CARO GESU' BAMBINO,
SCUSA IL RITARDO
Non tener conto di quello che ti
ho chiesto fino ad oggi, ma sia fatta
la tua volontà perché tu solo sai
quello che è meglio per me.
Caro Gesù Bambino, scusa il
ritardo, forse non sono più in tempo, ma, ecco,
volevo dirti, straccia la
letterina che ti ho scritto.
Fà finta di niente con quelle
richieste, posso sicuramente farne a meno.
Ascolta quello che ti chiedo e
lascia stare tutto il resto, sono accessori
(che poi, se ti rimane tra i
piedi quella scatola della Apple e non sai che farne,
nulla ti impedisce di darmela
comunque lo stesso).
UN'ALTRA DIMENSIONE DEL
RAPPORTO CON DIO
A una catechesi ho ascoltato una
cosa, e da allora voglio solo quella, e, manco
fosse un iPhoneX, sono disposta a
fare la fila tutta la notte in piedi pur di averla.
Padre Emidio diceva che per
alcuni che fanno sul serio con Dio, ma davvero
sul serio, che lo convincono
sinceramente che lo desiderano, che sono pronti
a giocarsi tutto soprattutto sul
piano dell'affettività, il cuore, si può entrare in
un'altra dimensione del rapporto
con Dio.
Ci si può sintonizzare con lui,
si può davvero essere agganciati, e cominciare
a vivere un'amicizia piena col
Creatore.
Allora non staremo più a
chiedergli i miracoli, ma sarà lui a tirarceli dietro,
perché l'unica cosa che ci starà
davvero a cuore sarà salvare fratelli, che è
esattamente la stessa cosa che
sta a cuore a Dio, quindi non ci sarà più bisogno
di chiedergli niente; si diventa
una società per azioni con l'Onnipotente (era per
questo che santa Teresa d'Avila
diceva che non riusciva a chiedere niente a Dio
perché lui preveniva sempre le
sue richieste).
Essere in società col capo del
mondo deve essere niente male.
Nulla può farti paura, neanche la
morte, perché cominci a vivere già un pò
dell'altra vita, a intuire
qualcosa.
La frattura tra questa e l'altra
vita ogni tanto cede, e si riesce a buttare l'occhio di là.
COME PUÒ AVVENIRE
QUESTO?
Quando arriva il momento
opportuno, bisogna stare pronti, essere seri, e dire di sì.
Non avere paura di dare qualcosa
di grosso, di coinvolgerci, di perdere il controllo,
di rischiare, anche se Dio,
tremendo e fascinoso, fa pure un po' paura (niente di
più lontano da certe immaginette
devozionali caramellose...).
Come si fa a fare questo passaggio?
Noi non possiamo creare le
occasioni, ma dire di sì quando lui arriva.
Voglio raddrizzare i miei
sentieri, e appianare le colline e riempire le valli
per farti passare.
Che vuol dire voglio accogliere
le croci perché ho capito che mi sono necessarie.
Voglio accoglierle per cambiare
il mio modo di pensare, quello che ho ritenuto
indiscutibile fino a oggi.
Vorrei cominciare a pensare non
secondo me, ma secondo Te, Dio.
Voglio cominciare a stare attento
a quello che mi sussurri piano piano nelle
giornate, quando
impercettibilmente cerchi di portarmi su un altro livello di vita.
Voglio capire che la vita secondo
te, la vita secondo il battesimo, è tutta un'altra
cosa, ma lo voglio capire
davvero, sperimentandolo concretamente.
Voglio proprio sintonizzarmi su
un altro livello di comunicazione con te.
Allora l'unica preghiera che avrò
voglia di fare sarà "Signore, cambia la mia testa.
Sia fatta la tua volontà perché Tu
solo sai quello che è meglio per me, per i figli,
per le persone a cui tengo.
Voglio entrare in questa nuova
relazione con te, che sei un oceano di piacere".
Dio, se è vero quello che ho
ascoltato, se è vero che esisti e che è possibile
questa vita in un'altra
dimensione già da qui e ora, perché in queste feste non
mi cambi la testa e non me lo fai
capire sul serio?
Ripeterò questa preghiera senza
sosta come una giaculatoria in questi giorni
di Natale, ti prenderò per
sfinimento.
Se non mi ascolti, allora
riprendi pure in mano la letterina che ti avevo scritto,
perché alcune cose mi servono
davvero, e se tu non mi riempi il cuore mi sa
che ne avrò bisogno.
Comunque, preferisco il paradiso.
Continuiamo a vivere il Natale
amici, Fausto
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