lunedì 28 dicembre 2020

La nostra condanna? Il nuovo coronavirus che proviene dall'Inghilterra e, cavalcato immediatamente dai media e dai nostri politici.

 
IL ''NUOVO' CORONAVIRUS INGLESE CI CONDANNA AD UNA

SITUAZIONE DI EMERGENZA FINO AL 2025

Stessi sintomi, stesse cure e probabilmente stesso vaccino, ma serve per

mantenere il clima di terrore per giustificare nuovi lockdown.

Lo scrivevamo poco tempo fa, prendendo spunto da un articolo di Science;

la crisi pandemica è destinata a durare fino al 2025.

Le notizie arrivate dall’Inghilterra hanno cominciato ad essere utilizzate per

aumentare il tasso di paura nella popolazione che è già di per se altissimo;

una “variante” del Sars-Cov 2 è stata identificata in Gran Bretagna, e il primo

aspetto che è stato enfatizzato è la sua rapidità di trasmissione, che sarebbe fino

al 70 per cento più elevata del virus finora dominante.

Il condizionale è d'obbligo, perché cosa sappiamo di questa cosiddetta variante

inglese del Covid-19?

È più mortale o più grave del ceppo originale?

Quali sono i sintomi e le differenze tra i due?

Al momento le informazioni disponibili suggeriscono che la nuova variante di Covid

scoperta in Inghilterra causa gli stessi sintomi del ceppo originale.

Chi contrae il virus può quindi avere febbre, tosse secca e stanchezza o anche dolori

muscolari, gola infiammata, mal di testa, congiuntivite, diarrea, perdita di gusto e olfatto.

Insomma gli stessi sintomi del ceppo virale identificato quasi un anno in Cina.

Compresi i sintomi gravi, come la difficoltà respiratorie.

Questo è ciò che proviene come informazioni dalle autorità inglesi.

Tuttavia la notizia è esplosa in modo psicologicamente devastante proprio perché fa

pensare all’opinione pubblica che dall’incubo pandemico non ci libereremo mai.

Nuovi ceppi virali vogliono dire nuovi lockdown, nuove emergenze ospedaliere,

il reiterarsi insomma degli scenari che abbiamo già conosciuto.

E questo nuovo incubo ha un nome che evoca scenari distopici o fantascientifici; mutazioni.

LE MUTAZIONI VIRALI SONO NORMALI

In realtà le mutazioni virali sono un evento che non ha nulla di eccezionale,

perché sono frequenti, quasi la norma in microbiologia.

Di fatto ci sono già state varie mutazioni di Covid-19 che si sono diffuse.

Non si vede dunque il perché di questa frettolosa enfatizzazione del pericolo

del New British Covid. 

Semmai questo allarme dovrebbe far riflettere sui rischi di quelle scelte riguardanti

le terapie da utilizzare contro il Covid-19 che possono aver selezionato un nuovo

ceppo e prodotto la mutazione.

Un’ipotesi preoccupante che si fa tra i ricercatori inglesi è che le mutazioni si siano

sviluppate in un paziente affetto da Covid-19 per circa due mesi e curato con l’antivirale

remdevisir, che potrebbe avere selezionato un virus in grado di sfuggire alle terapie.

Posto che-come sembra-la variante d’Oltremanica non sia più grave di quella fattaci

pervenire lo scorso anno della Cina, ci sono però una serie di interrogativi riguardanti

i nuovi scenari epidemiologici che potrebbero andare a configurarsi.

In primo luogo; è possibile riconoscere il nuovo ceppo mutato e distinguerlo

da quello originale?

Con il test sierologico certamente sì, ma con i tamponi al momento nella stessa

Inghilterra non è possibile individuare specificamente la nuova variante.

Quindi-almeno per un po' di tempo-il virus venuto da Albione rappresenterà soprattutto

una minaccia fantasma, utile però per rinfocolare la paura e giustificare nuovi lockdown.

NULLA CAMBIA PER I VACCINI

La domanda cruciale poi che molti si pongono è; cosa cambia per i vaccini?

Nulla, è la risposta.

La road map dell’organizzazione vaccinale prosegue-lei sì-senza alcuna mutazione.

Dal presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli al virologo Fabrizio

Pregliasco, a Giacomo Gorini, ricercatore dello Jenner Institute dell'Università  di

Oxford, sono arrivate immediatamente ferme e sicure rassicurazioni; i vaccini

predisposti contro il Coronavirus dovrebbero mantenere la loro efficacia.

Tuttavia, secondo un importante immunologo, il professor Andrea Cossarizza, è

assolutamente prematuro ipotizzare se la mutazione possa inficiare l’effetto del vaccino. «Dobbiamo basarci su evidenze scientifiche di cui oggi non siamo in possesso», ha affermato.

In realtà sappiamo bene che esistono virus, come quelli influenzali, che mutano

continuamente e che di conseguenza fanno sì che ogni anno si debbano mettere a

punto nuovi vaccini.

Potrà essere questo lo scenario futuro del Covid?

Diventare un virus stagionale che muta anno per anno, e che ogni anno richiede

milioni di nuove vaccinazioni? Potrebbe essere.

A questo punto però è lecito chiedersi, di fronte ad un virus con queste caratteristiche,

se la soluzione vera non stia nella ricerca sui farmaci che possano efficacemente

curare il Covid, in tutte le sue possibili versioni mutate.

Una soluzione più semplice e a portata di mano con le scoperte e le evidenze

scientifiche in materia di terapia che stanno emergendo.

L’autore del precedente articolo, Paolo Gulisano, nell’articolo seguente dal

titolo “Covid fino al 2025, l'assist di Science per il Grande Reset” spiega che

tale affermazione non è sostenuta da nessuna evidenza medica e cozza con

la storia delle grandi epidemie.

Tutto è funzionale a mantenere il clima di terrore, con inevitabili conseguenze

sul piano economico, politico e anche antropologico.

Ecco l’articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 19

dicembre 2020: “Da qualche tempo si parla di Great Reset; il grande rivolgimento

economico, sociale, politico, mondiale che è stato avviato utilizzando l’epidemia

di Covid. Complottismo? Decisamente no.

Basta andare a guardare il numero del 13 novembre dell’importante rivista Science

per capire che il Covid, se non ci fosse, bisognerebbe proprio inventarlo, tanto

è utile ai grandi cambiamenti, che necessariamente richiedono tempo.

E così Science ci dice che l’emergenza Covid durerà fino al 2025, e che fino a

tutto il 2022 si dovranno mettere in atto provvedimenti restrittivi delle libertà.

Da un punto di vista strettamente medico, è un’affermazione quantomeno singolare.

Le grandi epidemie del passato, dalla Spagnola all’Asiatica, fino alla Sars del 2002,

non sono mai durate più di un anno.

Per quale motivo questo virus dovrebbe continuare a circolare imperterrito per

altri cinque anni?

Non viene data alcuna spiegazione scientifica.

È una mera ipotesi, che va contro l’evidenza di tutta la storia delle epidemie.

Ma il vaccino?

Non sarà lui, come ci viene annunciato da tempo, a liberare il mondo dal grande incubo?

Non è detto, ci dice Science.

Gli esseri umani sono infettati da diversi coronavirus stagionali con reazioni crociate.

Nessuno provoca un’immunità completamente protettiva e le infezioni ripetute

sono la norma.

I vaccini tendono ad essere meno efficaci delle infezioni naturali nel provocare

l’immunità e ci sono rischi di reazioni crociate avverse.

Un ricercatore, Chadi M. Saad-Roy, ha quindi utilizzato una serie di modelli

semplici per una varietà di scenari immunitari per prevedere futuri immunologici

per la Sars-Cov-2, con e senza vaccini.

I risultati del modello mostrano che la nostra conoscenza imperfetta del panorama

immunitario imperfetto del coronavirus può dare origine a scenari divergenti che

vanno dalle epidemie gravi ricorrenti all’eliminazione.

Sì, alla fine il Covid dovrebbe sparire, ma-ci viene detto-ci vorranno cinque anni.

Il tempo di una guerra, più o meno la durata della Prima (1914-1918) e della

Seconda Guerra Mondiale (1939-1945).

Fino al 2025 dovremmo vivere nella paura, nel terrore.

E questo piano quinquennale avrà inevitabili conseguenze economiche

e politiche, ma anche psicologiche e perfino antropologiche, a nostro avviso.

Il Grande Reset, appunto.

Secondo lo studio in questione, le misure di allontanamento sociale come le

restrizioni alle riunioni pubbliche potrebbero dover rimanere in atto a intermittenza

per almeno un altro paio di anni per contenere la diffusione del Covid-19.

Queste dure misure che hanno già spinto l’economia mondiale in recessione

potrebbero essere necessarie perché, secondo le proiezioni dei ricercatori, nuovi

focolai di Sars-Cov-2 potrebbero (il condizionale è d'obbligo) ripresentarsi ogni inverno.

Ancora, e i vaccini?

I ricercatori ammettono che potrebbero rivelarsi non sufficientemente efficaci.

Almeno fino al 2024.

Secondo lo studio, le ricorrenti epidemie invernali di Sars-Cov-2 si verificheranno

nel corso dei prossimi anni dopo l’iniziale ondata pandemica più grave.

Quindi, secondo le proiezioni dei ricercatori, che curiosamente escludono qualsiasi

scoperta farmacologica atta a curare il virus, oltre a negare-ma questo sappiamo che

è parte del pensiero mainstream-possibilità di trattamenti già esistenti, e persino

mettendo appunto in dubbio l’immediata efficacia dei vaccini, non resta che continuare

il distanziamento intermittente.

È molto probabile che tali modelli teorici verranno presto tradotti a livello internazionale

in strategie di azione sanitaria ma anche in politiche economiche.

Ciò avrà come conseguenza uno stato di guerra permanente, uno sconvolgimento

della vita di milioni di persone, costrette a vivere con sempre minori libertà, aspettando

che si formi un’immunità di gregge tale da far dichiarare cessato il pericolo.

Anche se non è da escludere che la micidiale minaccia di nuove sedicenti epidemie

non venga continuamente sbandierata da chi ne ha tutto l'interesse.

È il caso di Mark Dybul-uno stretto collaboratore del mitico virologo americano Anthony

Fauci - che nei giorni scorsi ha parlato di prossime future nuove pandemie.

Insomma, il clima di terrore e insicurezza deve continuare, e per i prossimi cinque anni

la parola Covid non scomparirà affatto.

Il tutto, lo ribadiamo con forza, contro ogni evidenza, perché in realtà il Covid potrebbe

estinguersi in breve tempo come hanno fatto prima di lui tutti i virus pandemici.

Dovrebbero proprio spiegarci perché il virus venuto da Wuhan dovrebbe

comportarsi diversamente.

Però, non vorrei che il nostro attuale governo cavalcasse l’onda di questa pandemia,

per non andare a elezioni e rimanere in sella per altri quattro anni, stiamo a vedere

da buoni italiani, ubbidienti.