Scema, ma non troppo.
Il vescovo claretiano di Pasto,
in
Colombia, aveva fatto
pubblicare nel bollettino della sua
diocesi un fatto sensazionale.
Gli si era presentata in bilocazione
una
religiosa spagnola, di nome
Speranza, dandogli urgenti avvisi
da parte di Dio.
Sparsasi la straordinaria notizia,
dall’America venivano al convento per conoscere e consultare la
suora che
faceva miracoli, (in spagnolo;
milagrera).
Quando Padre Antonio venne a sapere che
il giorno
dopo, la sua penitente avrebbe ricevuto
il governatore
di Pasto, di passaggio per Madrid insieme
alla prima
dama e all’illustre seguito di gente
altolocata, ebbe
una “geniale idea” per potarle la
vanagloria.
Lei stessa racconta, con raffinato umorismo,
come
si svolse la storica visita.
“Allora, mia cara sorella, domani
arriveranno gli
illustri personaggi per visitarla…”.
“Se lei è d’accordo, padre, io fuggo da
Madrid, vado
a Vicàlvaro o a Tremp, o dove lei
desidera…”.
“No, figlia, no!
Io desidero che ti vedano, ma tu dovrai
fare la parte
della scema”.
“Ok, padre, per fare questa parte bisogna
essere o molto
artisti o veramente tonti, altrimenti la
commedia non
riesce bene…e io non so fare questa
parte…”.
“Sì, sì, figlia.
Il Signore ti aiuterà!
Quando arriveranno i visitatori, una
suora aprirà loro
la porta e tu ti farai trovare seduta,
mordicchiando un
tozzo di pane secco, tutta smollicata e
sbavata…”.
Per concludere il racconto della storica
esperienza,
la Madre aggiunse col suo abituale
umorismo: “Quando,
finalmente, arrivò quella gente
importante che non mi
conosceva ancora, vide “l’ecce homo” di
suor Speranza
ridotta in quel miserabile modo.
Io cercai di fare la mia parte il meglio
possibile ma,
penso, nessuno credette che ero veramente
scema…!”.
La Serva di Dio ci ha lasciato questi
“meravigliosi
racconti” per invogliarci a percorrere il
cammino della
santità evangelica, seguendo Gesù in
contromano
rispetto alla mentalità di questo mondo e
passando
con Lui per la “porta stretta” che
conduce alla vita.
Il suo padre spirituale che, oltre ad
essere un santo era
anche un “santero” (artista che scolpisce
le statue
dei santi), l’aiutò assai nella
santificazione e nello sforzo
ascetico, sottoponendola a prove eroiche,
come abbiamo
potuto costatare, affinchè acquistasse, a
duro costo, le
preziose virtù della pazienza,
dell’umiltà e dell’obbedienza.
Lei stessa, ripensando all’epoca della
sua gioventù,
anni più tardi confesserà: “Avevo un
“caratterino” duro
e ribelle, così difficile da
disciplinare…!”.
Ed allora, preghiamo con Madre Speranza.
“O mio Gesù, con la tua grazia, sono
disposta a soffrire
con gioia tutto ciò che desideri mandarmi
e permetterai
che mi facciano.
Concedimi molta carità e aiutami a
piegare
la mia superbia: Amen”.