguenza a rischio massimo sanitario
a livello nazionale e
internazionale?
Sei mesi.
Non se la sono forse sentita di
dover ammettere pubblicamente che l’emergenza
sociale ed economica che seguirà
la lotta al virus, rischia di essere per l’Italia
anche peggio della temuta
‘peste’.
Alla luce di quanto sta
emergendo, il governo ci dovrebbe ora delle spiegazioni.
Sotto, la versione integrale del
decreto emanato dal Consiglio dei ministri
il 31 gennaio 2020 e pubblicato
in Gazzetta Ufficiale i 1° febbraio 2020.
DELIBERA DEL CONSIGLIO
DEI MINISTRI 31
gennaio 2020
Dichiarazione dello
stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all'insorgenza
di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili. (20A00737) (GU
Serie Generale n. 26 del 01-02-2020)
IL CONSIGLIO DEI
MINISTRI
Nella riunione del 31
gennaio 2020
Visto il
decreto legislativo 2
gennaio 2018, n.
1, ed in
particolare l'articolo
7, comma 1, lettera c), e l'articolo 24, comma 1;
Vista la direttiva del
Presidente del Consiglio dei
ministri 26
ottobre 2012,
concernente gli indirizzi per
lo svolgimento delle
attivita' propedeutiche
alle deliberazioni del Consiglio dei ministri
e per la
predisposizione delle ordinanze di cui all'articolo 5 della
legge 24
febbraio 1992, n. 225 e
successive modificazioni e
integrazioni, che, ai
sensi dell'articolo 15, comma 5,
del citato
decreto legislativo n.
1 del 2018,
resta in vigore
fino alla
pubblicazione della
nuova direttiva in materia;
Vista la
dichiarazione di emergenza
internazionale di salute
pubblica per il
coronavirus (PHEIC) dell'Organizzazione mondiale
della sanita' del 30
gennaio 2020;
Viste le
raccomandazioni alla comunita'
internazionale della
Organizzazione mondiale
della sanita' circa
la necessita' di
applicare misure
adeguate;
Considerata l'attuale
situazione di diffusa crisi
internazionale
determinata dalla
insorgenza di rischi per la
pubblica e privata
incolumita'
connessi ad agenti
virali trasmissibili, che
stanno
interessando anche
l'Italia;
Ritenuto che tale
contesto di rischio, soprattutto con
riferimento
alla necessita' di realizzare
una compiuta azione di
previsione e
prevenzione, impone
l'assunzione immediata di iniziative di carattere
straordinario ed
urgente, per fronteggiare adeguatamente
possibili
situazioni di
pregiudizio per la
collettivita' presente sul
territorio nazionale;
Considerata la
necessita' di supportare
l'attivita' in corso
da
parte del Ministero
della salute e del Servizio sanitario
nazionale,
anche attraverso il
potenziamento delle strutture
sanitarie e di
controllo alle frontiere
aeree e terrestri;
Vista la nota del 31
gennaio 2020, con cui il Ministro della salute
ha rappresentato la
necessita' di procedere alla dichiarazione
dello
stato di emergenza
nazionale di cui
all'articolo 24 del
decreto
legislativo n. 1 del 2018;
Considerato, altresi',
che il Fondo per le emergenze
nazionali di
cui all'articolo 44,
comma 1, del citato decreto legislativo n. 1 del
2018, iscritto nel
bilancio autonomo della Presidenza
del Consiglio
dei ministri, presenta
le disponibilita' necessarie per far
fronte
agli interventi
delle tipologie di cui alle
lettere a) e b)
dell'articolo 25, comma
2, del decreto legislativo n. 1
del 2018,
nella misura
determinata all'esito della valutazione speditiva svolta
dal Dipartimento della
protezione civile sulla base dei dati e
delle
informazioni
disponibili ed in
raccordo con il
Ministero della
salute;
Ritenuto, pertanto,
necessario provvedere tempestivamente
a porre
in essere tutte le
iniziative di carattere
straordinario sia sul
territorio nazionale
che internazionale, finalizzate a fronteggiare
la grave situazione
internazionale determinatasi;
Tenuto conto che detta
situazione di emergenza, per
intensita' ed
estensione, non e'
fronteggiabile con mezzi e poteri ordinari;
Ritenuto, quindi, che
ricorrano, nella fattispecie, i presupposti
previsti dall'articolo
7, comma 1, lettera c), e dall'articolo
24,
comma 1, del
citato decreto legislativo
n. 1 del 2018,
per la
dichiarazione dello
stato di emergenza;
Su proposta del Presidente del Consiglio dei
ministri;
Delibera:
1) In considerazione di quanto esposto in
premessa, ai sensi e per
gli effetti
dell'articolo 7, comma 1, lettera c), e dell'articolo 24,
comma 1, del decreto
legislativo 2 gennaio 2018, n. 1, e' dichiarato,
per 6 mesi dalla
data del presente
provvedimento, lo stato
di
emergenza in
conseguenza del rischio
sanitario connesso
all'insorgenza di
patologie derivanti da agenti virali trasmissibili.
2) Per l'attuazione degli interventi di cui
dell'articolo 25, comma
2, lettere a) e b) del
decreto legislativo 2 gennaio 2018, n.
1, da
effettuare nella
vigenza dello stato di emergenza, si provvede
con
ordinanze, emanate dal
Capo del Dipartimento della protezione
civile
in deroga a ogni
disposizione vigente e nel rispetto
dei principi
generali
dell'ordinamento giuridico, nei limiti delle risorse di cui
al comma 3.
3) Per
l'attuazione dei primi
interventi, nelle more
della
valutazione
dell'effettivo impatto dell'evento
in rassegna, si
provvede nel limite di
euro 5.000.000,00 a valere sul
Fondo per le
emergenze nazionali di
cui all'articolo 44, comma
1, del decreto
legislativo 2 gennaio
2018, n. 1.
La presente delibera
sara' pubblicata nella Gazzetta Ufficiale
della Repubblica
italiana.
Roma, 31 gennaio 2020
Il Presidente del
Consiglio dei ministri
Conte