A VOLO D’ANGELO.
Voglio ringraziarti Signore, per
il dono della vita.
Ho letto da qualche parte che gli
uomini sono angeli con un’ala
soltanto; possono volare solo
rimanendo abbracciati, forse è
per questo che hai formato la
famiglia composta da un uomo
e una donna, perché possano
aiutarsi a volare assieme.
Ma a volte nei momenti di
confidenza, oso pensare, Signore,
che Tu abbia un’ala soltanto, o
l’altra la tieni nascosta; forse per
farmi capire che Tu non puoi
volare senza di me.
Per questo mi hai dato la vita;
perché io fossi tuo compagno di volo.
Insegnami allora a librarmi con
te.
Perché vivere non è “trascinare
la vita”, “non è strappare la vita”,
“non è rosicchiare la vita”.
Vivere è abbandonarsi, come un
gabbiano all’ebrezza del vento.
Vivere è assaporare l’avventura
della libertà.
Vivere è stendere l’ala, l’unica
ala, con la fiducia di chi sa di avere
nel volo un partner come te!
Ma Tu o Signore, hai voluto
mettermi accanto una moglie, e nel
giorno del giuramento del
matrimonio ci dicesti guardandoci negli
occhi, aiutatevi a volare assieme
per tutta la vita.
Ci saranno burrasche, ci saranno
dolori, ci saranno sofferenze,
ci saranno incomprensioni, ma
unendo le vostre ali riuscirete
a volare aiutandovi a vicenda.
Grazie Signore, ora capisco perché
ci hai dato un’ala soltanto,
perché unendoci per poter volare
dobbiamo guardarci negli
occhi
e scambiarci tenerezza e amore per l’eternità.
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