Gesù la via che conduce al Padre.
Una serata un pò triste per me, senza la volontà di fare niente, solo pensare com’è
triste la mia vita in questo momento, a causa dei problemi di salute di mia moglie,
ed a complicare le cose arriva una telefonata inaspettata da una persona che non
conosco, ha trovato il mio numero per caso, sbirciando a caso nei blog.
Chiedo del perché di questa telefonata, mi dice che pensava fossi un prete,
gli rispondo che mi dispiace per lei, ma non lo sono e non posso aiutarla.
Stavo per salutare e riattaccare cortesemente, prima disse, posso farti una domanda?
Certo, però non so se posso rispondere.
Mi disse; ma tu credi veramente in quello che scrivi?
Mi ha risollevato un pò e, abbiamo chiacchierato per più di un’ora, e prima
di chiudere la conversazione mi ha chiesto se poteva telefonarmi ancora, perché,
spesso e volentieri si trovava in difficoltà, gli ho risposto; quando vuoi.
Poi mi era passata la voglia di dormire, ed allora ho cominciate a scrivere
qualche cosa per lei, perché capisse quanto io credo in quello che scrivo.
Eccoti allora, la spiegazione del perché credo in quello che scrivo.
Il Dio di Gesù.
Gesù, che celebriamo Risorto e Signore, Gesù che scopriamo
essere più di un Maestro, più di un Profeta, ci svela il volto di Dio.
Gesù ne parla con autorevolezza perché Lui, in quel volto ci si specchia.
La prima comunità matura questa verità sconcertante; Gesù è la presenza stessa
di Dio, il figlio di Dio venuto per raccontare agli uomini chi è veramente Dio Padre.
E questo perché più di duemila anni di alleanza con un popolo, Israele, non erano
bastati perché l’uomo, finalmente, si allontanasse da tutte le rappresentazioni
superstiziose di Dio e potesse, senza più errori, conoscere nel profondo,
in intimità, il volto del Padre.
Io non credo in dio, amici, credo nel Dio di Gesù Cristo.
Tutti ci facciamo una certa idea di Dio; per credergli o per rifiutarlo
e-mediamente-sento dire di Dio delle cose veramente orribili.
Mi spiace veramente che così tanta gente abbia una così brutta immagine di
Dio e sono convinto che molte persone che si credono cristiani, in realtà non
si sono neanche mai posti il problema dell’identità di Dio.
Tutta la nostra vita è una conversione dal Dio che c'è nella nostra
testa al Dio di Gesù Cristo!
Il Dio che Gesù racconta, è il Dio d’Israele, che si è svelato
Il Dio che Gesù racconta, è il Dio d’Israele, che si è svelato
progressivamente, rispettando i tempi di comprensione dell’uomo,
attento alla fatica di vivere dell’uomo.
È il Dio geloso, che ama sul serio, non di un amore asettico, ma di un amore
talmente viscerale da esigere attenzione, e spesse volte la Bibbia usa immagini
umane per descrivere la gelosia e la passione di Dio che sente contorcersi le
interiora per i suoi figli.
Un Dio che svela agli uomini la strada per essere felici, le famose dieci parole
(noi abbiamo tradotto discutibilmente “dieci comandamenti” suscitando quel
moto spontaneo di affetto che abbiamo mediamente verso leggi e regolamenti)
che indicano all’uomo il percorso verso la felicità.
Un Dio che conosce la sofferenza del popolo e che vuole liberarlo attraverso
l’opera di altri uomini, che sa pazientare e scuotere, intervenire e sostenere,
amare e forzare.
Un Dio che sa perdonare e dimenticare, che è ostinato nel suo amore, che
perseguita Israele con i suoi benefici, un Dio bellissimo, che non si riesce a
vedere se non di spalle, e la cui visione provoca la morte, talmente è glorioso.
Un Dio che-come dicevamo-stanco di essere frainteso si fa uomo, corpo e sguardo.
Un Dio che suda e impara, si stanca e ride, fa festa e lutto, lavora e gioisce
della famiglia e dell’affetto dei suoi.
Un Dio che si piega sull’umanità ferita, come un buon samaritano versa sulle
sue ferite l’olio della consolazione e il vino della speranza, che si prende in
carico l’uomo dolorante e lo conduce alla locanda del regno.
Un Dio che, come un padre, accetta che il figlio minore se ne vada di casa
con i suoi soldi, rischiando di perderlo, purché egli faccia le sue scelte, che
lo accoglie con rispetto, senza chiedere ragione della sua fallimentare esperienza
e gli restituisce dignità, che fa festa ed esce a convincere il rancoroso fratello
maggiore ad entrare con lui.
Un Dio che si commuove alle lacrime, che ama l’amicizia e l’accoglienza,
che sceglie di donarsi fino in fondo, che non ha paura del rischio, che vuole
morire per sigillare la parola “ti amo” rivolta a ciascuno di noi, che piange di
paura e chiede a qualcuno che lo ascolti, che pende nudo da una croce.
La croce svela la misura di un Dio sconfitto per amore, che preferisce
morire per dire l’ultima parola.
Gesù ci svela il volto di un Dio paziente, tenero, silenzioso, timido e
rispettoso dell’uomo.
Timido, perché Egli è come la brezza del mattino e rispetta (lui almeno!)
la libertà dei suoi figli.
Un Dio adulto che ci tratta da adulti, che dice a Mosé: “ho visto la
sofferenza del mio popolo; và, io ti mando”, quando tutti avremmo
preferito sentirci dire: “Ho visto la sofferenza del popolo, ora intervengo”.
Dio non ci allaccia le scarpe, né ci risolve i problemi; ci aiuta ad affrontarli,
ci spiega che non è poi così fondamentale superarli, che la storia ha un
tesoro nascosto che siamo chiamati a scoprire.
Gesù ci svela un Dio discretamente vittorioso nella resurrezione, che ha un
piano per l’umanità, che ha un sogno, la Chiesa, i suoi discepoli, chiamati
non a salvare il mondo, ma a vivere da salvati, costruendo quel regno che Lui
è venuto ad inaugurare, regno di giustizia e di pace, di amore e di luce, di
sguardo verso l’altrove.
Un Dio che viene là dove la sua comunità si raduna e si rende presente
nell’amore che si scambiano i discepoli e nei Sacramenti.
E noi, in quale Dio crediamo?
Se crediamo nel Dio che ci ha svelato Gesù, bè, allora siamo fortunati, amici,
lasciamo le critiche agli altri, noi teniamoci l’amore del nostro Dio,
il Dio che mi ha svelato Gesù, Fausto.
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