venerdì 31 maggio 2019

venerdì 24 maggio 2019

Con questa preghiera, chiediamo aiuto a Maria.


A TE, MARIA 
A te, Maria, fonte della vita, si accosta la nostra anima assetata.
A te, tesoro di misericordia, ricorre con fiducia la nostra miseria.
Come sei vicina, anzi intima al Signore!
Egli abita in te e tu in Lui.
Nella tua luce, possiamo contemplare la luce di Gesù, sole di giustizia.
Santa Madre di Dio, noi confidiamo nel tuo tenerissimo e purissimo affetto.
Sii per noi mediatrice di grazia presso Gesù, nostro Salvatore.
Egli ti ha amata sopra tutte le creature, e ti ha rivestito di
Gloria e di bellezza.
Vieni in aiuto a noi che siamo poveri e fa che possiamo attingere
alla tua anfora traboccante di grazia.


mercoledì 22 maggio 2019

Maria, sii vicino a tutta quelle persone che sono nella sofferenza.


VERGINE DELLA NOTTE
Santa Maria, Vergine della notte, noi t’imploriamo di starci vicino 
quando incombe il dolore, irrompe la prova, sibila il vento della
disperazione, o il freddo delle delusioni o l’ala severa della morte. 
Liberaci dai brividi delle tenebre. 
Nell’ora del nostro calvario, Tu, che hai sperimentato l’eclissi del sole, 
stendi il tuo manto su di noi, perché, fasciati dal tuo respiro, 
ci sia più sopportabile la lunga attesa della libertà. 
Alleggerisci con carezze di Madre la sofferenza dei malati. 
Riempi di presenze amiche e discrete il tempo amaro di chi è solo. 
Preserva da ogni male i nostri cari che faticano in terre lontane e
conforta, col baleno struggente degli occhi, chi ha perso la
fiducia nella vita. 
Ripeti ancora oggi la canzone del Magnificat, e annuncia straripamenti
di giustizia a tutti gli oppressi della terra. 
Se nei momenti dell’oscurità ti metterai vicino a noi le sorgenti del pianto
si disseccheranno sul nostro volto.
E sveglieremo insieme l’aurora. 
Così sia.


domenica 19 maggio 2019

Oggi il Vangelo ci dice: "Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato", io lo voglio dire come lo fanno i giovani.


Io ti lovvo, (ti amo).
Chissà se Gesù avrebbe usato questa espressione adolescenziale per
parlare ai ragazzi e agli adulti di oggi?
Forse sì, capace com’era di mettersi nei panni degli altri senza fare il
piacione e senza cercare consensi a basso costo.
Ma una battuta come incipit sì, penso che l’avrebbe fatta.
Perché Gesù ha parlato spesso d’amore, senza fare tante distinzioni (quelle le
abbiamo fatte noi dopo, non sempre azzeccandole secondo il mio modesto parere).
E trovo magnifico che lo abbia fatto in un contesto di fede, di religiosità,
addirittura di norma e comando (come se si potesse comandare di amare).
La cosa per me interessante è il fatto che Gesù, rispondendo alla domanda
su quale sia il più importante dei comandamenti, dica alcune cose che riguardano
tutti, anche chi non crede.
Perché tutti ne facciamo esperienza, se amare è quanto di più desiderabile
e bello ci possa capitare, tale desiderio fatica a realizzarsi, non è immune
da storture e paradossi, non sempre riesce a fuggire l’ombra che accompagna
ogni realtà umana.
Ammetterlo sarebbe già un primo passo in questo mondo confuso che idolatra
l’amore creando grandi attese e devastanti delusioni.
Riflettendo in questa notte, dove non riesco ad avere sonno, forse per i tanti
problemi, i più problematici sono quelli della salute di mia moglie; ed allora
eccomi a leggere e rileggere, prendere appunti e, mi sembra di avere trovato
nel Vangelo alcune sfumature interessanti che voglio condividere con voi.
Gesù dà per scontato che l’amore provenga da Dio, che abbia a che fare con Lui.
Insinua che, addirittura, sia Dio l’origine dell’Amore che possiamo condividere, contraccambiandolo, condividendolo con altre persone, usandolo per rileggere
la nostra identità profonda.
Come a dire; sono capace di amare anche chi non mi ama dell’amore con
cui sono amato da Dio, non perché sono figo.
Posso amare me stesso senza diventare narcisista o senza scivolare nella
disistima perché scopro di essere amato da Dio e di essere in grado di amare se
lascio la scintilla che egli ha seminato nel mio cuore, e la mia anima, fiorire.
L’amore coinvolge non soltanto le emozioni (il cuore), ma anche l’intelligenza
(la mente) e la volontà (la forza).
Amare seguendo le proprie emozioni è istintivo e molto diffuso ma richiede
un coinvolgimento complessivo del nostro essere.
Ti amo in maniera intelligente (senza manipolarti, senza idealizzarti, senza
idolatrarti, senza caricarti di mille attese) e ti amo facendo delle scelte che
manifestino questo amore, riconoscendo anche il mio istinto predatorio,
negativo, che tenta di soverchiarti e agendo contro di esso.
Nel cammino di coppia, quando ci si incontra e ci si innamora attraversando
diverse fasi, dall’emozione alla consapevolezza, ho scoperto esistere una
grande verità; o l’anima di ogni singolo cresce o l’amore muore.
Se la vita è un cammino di consapevolezza per imparare ad amare, per scoprire
chi siamo veramente, parte di un gigantesco progetto di bene e di salvezza,
per far fiorire la nostra dimensione più vera, l’anima, allora il cammino di
coppia è un grandioso aiuto che Dio ci offre.
Non per caricare l’altro di compiti impossibili (come quello di risolvere i miei
conflitti e i miei sensi di colpa) ma per gioire di condividere uno stesso percorso,
facendo esperienza della bellezza di Dio riflessa nell’altro, nella gioia del
camminare anche quando l’altro, facendoti da specchio, rivela quanto
cammino ancora tu debba fare.
Ci sono momenti di crescita molto dolorosi in una coppia, ma non legati alla
delusione (benedetta de-lusione, che significa smettere di giocare!) ma piuttosto
alla tentazione di stare fermi dove si è per non crescere.
Amare significa entrare nella logica di dono-di-sé affatto devota e melensa,
ma intensa e urticante.
E accettare di dover ancora cambiare, di non avere ancora capito in fondo,
di accogliere e superare le proprie ombre, non è facile.
Significa spogliarsi di un “me” che conosco per un “me” ancora tutto ipotetico.
Ecco, alcuni pensieri da notte fonda.
Pensieri scaturiti dall’affermazione di Gesù, dalla sua richiesta di entrare
nella logica dell’amore dalla sua prospettiva.
Fatemelo dire; io lovvo (amo) Gesù.


venerdì 17 maggio 2019

Parliamo un po amici della preghiera e, a cosa serve


Anch’io amici, mi sono chiesto tante volte;
perché pregare, a cosa serve pregare?
Anche Gesù sentiva il bisogno di pregare.
Dopo una giornata a dir poco frenetica, Gesù si ritira a pregare e, per farlo,
ritaglia una parte della notte, rinunciando al sonno.
Desta una grande impressione questo Gesù che si ritira a pregare; tutti gli
evangelisti lo annotano con stupore.
Perché mai Gesù pregava?
Aveva bisogno di chiedere qualcosa?
Che senso ha Gesù in preghiera?
Certo; se la preghiera è, così come spesse volte pensiamo, un chiedere,
un elemosinare, non ha nessun senso che Gesù preghi.
Ma se la preghiera è invece un dimorare nel cuore di Dio, un aprire la
propria vita e lasciarla abitare dalla sua presenza, allora ha senso pregare.
E Gesù è Maestro nella preghiera.
Ci immaginiamo questa intimità profonda che Gesù ha col Padre.
E un pò la invidiamo.
Cos’é per noi la preghiera? Cose ne pensiamo? Come la viviamo?
Nel linguaggio corrente “preghiera” è addirittura sinonimo di “chiedere”.
E in effetti gran parte della nostra preghiera è dedicata al chiedere.
Mi ricordo quella simpatica richiesta di san Filippo Neri: “Sia fatta la volontà
di Dio soprattutto se assomiglia alla mia”!
Non è forse così?
In fondo in fondo non pensiamo che sappiamo noi cosa è bene per noi e
cerchiamo di convincere Dio ad esaudirci?
Gesù vive la preghiera come un cercare la volontà del Padre, perché sa che
nella volontà del Padre è la sua felicità.
Perciò la sua preghiera è così straordinaria; perché vera.
Qualcuno penserà: “cosa è mai la preghiera?”.
La preghiera, lo vediamo, è questo motore che muove l’azione di Gesù.
È così anche per noi?
L’azione scaturisce dalla preghiera, questo è il messaggio di questa pagina.
L’equilibrio tra preghiera e azione è fondamentale nella nostra vita interiore;
l’una scaturisce dall’altra.
Ma il paradosso è che rischiamo di vivere la vita per Cristo senza incontrare Cristo.
Di dedicare le nostre risorse e le nostre energie a Lui senza più avere il tempo
di incontrarlo; paradossale, ma è così.
La buona notizia che Gesù ci viene a portare è che possiamo avere un colloquio
intimo con Dio e che questo può riempire il nostro cuore.
E questo colloquio è la preghiera.
Ecco amici, perché, ogni giorno dopo il commento del Vangelo, vi chiedo di
pregare, per riuscire ad avere un colloquio faccia a faccia con il Signore,
attraverso la sua Parola, aiutandoci con la preghiera.



domenica 12 maggio 2019

Questa riflessione è dedicata ad una coppia di cari amici, incontrati questa mattina.


VORREI ESSERE PRESO PER MANO DA TE.
Questa mattina nella Chiesa del nostro paese, si sono svolte le prime
Comunioni, ed essendo Accolito, sono andato a dare una mano al parroco,
alla fine della cerimonia c’era tanta allegria per i nostri bambini, invece
io sorprendendomi, ho incontrato una coppia di cari amici, che non
c’entrano niente con il nostro paese, avevano un nipotino che faceva
la prima Comunione.
Ma nell’allegria generale, purtroppo scambiandoci i saluti, ho scoperto
che hanno un macigno sul loro cuore, non è normale vedere piangere un uomo.
Nel ritornare a casa, continuavo tristemente a pensare e ripensare al loro
problema, dopo il pranzo ho cominciato ad andare alla ricerca di qualche
cosa che mi desse un’idea sul come aiutarli con qualche parola, un qualche
cosa che potesse risollevarli un po.
E scorrendo i Vangeli, ecco che il Signore mi porta ad un brano del Vangelo
di Marco che mi sembrava appropriato per loro, non che siano persone
lontane dalla fede, anzi, non voglio con questo dirgli di pregare, quello
lo fanno già, ma piuttosto, dare tutta la loro sofferenza al Signore e, come
il cieco, lasciarsi prendere per mano da Lui, solo Lui può levargli il macigno
che schiaccia il loro cuore.
Ed allora, mi sono messo a meditare questa parabola per loro e quello
che ne è uscito è qui sotto.
Dal vangelo secondo Marco (8,22-28).
Giunsero a Betsàida, dove gli condussero un cieco pregandolo di toccarlo.
Allora preso il cieco per mano, lo condusse fuori del villaggio e, dopo
avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli
chiese: “Vedi qualcosa?”.
Quegli, alzando gli occhi, disse: “Vedo gli uomini, poiché vedo come degli
alberi che camminano”.
Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente
e fu sanato e vedeva a distanza ogni cosa.
E lo rimandò a casa dicendo: “Non entrare nemmeno nel villaggio”.
Non gli ha regalato un bel cane lupo, addestrato, con un pelo liscio e striato,
affettuoso, intelligente, che lo conduce dove vuole, lo difende, gli fa intuire
il pericolo, lo segue con fedeltà; non gli ha regalato un bel bastone bianco,
che lo segnala a tutti i passanti, così che lo schivano o lo aiutano ad attraversare
la strada; nemmeno gli ha fatto una campagna di sensibilizzazione per far costruire
percorsi segnaletici sui marciapiedi o alfabeto braille sui tasti degli ascensori.
Lui è un cieco, piuttosto rassegnato, non sbraita, non maledice nessuno, non
importuna, nemmeno sta sulla strada a stendere il cappello e a impietosire i passanti.
Si sente forse sfortunato, sicuramente demotivato.
Ma ha degli amici che non lo mollano e che lo hanno portato affettuosamente da Gesù.
Tu Gesù che sei la luce, che ci hai aperto gli occhi con le tue parole, che ci hai
disciolto le nebbie della vita, che ci trascini fuori da tutte le nostre idiozie, tocca
questo nostro amico, fa quello che sai fare solo Tu, ridagli la gioia dei colori,
la possibilità di leggere il sorriso dei bimbi e di guardarci negli occhi.
E Lui, Gesù, lo prende per mano.
Non ha guardato se è un amico o un conoscente, non gli ha fatto i raggi X. No!
Lo ha semplicemente preso per mano.
La sua mano si stringe alla mano del cieco, stabilisce con lui un contatto tenerissimo.
Non vi è mai capitato di essere in un momento di depressione, quei momenti
che ti fanno vedere tutto nero e, vorresti sentire la mano di una persona amica,
che stringe la tua per infonderti coraggio?
Io si tante volte amici.
In quel momento capisci quanto sia importante un’amicizia.
Il cieco non lo vede, non immagina chi sia, ma sente la mano di Gesù nella sua.
È la mano che benedice, che accarezza, che tocca il lebbroso e lo guarisce,
che impone ai malati, ai peccatori e li scioglie.
È la mano piccola del bambino che stringe quella poderosa del padre, il bambino
ne va fiero, sente crescerli la forza, regge il confronto con tutti i suoi amici.
Però purtroppo, ai nostri giorni tanti bambini, non lo possono fare.
Valle a capire certe persone!
È la mano dell’innamorato che stringe la mano dell’innamorata; passano
sentimenti tenui, dubbi, certezze, domande di sincerità, attesa d’amore,
solidarietà, apprensione e gioia.
È la mano, magari stanca per l’età, che stringe quella dello sposo o sposa,
nei loro ultimi momenti di tenerezza.
Non è la mano che ti stringe alla gola o che ti trascina nel baratro, è la mano
dell’amico che se necessario, muore con te, ma non ti lascia.
È la dolce intimità di Gesù per la penosa solitudine di un uomo,
assetato di amore e di salvezza.
È la mano di Dio che solleva l’umanità dal peccato, è ancora una volta il
tocco del Creatore, all’inizio della vita dell’uomo.
È una mano che toglie dal torpore, che infonde coraggio, che ispira vita e forza.
È la mano di Gesù che presto sarà bucata dai chiodi, perché Lui può avere
solo mani bucate per il bene di tutti.
Ed allora Ti dico, Gesù prendi per mano i miei amici, ma non ti dimenticare
di me, perché abbiamo bisogno di sentire il calore della tua amicizia, di
provare la dolcezza della Tua intimità, abbiamo bisogno di un amore fisico,
creato dalla tua stretta, dalla tua calda affettività.
Abbiamo bisogno di essere presi per mano, perché ci andiamo a infoiare
in percorsi sbagliati; la nostra solitudine è continuare a guardarci addosso,
incapaci di dono e di accoglienza.
Prendici per mano, per tirarci fuori dagli automatismi della noia, dai
cammini di perdizione dietro mete allettanti, ma devastanti.
Prendici per mano, che facciamo una catena anche per i miei amici e ti
veniamo dietro nel tuo mondo di pace e di serenità, di amore e di perdono.
Ora, Signore, Ti chiedo solo di prenderci per mano con amore.

venerdì 10 maggio 2019

Supplica a Maria in questo mese di Maggio


RIMANI ACCANTO, MARIA
Rimani, Maria, accanto a tutti gli ammalati del mondo, di coloro che in
questo momento, hanno perso conoscenza e stanno per morire; di coloro
che stanno iniziando una lunga agonia, di coloro che hanno perso ogni
speranza di guarigione; di coloro che gridano e piangono per la sofferenza;
di coloro che non possono curarsi perché poveri.
Di quelli che vorrebbero camminare e devono restare immobili; di quelli
che vorrebbero riposare e la miseria costringe a lavorare ancora; di quelli
che sono tormentati dal pensiero di una famiglia in miseria; di quanti devono
rinunciare ai loro progetti; di quanti soprattutto non credono in una vita
migliore; di quanti si ribellano e bestemmiano Dio; di quanti non sanno
o non ricordano che il Cristo ha sofferto come loro.

SPARX - "Mi Amor Prohibido" - Video Oficial

mercoledì 8 maggio 2019

Un pensiero per le mamme


Dedicata a mia madre, ma anche a tutte le mamme.
Oggi purtroppo, nella deriva dei valori, stiamo affondando.
Viviamo stagioni crepuscolari a causa dell’età.
Però, in questa camera oscura della ragione, c’è ancora una
luce che potrà impressionare la pellicola del buon senso;
è la luce della tua bellezza e bontà, mamma.
Averti avuto accanto, è stato un dono del Signore che mi fece tanti anni fa.
Mi hai dato la vita, piccolo essere indifeso, ma che con il tuo amore hai
fatto crescere, difendendomi sempre a qualunque costo.
Hai sofferto per darmi la vita, hai pianto, hai sorriso, hai faticato tanto
affinchè a me non mancasse nulla, hai trepidato nei momenti critici a causa
di qualche malattia, ma tu eri sempre vicino a me, vigile, attenta e soprattutto
sveglia a vegliarmi.
Ma che poi il tempo e l’età hanno presentato il conto, attraverso la
salute poco stabile.
Tu lo sapevi, per questo mi hai dato tutto quello che avevi a disposizione quando
eri giovane, sapevi che la tua primavera un giorno sarebbe sfiorita sotto il peso
degli anni e delle fatiche, ma non per questo hai perso la tua bellezza e la tua bontà.
Una bellezza più matura, segnata dalla stanchezza e dalla sofferenza, ma ancora
piena di amore.
Ora, sei tu, nella tua età crepuscolare, con addosso tanta sofferenza, a cercare
un pò di quell’amore che hai sempre avuto per me, a volte non me ne sono
accorto, preso dal mondo che mi circonda e dal mio egoismo.
Solo ora che non ci sei più, mi accorgo di quanto mi manchi, e vorrei far
ritornare il tempo per poterti donare un pò di quell’amore, ma purtroppo,
questo non è possibile e ne sto soffrendo, forse questa è la mia punizione.
Il 10 Maggio dicono che è la festa delle mamme, ma a me non piace questa
festa, troppo ambigua, mi dispiace per tutte le mamme, non voglio offendervi,
ci mancherebbe.
Piuttosto, dico che è la festa dell’amore; un amore fatto di dolcezza e di
tenerezza, per te che hai dato la tua vita per me.
Grazie mamma, di essere esistita e per avermi aiutato ad essere la persona che
sono, attraverso il tuo esempio e il tuo amore, senza quelli forse non sarei
stato capace di formare una famiglia.
10 Maggio, poi 11 Maggio, poi 12 Maggio, tutti i giorni dell'anno e della
vita è la festa della mamma.
La donna è un diamante grezzo con tante sfaccettature, la mamma è un
diamante puro cristallino, se trattata con tenerezza e amore, diventa una
perla preziosa che fa brillare la nostra vita, ed allora oggi Auguri, ma anche
domani e sempre, a tutte voi mamme che amate o avete amato, la vostra
famiglia, i vostri figli e la vita semplice.
Grazie di esistere o di essere esistite, per quelle che purtroppo non ci sono
più, come la mia.
A tutte la mamme, dico tutte, anche quelle che sono in Cielo, perché, anche
da lassù ci proteggono, un mondo di Auguri. Fausto. 

giovedì 2 maggio 2019

Voglio ricordare Maria in questo mese di Maggio, e la voglio ricordare così


Maria; Donna del primo passo.
Maria è la donna che si muove sempre per prima.
È Lei che decide di muoversi per prima, non viene sollecitata da nessuno.
È Lei che s’inventa questo viaggio; non riceve suggerimenti da nessuno.
È Lei che si muove a fare il primo passo; non attende che siano gli altri a
prendere l’iniziativa.
Dall’accenno dell’angelo ha avuto la percezione che la sua parente, Elisabetta,
doveva trovarsi in difficoltà.
Perciò, senza indugiare in pensieri e, senza tanti ma, come siamo abituati a
fere noi, forse, vediamo, se posso, se ne è il caso.
Non si è chiesta se toccava a Lei dare aiuto, ha fatto i bagagli ed è partita,
ed anche in fretta su, per la montagna.
Naturalmente Lei è fatta così.
Non sta tanto a pensare.
Questo è il suo stile.
E questo stesso stile, lo vedremo poi alle nozze di Cana.
Non ha aspettato che gli sposi gli chiedessero aiuto, ma è stata Lei per prima
a giocarsi la prima carta, ed ha vinto la partita.
Maria donna del primo passo.
Alzati ancora una volta in tutta fretta e, vieni ad aiutarci, come facesti con Elisabetta,
prima che sia troppo tardi.
Abbiamo bisogno di Te.
Non attendere la nostra implorazione, perché è sempre tardiva.
Anticipa ogni nostro grido di pietà.
Quando il peccato ci travolge e, ci paralizza la vita, non aspettare il nostro pentimento.
Previeni il nostro grido d’aiuto, corri subito in tutta fretta, accanto a noi e organizza
la speranza attorno alle nostre disfatte.
Se non sarai Tu a muoverti per prima, noi rimarremo sempre nel fango.
E se non sarai Tu a scavare nel nostro cuore, non sentiremo più neppure il bisogno di Dio.
Santa Maria, donna del primo passo.
Chissà quante volte nella tua vita, hai stupito tutti regalando il perdono.
Chissà con quale sollecitudine, dopo aver ricevuto un torto dall’inquilina di fronte,
Ti sei alzata per prima e hai bussato alla porta e, le hai donato il tuo perdono.
Chissà con quale tenerezza, nella notte del tradimento, Ti sei alzata per raccogliere il
pianto amaro di Pietro e, pensiamo che Ti sia alzata per andare anche a consolare
Giuda dopo il tradimento, peccato che non si sia fatto trovare.
Donaci, Ti preghiamo, la forza di partire per primi, ogni volta che c’è da perdonare.
Rendici come Te, esperti del primo passo.
Santa Maria, donna del primo passo.
Abile nel precedere tutti, gioca d’anticipo anche sul cuore di Dio.
Perché, quando busseremo alla porta del cielo e, compariremo davanti all’Eterno,
previeni la sua sentenza.
Allora alzati per l’ultima volta e, vieni incontro a noi, prendici per mano e con un
lampo di Misericordia negli occhi, anticipa il suo verdetto di grazia.
E saremo sicuri del suo Perdono.
In questo mese dedicato a Lei, chiamiamola in nostro aiuto, affidiamoci a Lei,
che come una brava mamma, sicuramente sarà al nostro fianco durante le
difficoltà, a noi solo il compito di pregare.

Messaggio della Madonna da Medjugorje


Medjugorje: Messaggio del 2 Maggio 2019 a Mirjana
 “Cari figli, con amore materno vi invito a rispondere, con cuore puro,
aperto e con totale fiducia, al grande amore di mio Figlio.
Io conosco la grandezza del Suo amore, io L’ho portato dentro di me,
l’ostia nel cuore, la luce e l’amore del mondo.
Figli miei, rivolgersi a voi è segno del Suo amore, è segno dell’amore e
della tenerezza del Padre Celeste, un grande sorriso colmo dell’amore
di mio Figlio, l’invito alla vita eterna.
Il sangue di mio Figlio è stato versato per voi, per amore, questo sangue
prezioso per la vostra salvezza, per la vita eterna.
Il Padre Celeste ha creato l’uomo per la gioia eterna.
Non è possibile che moriate voi che conoscete l’amore di mio Figlio,
voi che Lo seguite.
La vita ha trionfato, mio Figlio è vivo.
Perciò figli miei, apostoli del mio amore, che la preghiera vi mostri la via
ed il modo di diffondere l’amore di mio Figlio, la preghiera nella forma
più sublime.
Figli miei, anche quando provate a vivere le parole di mio Figlio, voi pregate.
Quando amate coloro che incontrate, diffondete l’amore di mio Figlio.
L’amore è ciò che apre le porte del paradiso, è quella chiave che apre
la porta del paradiso.
Figli miei, dal principio io ho pregato per la chiesa, perciò anche voi,
apostoli del mio amore, vi invito a pregare per la chiesa e per i suoi ministri,
per coloro che mio Figlio ha chiamato. Vi ringrazio”.