Io ti lovvo, (ti amo).
Chissà se Gesù avrebbe usato questa
espressione adolescenziale per
parlare ai ragazzi e agli adulti di
oggi?
Forse sì, capace com’era di mettersi nei
panni degli altri senza fare il
piacione e senza cercare consensi a
basso costo.
Ma una battuta come incipit sì, penso che l’avrebbe
fatta.
Perché Gesù ha parlato spesso d’amore,
senza fare tante distinzioni (quelle le
abbiamo fatte noi dopo, non sempre
azzeccandole secondo il mio modesto parere).
E trovo magnifico che lo abbia fatto in
un contesto di fede, di religiosità,
addirittura di norma e comando (come se
si potesse comandare di
amare).
La cosa per me interessante è il fatto
che Gesù, rispondendo alla domanda
su quale sia il più importante dei
comandamenti, dica alcune cose che riguardano
tutti, anche chi non crede.
Perché tutti ne facciamo esperienza, se
amare è quanto di più desiderabile
e bello ci possa capitare, tale
desiderio fatica a realizzarsi, non è immune
da storture e paradossi, non sempre
riesce a fuggire l’ombra che accompagna
ogni realtà umana.
Ammetterlo sarebbe già un primo passo in
questo mondo confuso che idolatra
l’amore creando grandi attese e
devastanti delusioni.
Riflettendo in questa notte, dove non
riesco ad avere sonno, forse per i tanti
problemi, i più problematici sono quelli
della salute di mia moglie; ed allora
eccomi a leggere e rileggere, prendere
appunti e, mi sembra di avere trovato
nel Vangelo alcune sfumature
interessanti che voglio condividere con voi.
Gesù dà per scontato che l’amore
provenga da Dio, che abbia a che fare con Lui.
Insinua che, addirittura, sia Dio
l’origine dell’Amore che possiamo condividere,
contraccambiandolo, condividendolo con altre persone, usandolo per rileggere
la nostra identità profonda.
Come a dire; sono capace di amare anche
chi non mi ama dell’amore con
cui sono amato da Dio, non perché sono
figo.
Posso amare me stesso senza diventare
narcisista o senza scivolare nella
disistima perché scopro di essere amato
da Dio e di essere in grado di amare se
lascio la scintilla che egli ha seminato
nel mio cuore, e la mia anima, fiorire.
L’amore coinvolge non soltanto le
emozioni (il cuore), ma anche l’intelligenza
(la mente) e la volontà (la forza).
Amare seguendo le proprie emozioni è
istintivo e molto diffuso ma richiede
un coinvolgimento complessivo del nostro
essere.
Ti amo in maniera intelligente (senza
manipolarti, senza idealizzarti, senza
idolatrarti, senza caricarti di mille
attese) e ti amo facendo delle scelte che
manifestino questo amore, riconoscendo
anche il mio istinto predatorio,
negativo, che tenta di soverchiarti e
agendo contro di esso.
Nel cammino di coppia, quando ci si
incontra e ci si innamora attraversando
diverse fasi, dall’emozione alla
consapevolezza, ho scoperto esistere una
grande verità; o l’anima di ogni singolo
cresce o l’amore muore.
Se la vita è un cammino di
consapevolezza per imparare ad amare, per scoprire
chi siamo veramente, parte di un
gigantesco progetto di bene e di salvezza,
per far fiorire la nostra dimensione più
vera, l’anima, allora il cammino di
coppia è un grandioso aiuto che Dio ci
offre.
Non per caricare l’altro di compiti
impossibili (come quello di risolvere i miei
conflitti e i miei sensi di colpa) ma
per gioire di condividere uno stesso percorso,
facendo esperienza della bellezza di Dio
riflessa nell’altro, nella gioia del
camminare anche quando l’altro,
facendoti da specchio, rivela quanto
cammino ancora tu debba fare.
Ci sono momenti di crescita molto
dolorosi in una coppia, ma non legati alla
delusione (benedetta de-lusione, che significa smettere di
giocare!) ma piuttosto
alla tentazione di stare fermi dove si è
per non crescere.
Amare significa entrare nella logica di
dono-di-sé affatto devota e melensa,
ma intensa e urticante.
E accettare di dover ancora cambiare, di
non avere ancora capito in fondo,
di accogliere e superare le proprie
ombre, non è facile.
Significa spogliarsi di un “me” che conosco
per un “me” ancora
tutto ipotetico.
Ecco, alcuni pensieri da notte fonda.
Pensieri scaturiti dall’affermazione di
Gesù, dalla sua richiesta di entrare
nella logica dell’amore dalla sua
prospettiva.
Fatemelo dire; io lovvo (amo) Gesù.
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